Sì, certo, naturalmente si può anche continuare a far finta di non vedere o di non capire. Da tempo è piuttosto evidente, tuttavia, che le istituzioni europee non hanno alcuna intenzione di trovare e non troveranno spontaneamente le soluzioni per fermare quello che il sindaco di Palermo ha di recente definito “il genocidio del Mediterraneo”. I governi europei e i loro consigli continuano ad accapigliarsi in un macabro teatrino ma hanno a cuore un solo e preciso obiettivo prioritario: tenere i profughi e i migranti il più possibile lontani dall’Europa. Salvare le vite umane e tutelare la dignità delle persone accolte potrebbe anche essere un fatto auspicabile ma costoso, troppo impegnativo e in fondo secondario. Semmai sarà necessario perseguire, o almeno marginalizzare, come si è già visto a Lesbos, chi prova a far da sè, la solidarietà spontanea dei volontari e delle iniziative indipendenti. Intanto arriva in Italia SOS Mediterranee, l’associazione umanitaria indipendente per il soccorso in mare
di Udo Enwereuzor*
L’anno nuovo non ha portato alcuna novità positiva per le persone che cercano protezione nei paesi dell’Ue costrette dai vari conflitti a fuggire dai propri paesi. Tutt’altro: il 2016 prosegue su questo fronte non semplicemente come l’anno scorso ma peggio per diversi aspetti. Lo testimoniano la contabilità dei morti in mare, le risposte alla crisi formulate da alcuni paesi membri dell’Ue e le misure che il Consiglio Europeo stesso ha adottato e altre che si accinge ad approvare.
Il mese di gennaio si è appena chiuso con circa 162 tra morti e dispersi nel solo mare Egeo, secondo la Guardia costiera greca citata dall’UNHCR, a fronte di un totale di 424 morti e dispersi registrati in tutto il 2015 nella stessa area ( UNHCR, 31 gennaio 2016) .
In questa macabra contabilità di vite perse, i bambini e le bambine rappresentano una percentuale elevata e tutto ciò non ha suscitato né indignazione fra i responsabili politici di diversi paesi europei, né una pragmatica riconsiderazione delle politiche fin qui adottate per far fronte alla crisi. Al contrario, fatti così gravi sono stati ignorati da un parlamento come quello danese che ha approvato una legge che autorizza la confisca dei beni per un valore superiore ai 1350 euro ai profughi che arriveranno in quel paese. In Svizzera, un provvedimento analogo che chiede ai profughi di consegnare fino a 1000 franchi svizzeri a copertura della propria accoglienza, è stato adottato dal Governo ed ha incontrato il favore di larga parte dell’opinione pubblica del paese e gli speculatori di casa nostra non hanno mancato di invocare scelte simili anche in Italia.
La decisione delle autorità danesi è la manifestazione di una vera e propria bancarotta morale che va condannata in modo netto. C’è da sperare che non decidano poi anche di mettere i profughi accolti a lavorare gratuitamente finché non avranno finito di ripagare quanto lo Stato danese avrà speso per loro, per la parte non coperta dai beni a loro sequestrati.
Sul fronte delle istituzioni dell’Unione, si ribadisce la decisione di finanziare la Turchia con 3 miliardi per bloccare il flusso di profughi attraverso il proprio territorio verso l’Ue, nonostante le fondate preoccupazioni di organismi internazionali per i rischi di gravi violazioni dei diritti umani da parte delle autorità turche, che comporterà questo mandato alla Turchia di regolatore dei flussi di profughi.
Come se non bastasse, la Presidenza olandese dell’Unione ha proposto alla Turchia di accettare il rimpatrio sul proprio territorio dei profughi che arrivano in Grecia da lì, in cambio dell’accoglienza nell’Unione di 250,000 persone dai campi profughi sempre in Turchia nei prossimi 3 anni. Di fronte ad una proposta così assurda, c’è da dubitare della comprensione da parte delle istituzioni UE della portata della tragedia in corso: la Turchia ha già sul proprio territorio quasi 2 milioni di profughi Siriani e dovrebbe riammettere le persone che sono arrivate in Grecia partendo da lì, che l’UNHCR indica in 915,270 persone ( UNHCR) dal 1 gennaio 2015 al 30 gennaio 2016?
Quel che appare evidente da questa proposta è la volontà delle istituzioni dell’Unione e di alcuni suoi membri in particolare, di tenere i profughi il più lontano possibile dal territorio dell’UE. Dei profughi e di quel che potrà succedere loro in Turchia se il piano andasse in porto, non importa niente alle autorità dell’UE.
