di Marco Villa*
Consigli utilissimi, “rubati” in rete.
Quando leggerete questo articolo mancheranno una ventina di giorni al referendum su trivella selvaggia ed eterna.
Adesso scrivo a “Giovanna” e le giro Il referendum che spaventa l’Eni o qualcosa del genere. Poi telefono a “Marcolino” ma lui dovrebbe saperlo. “Sandro” no, inutile perderci tempo ché è diventato un demente: mi sa che non ha votato neppure per l’acqua pubblica e di recente quando gli ho chiesto se aveva letto cosa succede a Imola mi ha risposto «Muoia Sansone con tutti i filistei». Il cervello in pappa.
Dunque quasi-quasi mi faccio una mappa per mercoledì. Almeno tre persone al giorno, w w w «la catena di sant’Antonio».
Allora vediamo. La mattina presto-presto vado al mercato. Di sicuro becco “Anna”, forse “Irene” e magari anche “Ludmilla”… ah già lei non può votare ché è «extra»; però è sveglissima, capace che si informa e poi ne parla in giro convincendo tutta la famiglia, brava gente credo. Sempre in mattinata vado all’uscita di scuola e lascio un po’ di volantini alle mamme che conosco: ho detto “mamme”? Non dovrei, c’è anche un nonno; i padri invece… ma lasciamo perdere che questo è un altro discorso. Se incontro “Walter” al bar – le 14 è l’ora sua – devo lasciargli il materiale: sabato appena ha visto che avevo un volantino in mano mi ha detto «dibbì ma è una protesi ormai, senza volantini saresti come Muzio Scevola» e avrà fatto almeno dieci battute (la migliore: «dibbì, ma visto che ami tanto la fantascienza e sei così preoccupato perché non lasci il pianeta, magari vengo con te») però poi lui si informa e usa la testa: infatti mi ha chiesto un po’ di opuscoli e io gli ho detto «attento a non diventare Muzio Scevola anche tu…». Ancora? Nel pomeriggio passo da “Chicco” e “Maria Paola” – detta, ma con affetto “Maria Polla” – anche se loro dovrebbero sapere tutto del 17 aprile: però meglio controllare e magari trasformarl* in attivist*. E poi devo tenere i volantini nella sacca per un volantinaggio casuale/mirato. Prima di tornare a casa passo a salutare “Pietro” e gli dò un opuscoletto. Al minimo uno, magari sette-otto così li fa circolare al lavoro. Ancora qualcosa o per mercoledì basta?
Ahhhhhh, devo parlare con “Lucia” e “Filippo”. Magari venerdì andando al cinema o a una pizza. Sono le persone giuste per apprezzare la mia “teoria”, chiamiamola così, del «a un passo dal culo mio»…
Cioè? «A un passo dal culo mio» è un’espressione (abbastanza usata a Roma) addotta a pretesto per disinteressarsi: ovvero “se non è a un palmo da me… non mi interessa”. E’ una concezione del mondo che io non condivido. Ma poi è davvero così? Se un battito di ali in Amazzonia può causare una crisi alla Banca Mondiale, il dramma della vicina di casa finirà comunque per coinvolgere anche me. Storie e dolori altrui, politica, economia o ecologia sono sempre a un palmo da noi. Far finta di non saperlo è stupido quanto inutile.
Se c’è qualcosa che è proprio «a un passo dal culo mio» – cioè dal culo nostro – è il mare d’Italia, vi pare? Lo capisce anche il papà di “Sandro” che ha le gambe un po’ andanti ma la testa è bella lucida… molto meglio del figlio: “Sandro-Sansone” è giovane ma rincitrullito ormai, parla solo di cosa là “Isola dei famosi” e non mi ricordo più che altro; e se gli nomini robe vicine al mondo reale ripete quel «Muoia Sansone con tutti i filistei» e si sente spiritoso. Contento lui; ma poi chi erano ‘sti filistei? Boh, controllerò. Ma adesso no, anzi vi devo lasciare ché vado al banchetto. Nel senso di “festino-mangiata”? No, il banchetto – asse di legno con sotto i cavalletti – dei «No Triv» per il «sì» al referendum.
