Il Comune è pronto ad assumere una funzione di regia, orientamento e monitoraggio delle azioni educative che a Napoli coinvolgono associazioni e scuole, in risposta a un appello lanciato da dirigenti scolastici, insegnanti, educatori ed educatrici, associazioni e cooperative sociali che da tempo lavorano per contrastare la povertà educativa. Progetti come “Napoli Città Educativa”, “Giro Giro Napoli. La città raccontata ai bambini”, ma soprattutto lo sforzo per garantire alle scuole l’apertura pomeridiana per ospitare laboratori artistici, attività sportive e doposcuola vogliono andare in quella direzione. Intervista a Maura Striano, assessora all’istruzione del Comune di Napoli
Nel corso del convegno sulle scuole aperte del 29 febbraio, promosso da alcune amministrazioni comunali, è stato segnalato il progetto “Napoli Città Educativa” pensato come occasione per ripensare la città. In cosa consiste?
“Napoli Città Educativa” prende spunto da un analogo progetto realizzato nella Città di Buenos Aires ad opera della Fondazione Scholas Occurrentes. È un progetto che parte dall’ascolto dei problemi e del disagio dei giovani della città, per accompagnarli nella definizione di proposte concrete alle istituzioni che si impegnano nel sostenerle. In Italia due esperienze molto interessanti sono state già realizzate a Gela e a Porto Torres. Il Comune di Napoli ha stipulato un partenariato con Scholas Occurrentes per realizzare il progetto nella nostra città coinvolgendo studenti universitari, che animano le attività nelle scuole insieme agli educatori di Scholas, e studenti delle scuole secondarie di primo e secondo grado di diverse municipalità in modo da coprire l’intero territorio cittadino. Attraverso i linguaggi dell’arte, del cinema e dello sport e con il supporto della metodologia educativa del service learning i giovani hanno espresso i loro bisogni e le loro emozioni e iniziato a realizzare prodotti artistici e istallazioni per la città. A febbraio hanno organizzato una manifestazione in piazza Municipio con il patrocinio e il sostegno del Comune per dire no alla violenza e al pregiudizio. Attualmente stanno organizzando un torneo di calcio e lavorando alla realizzazione di un cortometraggio da divulgare attraverso vari canali. In questo modo giovani provenienti da esperienze e quartieri diversi della città si incontrano e lavorano insieme a proposte educative che impattino sulla vita dei loro coetanei e della città. In questo momento partecipano al progetto tre Atenei con 50 studenti volontari, l’Accademia di Belle Arti, cinque scuole secondarie di primo grado per un totale di 120 studenti e otto scuole secondarie di secondo grado con 196 studenti. Il progetto prevede anche la formazione dei docenti delle scuole coinvolte all’utilizzo della metodologia del service learning come strumento di cittadinanza attiva e di partecipazione. A partire dal prossimo anno scolastico si prevede l’allargamento della rete ad altre scuole.
È possibile sperimentare forme nuove e non occasionali per vivere la città come risorsa di apprendimento in un’ottica di educazione diffusa?
Credo che sia possibile proporre alla cittadinanza, a partire dai bambini, la città intera come risorsa di apprendimento e come spazio educativo in tutte le sue manifestazioni. Il Comune su impulso del sindaco Gaetano Manfredi, attraverso i suoi assessorati e la Cabina di Regia del Capo di gabinetto accoglie, mappa, seleziona e veicola progetti che vanno in questa direzione, orchestrandoli in modo da coprire varie aree di interesse senza creare doppioni o sovrapposizioni. Cerchiamo di coniugare azioni progettuali sistemiche con il coinvolgimento attivo delle diverse espressioni del territorio attraverso una serie di bandi e di manifestazioni di interesse raccogliendo proposte e progetti coerenti con i nostri obiettivi. Alcuni esempi sono il grande progetto di valorizzazione del Centro Storico riconosciuto come patrimonio dall’Unesco nell’ambito del quale è inserita una specifica attività, finanziata con la legge 77/2006, che vede tre scuole protagoniste di un progetto di mappatura e studio e valorizzazione del territorio con il supporto dell’Osservatorio sulla governance per l’Educazione al Patrimonio culturale, artistico e paesaggistico dell’Università Federico II e il progetto di visite guidate “Giro Giro Napoli. La città raccontata ai bambini” che il Comune realizza attraverso il contributo di associazioni, scuole, università. Ma ci sono tanti altri progetti realizzati da associazioni e da enti del terzo settore che il Comune accompagna e sostiene veicolandoli nelle scuole: dalla mappatura di monumenti e siti imbrattati da disegni e scritte promosso dall’associazione “Angeli del Bello” alle visite guidate all’area marina protetta della Gaiola, un sito di grande interesse per lo studio della biodiversità marina e la tutela del mare per menzionarne soltanto un paio.