Questo atteggiamento di disinteresse delle istituzioni dell’Unione verso la sorte dei profughi fa il paio con l’egoismo di alcuni paesi membri (nell’ultimo consiglio europeo si è poi aggiunto il coup de théâtre dell’Austria, ndr ) rispetto a quei paesi come l’Italia e la Grecia che hanno i confini maggiormente soggetti alla pressione dei profughi.
Il rimprovero ai due paesi da parte della Commissione Europea di essere inadempienti rispetto agli obblighi derivanti dagli Accordi di Schengen, perché avrebbero registrato solo una piccola parte dei profughi transitati dai loro territori e, la scelta unilaterale di alcuni paesi di reintrodurre i controlli ai propri confini interni, sono insieme il rifiuto di assumersi la responsabilità derivante dagli Accordi di Schengen rispetto alle frontiere esterne e il disconoscimento del principio di solidarietà tra gli Stati membri dell’Unione. Purtroppo non ci sono ragioni per essere ottimisti rispetto alla possibilità di recupero di questi due principi – la responsabilità collettiva per le frontiere esterne nell’area Schengen e la solidarietà tra i paesi membri.
L’insistenza a considerare la crisi dei profughi come una questione di sicurezza dovuta a chi trasporta nell’Ue coloro che fuggono da conflitti che quotidianamente seminano morti (basta pensare agli ultimi due attacchi in autobomba in Siria ed Afghanistan nelle ultime 48 ore), indica anch’ essa che la priorità per le istituzioni UE non è salvare più vite umane possibili.
Prova ne è la bozza delle Conclusioni del prossimo Consiglio Europeo sul trasporto illegale delle persone verso l’UE, discusso il 27 gennaio al Consiglio dei Ministri della Giustizia e degli Interni in cui, facendo coincidere gli “smugglers” (trasportatori illegali) con i “traffickers” (trafficanti di essere umani a scopo di sfruttamento), si criminalizza o marginalizza potenzialmente le organizzazioni della società civile, le popolazioni locali ed i volontari che da mesi stanno accogliendo ed aiutando i rifugiati e migranti che arrivano nell’UE (Statewatch) .
Questa bozza afferma che il “trasporto illegale di migranti e traffico di essere umani sono due tipi distinti di reato, contrastati da distinti strumenti legali a livelli UE ed internazionale” Nonostante questa affermazione, il documento giustifica il considerare le due cose alla stessa stregua perché “entrambi i tipi di reato possono essere spesso collegati e riconoscendo che il trasporto illegale è diventato un tipo di reato sempre più violento, che implica di frequente gravi violenze fisiche o psicologiche e abusi di diritti umani”. Partendo da questa conclusione, il documento prevede di introdurre la registrazione delle organizzazioni e volontari che stanno offrendo assistenza umanitaria ai profughi da mesi nelle isole greche e il Governo di quel paese sta già approntando le procedure relative.
Inoltre, si raccomanda di analizzare l’uso dei social media da parte dei profughi e tenerne conto nei futuri accordi di partenariato con le grandi piattaforme di social media internazionali (Statewatch) .
Tutto questo evidenzia la necessità per la società civile di fare ancora di più di quel che è stato fatto finora perché dagli stati membri dell’Unione non arriveranno spontaneamente soluzioni alla crisi che mettono al centro il salvare vite umane salvaguardando nel contempo la dignità delle persone accolte.
* Referente tematico Migrazioni e diritti di cittadinanza – COSPE. Questo articolo è uscito su www.cospe.org con il titolo: “La crisi dei profughi e la latitanza dell’Unione Europea”
DA LEGGERE
Nasce Sos Mediterranee Italia. L’associazione salva migranti
Una nave per salvare centinaia di naufraghi e i migranti in fuga nel Mediterraneo. COSPE è tra i soci fondatori di “SOS Mediterranee”, l’associazione umanitaria indipendente per il soccorso in mare appena arrivata in Italia.
francesco lena dice
Gentile Redazione Le mando questo mio semplice scritto veda se ritiene utile pubblicarlo, grazie
C’è bisogno di più Europa.
Alcune considerazioni sull’unione degli stati europei, l’Europa unita nei suoi limiti ci ha garantito più di 70 anni di pace, dentro un processo di pace, ha abolito le frontiere e le dogane e favorito la libera circolazione di persone e di merci. Ha istituito la moneta unica l’euro, l’Europa unita aiuta le zone più fragili, basta che i governi degli stati dell’unione europea presentino progetti di sviluppo economico e sociale, seri e fattibili per avere i finanziamenti, qui purtroppo l’Italia è molto carente, nel presentare progetti e spende una minima parte dei soldi a disposizione, nei fatti perdendo tanti soldi. Tante altre cose utili sono state fatte.