Ah però ‘sta cosa di Marco Villa, trovata in rete ve l’aggiungo. By-bit.
MARCO VILLA SCRIVE… per fornire qualche spunto utile per la campagna referendaria.
Il tempo disponibile per le attività di sensibilizzazione purtroppo è poco e i mezzi d’informazione mainstream daranno scarsa visibilità alla campagna. Bisogna quindi intercettare coloro che s’informano tramite la tv, in particolare anziani e casalinghe. Categorie che, in genere, non sono il nostro target abituale.
Non ci dimentichiamo, tra l’altro, che le trasmissioni pomeridiane delle tv generaliste non parleranno mai del referendum.
Le fotocopie affisse ai portoni dei palazzi sono l’ideale per raggiungere quelle tipologie di persone, esattamente come fa la Caritas quando coinvolge la cittadinanza nella raccolta porta a porta di abiti e scarpe usate.
Inoltre, dobbiamo tenere ben presente che l’obiettivo è uno e uno solo: il quorum. Non bisogna pertanto cadere nell’errore di pensare a pubblicizzare il proprio logo, dando visibilità al proprio gruppo, comitato, associazione, ma si devono raggiungere quante più persone possibile, preferibilmente con il minimo sforzo.
Un altro target sono i pigri, coloro che hanno qualche strumento in più (cognitivo e tecnologico) per informarsi, ma lo fanno con estrema indolenza.
Dove si possono intercettare quelle persone? Attenzione all’uso della parola “intercettare”: non dobbiamo aspettare che le persone arrivino a noi (magari comodamente seduti sotto un gazebo) per raggiungere il quorum, ma dobbiamo essere noi ad andare incontro alle persone per raggiungere l’obiettivo.
Coloro che io definisco pigri, indolenti, si intercettano la domenica nei seguenti luoghi: 1) i centri commerciali; 2) gli stadi e, in subordine, i palazzetti dello sport; 3) le chiese all’uscita delle messe. Ho scritto la domenica perché è proprio in quella giornata che i centri commerciali sono letteralmente invasi dai pigri, cioè da coloro che hanno pochi interessi e non sanno che cosa fare durante il tempo libero. Il sabato invece molta gente va nei centri commerciali per fare acquisti e, probabilmente, gran parte di quelle persone sono già informate riguardo al referendum.
Per attuare una strategia del genere diventano preziosissimi, fondamentali, i volontari, gli attivisti, i giovani del Servizio Civile. Le risorse umane sono poche, bisogna “utilizzarle” nel modo più proficuo possibile.
Un’altra maniera per raggiungere i pigri è andare all’ingresso delle scuole elementari e medie all’orario di chiusura, per intercettare i genitori che vanno a prendere gli studenti. Questa strategia, ovviamente, va utilizzata nei giorni infrasettimanali.
Pongo poi una questione: i flash mob sono divertenti, ma quanto sono utili allo scopo? Nel web il quorum è già raggiunto, per cui postare sui social network foto e video dei flash mob rischia di andare a intercettare nuovamente chi ha già deciso di votare.
Non solo: i quotidiani danno spazio e visibilità ad articoli e foto dei flash mob?
Il Corriere della Sera, per fare un esempio, sabato scorso ha dedicato dieci righe alla notizia dell’avvio della campagna referendaria, nelle pagine delle cronache di Roma, con una piccola foto illustrativa. Poi, invece, nelle pagine economiche c’era un articolo lungo tre se non addirittura quattro volte tanto sulle strategie dell’Eni nei Paesi politicamente instabili in cui opera (Libia, Egitto, Kazakistan). Perché dobbiamo pensare che coloro che sono pagati dai petrolieri debbano o vogliano fare il lavoro per noi? Siamo noi che dobbiamo rimboccarci le maniche.