Il convegno di febbraio ha mostrato, tra le altre cose, l’importanza di creare alleanze solide tra comuni, scuole e associazioni. Quali sono i presupposti per costituire quelle alleanze?
Credo che i presupposti per costituire alleanze siano la condivisione di una visione della città e delle sue potenzialità di crescita e di sviluppo; la messa a fuoco e, ancora una volta, la condivisione di obiettivi strategici chiaramente identificabili e sostenibili; la precisa definizione di competenze, funzioni, risorse e ruoli. Su queste basi si possono realizzare alleanze che si consolidano nel tempo a partire dai risultati raggiunti e dalle sinergie messe in atto.
In Italia esistono già centinaia di scuole nelle quali gruppi di genitori o associazioni locali hanno le chiavi e aprono tutti i giorni la scuola alla comunità territoriale. Cosa accade a Napoli intorno a queste esperienze?
A Napoli da tempo si sono create sinergie virtuose tra le scuole, le educative territoriali promosse dal Comune, alcune delle quali hanno sede all’interno delle strutture scolastiche, le associazioni del territorio, penso ad esempio alle associazioni sportive che sulla base di una concessione del Comune e previa autorizzazione dei Consigli di istituto utilizzano le palestre delle scuole in orario pomeridiano e serale, e altre associazioni, come quelle che sostengono gli alunni nello studio, supportano gli alunni stranieri e le loro famiglie nell’apprendimento della lingua italiana, o quelle che offrono alle scuole atelier e laboratori artistici o di altro tipo… Il Comune può accompagnare queste esperienze garantendo alle scuole prima di tutto l’apertura pomeridiana anche attraverso il prolungamento dell’orario di fruizione del riscaldamento: negli ultimi due anni abbiamo dedicato per ciascuna annualità 400 mila euro del bilancio Comunale a questo scopo. Il Comune, inoltre, può accompagnare e facilitare, attraverso strumenti di governance dedicati, l’assegnazione degli spazi scolastici alle associazioni: per fare un esempio recente, insieme all’Assessorato allo Sport e alle Pari opportunità ci siamo impegnati per redigere un regolamento per l’utilizzo delle palestre molto articolato e flessibile che andremo a varare nei prossimi giorni…
Un recente appello di scuole e associazioni chiede che il Comune di Napoli crei una sede permanente e promuova una regia condivisa per approvare nuovi Patti educativi di comunità e dare linfa a quelli esistenti. Cosa rispondete?
I patti territoriali stipulati in periodo post covid sulla base di linee guida comunali delineate prima della stipula del Patto Educativo sono tutt’ora in corso e hanno validità fino alla fine di agosto. Sicuramente alla scadenza, tenendo conto di quanto è stato realizzato e di quelle che saranno le valutazioni complessive emergenti da un confronto con gli attori in campo, si potrà delineare un percorso di continuità. Accogliamo positivamente l’invito ad assumere una funzione di regia, orientamento e monitoraggio da parte del Comune anche perché le ricadute e l’impatto sociale delle azioni educative intraprese sostengono il raggiungimento degli obiettivi di crescita e di miglioramento che ci siamo posti come amministrazione. A breve abbiamo in programma un primo incontro per ascoltare riflessioni e suggerimenti da parte dei referenti dei patti territoriali.
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