Sicuramente c’è bisogno di più Europa per raggiungere nuovi obiettivi.
1) Una costituzione europea
2) Unire tutte le forze dell’ordine pubblico, dentro un progetto per la sicurezza, per combattere le mafie, la corruzione, l’illegalità, l’evasione fiscale, lavoro nero, poi un esercito militare europeo.
3) Istituire una bella e solida federazione di stati europei
4) Istituire un servizio sanitario europeo universalistico efficiente e efficace.
5) Istituire una scuola europea, di studio, formazione e istruzione.
6) Moneta unica in tutti gli stati dell’unione europea.
7) Gestione europea dell’immigrazione, con bella umanità, i migranti sono una doppia risorsa, per l’Italia e per l’Europa, visto anche il calo demografico e i piccoli paesi che si stanno svuotando, basta filo spinato, basta paure, basta odio, basta porti chiusi, basta muri materiali e mentali, altrimenti come dice Papa Francesco, chi costruisce muri finirà di rimanere chiuso dentro. C’è bisogno di porte aperte, di ponti di dialogo, di apertura mentale, di aiuti per salvarli in mare, poi ospitarli e integrarli.
8) Piani, progetti agricoli europei, per favorire, il ricupero di zone abbandonate, lo spopolamento di colline e montagne, servirebbe anche per la salvaguardia e la conservazione del territorio e dell’ambiente.
9) Nella globalizzazione c’è bisogno di un’Europa forte e unita politicamente, socialmente, culturalmente e bella. Che si impegna e contribuisca con tenacia a fermare le guerre nel mondo.
10) C’è bisogno di un’Europa piena di valori umani, culturali, sociali e ambientali, che faccia emergere il positivo, la collaborazione, la solidarietà, una cultura di pace, un’ Europa dei diritti e doveri, un’Europa che apra una via bella con il resto del mondo, favorendo un processo per diventare tutti cittadini, europei e cittadini del mondo.
11) Questi obiettivi si possono più facilmente raggiungere, con la partecipazione, l’impegno e responsabilità da parte di tutti i cittadini, per raggiungere anche l’obiettivo di una società più giusta e migliore per tutti i cittadini europei e del mondo, dove l’amore e il bene trionferà.
Francesco Lena via Provinciale,37
24060 Cenate Sopra ( Bergamo ) tel. 035956434
francesco lena dice
Gentile Redazione Le mando questa mia semplice poesia veda se ritiene utile pubblicarla grazie.
Poesia
Il sogno
Ho sognato un mondo, senza frontiere, senza confini e pieno di grande umanità,
vedevo i fratelli spostarsi da un paese all’altro liberamente, trovando porti e porte aperte e ospitalità.
Ho sognato un mondo, dove le risorse e i frutti della terra, venivano distribuiti equamente,
vedevo i fratelli che avevano tutti da bere e mangiare, che vivevano nella normalità serenamente.
Ho sognato un mondo, dove praticavano i veri valori umani, l’amore, l’onestà, la pace e la sincerità,
vedevo i fratelli liberi di dire, basta strumenti di morte e si misero a produrre strumenti di vita per tutta la comunità.
Ho sognato un mondo, bello, il cielo e la terra, con tanti fantastici e incantevoli colori,
vedevo le magnifiche diversità e qualità, dei fratelli convivere insieme e orgogliosi da farsi gli onori.
Ho sognato un mondo, pieno di umiltà, di verità, di bene e di molta bontà,
vedevo i fratelli felici, vivere nella semplicità, condivisione e nella solidarietà.
Ho sognato un mondo, pieno di infinite varietà e bellezze della natura dell’ambiente da rispettare,
vedevo i fratelli godere delle meraviglie delle tante forme di vita sulla terra, erano amate.
Ho sognato un mondo, dove si diffuse una luce speciale, illuminò le persone e si misero a sognare,
vedevo i fratelli vivere come se i loro sogni fossero diventati realtà, in un mondo più giusto da ammirare.
Ho sognato un mondo, dove veniva rispettata la dignità di ogni persona, pieno di cultura civile sociale e ambientale,
vedevo i fratelli vivere uniti, con gioia, si sentivano tutti cittadini di questo magnifico mondo e ideale.
Ho sognato un mondo, dove cera luce, pace, etica, utopia, partecipazione e responsabilità,
il sogno globale era diventato realtà, dove veniva salvata la vita, la cultura, la società, l’ambiente, la civiltà e l’umanità.
Francesco Lena Via Provinciale , 37 24060 Cenate Sopra ( Bergamo ) Tel. 035956434