Ribadisco l’utilità delle fotocopie attaccate ai portoni dei palazzi. Ho lavorato così ai primi di marzo nel quartiere Monte Mario di Roma, per un’associazione che aveva organizzato una giornata di raccolta sangue in una parrocchia. Delle 39 sacche di sangue raccolte, 18 erano di nuovi donatori, i quali, appositamente interrogati, hanno spiegato che erano venuti grazie alle informazioni che avevano letto sulla fotocopia attaccata al portone.
A Terracina da anni lavoro in questo modo. Gli abitanti sono circa 45.000, per coprire interamente la città mi servono 1.100 fotocopie. La media di affissione delle fotocopie è di 30 l’ora. Ora sto lavorando anche a Roma per il referendum e qui la media oraria si alza nettamente, superando molto probabilmente le 50 l’ora: ho già coperto vari quartieri: piazza Bologna-piazzale delle Province, da Porta Maggiore a piazza Vittorio, da viale Baldo degli Ubaldi a piazza dei Giureconsulti. Ma sono solo. A mio avviso, se non vogliamo perdere la ghiotta occasione rappresentata da questo referendum, le persone disponibili vanno utilizzate in maniera completamente diversa. Vanno schierate agli ingressi dei centri commerciali la domenica, senza allestire gazebi in varie piazze e piazzette sotto i quali stare comodamente seduti. Così e con i flash mob non si raggiunge il quorum.
Grazie per l’attenzione e cordiali saluti.
* Marco Villa (Terracina Social Forum)
Il referendum è importante. Qui ogni giorno – alle 13,59 – ne scriviamo, l’opposto di ciò che fanno i “media di regime” (cioè quasi tutti) impegnati con tutte le loro forze a tacere. Ma bisogna che ognuna/o in questi giorni faccia la sua parte: si informi e informi, rifletta, racconti in giro cosa accadrà se non si raggiunge il quorum – il piano di Renzi e dei suoi tanti fans è quello – o se si perde il referendum (in teoria possibile, praticamente impossibile). Contro la «dittatura del petrolierato», contro chi vuole giocare con le nostre vite. Aiutateci mandando alla “bottega” informazioni, storie, vignette, immagini… Noi posteremo tutto. Ma soprattutto passate parola: il 17 aprile si vota, è importante.
Fonte: la preziosa Bottega del Barbieri
teri volini dice
sono pienamente il linea con quanto dici, marco villa, è dura , ma ce la faremo
questo è il mio contributo:
dal 1 marzo questo è il mio training, diffondere il SI con tutta me stessa, sul mio blog, su Fb e giorni per giorno coin invio a 100 persone via mail, e …speriamo che ce la facciamo !
ciao e che bello sapere che ci sono persone così…teri volini, artista biofila
Iniziata il 1° marzo la mia azione performativa per il SI contro le ulteriori trivellazioni nel sottaciuto referendum del 17 aprile prossimo
Nell’azione simbolica utilizzo il mio stesso corpo fisico per condividere una comunicazione di estrema urgenza: impedire che si continui a distruggere la natura!
IO MI FACCIO IN QUATTRO PER IL SÌ, E TU? come opera in difesa della Terra fu creata nel 2011 per sostenere i SI sull’acqua pubblica e contro il nucleare, ed è la summa dell’impegno a favore dell’ambiente, concretizzatosi da tempo, nell’intesa che l’Arte possa validamente contribuire a ricreare armonia e consapevolezza!
Come artista biofila, penso che:
La natura se non è difesa muore e con essa rischia di giorno in giorno la stessa fine la parte più delicata di questa monade, l’uomo, minacciato in modo ridicolo dalla stessa violenza di cui è autore (Bruno Corà)
Come artista “differenziata”, attiva nel promuovere arte in difesa della natura, desidero contribuire – con opere innovative e dirette – alla creazione di una più elevata coscienza personale e sociale
Coerentemente ad un percorso artistico pluriennale in tal senso ed in vista del referendum del prossimo 17 aprile, utilizzo l’opera
IO MI FACCIO IN QUATTRO PER IL SÌ, E TU?
tramite la quale si formula un’affermazione diretta, quasi una provocazione, e contestualmente l’invito alla società civile a dare un contributo consapevole, con un voto tanto importante per il futuro dell’ambiente e del mare mediterraneo tutto, nonché un buon esempio per situazioni similari
Lo slogan IO MI FACCIO IN QUATTRO PER I SÌ, viene rafforzato dalla “moltiplicazione” dell’immagine personale, già nota per la reiterata e tenace esposizione nella città di Potenza – talvolta non pienamente compresa e persino osteggiata da chi “guarda il dito invece della luna”, ma molto apprezzata da chi sente che l’arte oggi non può essere solo un fatto estetico o astrattamente concettuale.
L’Opera d’arte nel 3° millennio deve coniugare il valore estetico con quello comunicativo, utile ad inviare importanti messaggi. Deve servirsi della sua potenza espressiva per farci riflettere, per riacquistare il senso perduto o attutito di una comune responsabilità.
L’opera d’arte nata con queste premesse può risvegliando in ognuno di noi la consapevolezza di essere parte di un tutto da cui dipendiamo, che merita rispetto, ed in cui è indispensabile attivarsi per realizzare un cambiamento migliorativo o almeno difensivo da pericolosi tracolli.
È mia ferma convinzione che la potenza dell’arte e la sua autenticità si rivelino pienamente in questo offrire contributi all’evoluzione della società e nell’ ispirare e favorire l’espansione culturale e quella della coscienza.
Ecco perché come artista/attivista io “mi faccio in quattro”, intensificando la mia azione creativa e comunicativa, con sforzi significativi e per di più in volontariato – cioè senza pubblici sostegni o contributi – producendo con tali intenti una serie di impegnative opere, tra cui:
GIÙ LE MANI DAI BENI COMUNI,
IO SONO UNO CON IL SOLE (opera collettiva con la partecipazione di 80 persone a livello regionale nazionale ed internazionale ),
IO SONO UNO CON L’ACQUA (opera di autocoscienza collettiva con la partecipazione di 40 persone a livello regionale nazionale ed internazionale ),
IO SONO UNO CON GLI ALBERI, 50 piccoli germogli per l’opera collettiva, protagonisti 50 ragazzi della scuola primaria Santa Maria di Potenza
ed infine IO MI FACCIO IN QUATTRO PER LA NATURA, E TU?
Per realizzare queste opere è necessario un grande impegno e un tempo altrettanto notevole, in quanto essendo quasi tutte delle opere collettive, esse richiedono la partecipazione di un certo numero di persone, nell’ultima infatti erano 520 i partecipanti .
Per partecipazione s’intende il “metterci la faccia”, cioè permettere l’uso della propria immagine per comunicare un messaggio, o fare una precisa dichiarazione utile alla salvaguardia dell’ambiente.
Di solito sono necessari molti mesi di lavoro, e dove non è possibile per l’artista o i suoi collaboratori scattare direttamente – a ciascuna persona che accetta l’invito- la foto da utilizzare nell’opera, si provvede con una ricerca personalizzata sul web: difatti molti dei partecipanti hanno inviato la loro immagine tramite mail o i social network.
Solo successivamente, si passa alla realizzazione dei pannelli, con tutto il lavoro grafico, di stampa etc .
Una differenza sostanziale
Tutte le opere in pubblica affissione in cui utilizzo la mia immagine per comunicare messaggi in difesa dell’ambiente, sono dei MANIFESTI D’ARTISTA, http://www.terivolini.it/html/manifesti_artista.htm , che nulla hanno a che vedere con l’abnorme proliferazione di cartelloni e manifesti pubblicitari che invadono l’ambiente urbano ed extraurbano per convincerci della bontà dei “beni” e spingerci all’acquisto compulsivo.
I MANIFESTI D’ARTISTA creano una “situazione” diametralmente opposta alle operazioni commerciali della usuale pubblicità: l’artista espone consciamente la sua stessa persona fisica non per vendere qualcosa, nè per pubblicizzarsi né tantomeno per nutrire il suo ego, ma per invitare direttamente alla difesa della natura e dei beni comuni.
La potenza dell’arte e la sua autenticità si rivelano pienamente in questo offrire contributi all’evoluzione della società; nell’ispirare e favorire l’espansione culturale e della coscienza; nel far percepire quanto l’essere umano alienato abbia perduto il contatto profondo con se stesso e con l’ambiente: un essere che percepisce la Natura come altro da sé, sentendosi superiore ad essa e arrogandosi il diritto di usarla a suo piacimento, con i tragici risultati che conosciamo.
Possiamo pertanto affermare in coscienza che la nuova arte vuole avere un carattere positivamente perturbativo: senza fraintendimenti però, in quanto ciò che si vuole contrastare è lo pseudo-ordine imperante nella cultura e nella società: la nuova arte vuole perturbare ciò che è disarmonico per ri-creare uno stato di armonia e conoscenza …
Teri Volini, artista biofila
Link attivi clik su
Performances dal 2009
Manifesti D’Artista
Ri-Formiamo il Pianeta con Parole di Luce (2009)
IO SONO UNO CON L’ARIA (2009)
(English version here)
IO SONO UNO CON L’ACQUA (2010)
Parole di Luce per la Nostra Vita (2010)
OPERA DI AUTOCOSCIENZA COLLETTIVA
IO SONO UNO CON L’ACQUA (2010)
IO SONO UNO CON GLI ALBERI (2010)
OPERA DI AUTOCOSCIENZA COLLETTIVA
IO SONO UNO CON IL SOLE (2011)
IO SONO UNO CON I FRUTTI DELLA TERRA (2012)
FULL IMMERSION (2012)
OPERA DI AUTOCOSCIENZA COLLETTIVA
IO SONO UNO CON I FRUTTI DELLA TERRA (2013)
Stefano dice
Il comitato Fassina sta organizzando per il prossimo week-end cento banchetti in tutti i municipi, dove oltre al programma per la città saranno date indicazioni per il referendum.
In effetti fino ad ora gli altri schieramenti si sono confrontati più sui nomi che sulle soluzioni ai tanti problemi della città.
Se vuoi aiutarci nella campagna elettorale invia una mail con la tua disponibilità a . Questi gli appuntamenti nel mio municipio:
Sabato 2 ci vedremo alle 10 al mercato di Valmelaina e a piazza Primoli, domenica 3 ,sempre alle 10, al mercatino di via Conca d’Oro e difronte ai giardinetti di piazza Sempione.Per coprire tutti gli appuntamenti abbiamo bisogno di essere tanti, quindi vi invito a comunicarci la vostra disponibilità per l’uno e/o l’altro giorno prima possibile per poterci organizzare al meglio.
Marco Villa dice
Buona sera.
Eccomi qua, sono il colpevole, Marco Villa.
Prima di tutto, grazie per aver pubblicato le mie considerazioni. Ho letto l’articolo la sera del giorno di Pasquetta ed è stata una graditissima sorpresa. La sorpresa dell’uovo di Pasqua.
Vi leggo da anni, complimenti per la linea editoriale del sito.
Ora, però, vi do altre informazioni utili da fornire ai volontari e agli attivisti.
Prima di tutto, facendo volantinaggio per Roma ho scoperto con molto piacere che nonostante il silenzio della tv la notizia del referendum è arrivata. A Roma lo sanno praticamente tutti.
Inoltre, la tecnica delle fotocopie attaccate ai portoni dei palazzi in alcuni quartieri non è piaciuta. Ad esempio nel quartiere Prati e nella zona di viale Marconi.
La causa è l’eccessiva pubblicità effettuata dalle agenzie pubblicitarie, che hanno stressato i residenti.
Alcuni inquilini di palazzi mi hanno fatto storie anche per la fotocopia attaccata all’esterno del contenitore della pubblicità. Insistevano perché io lasciassi i volantini dentro il contenitore e non gliene interessava nulla né del tema trattato dal volantino (il referendum, quindi non commerciale ma sociale), né del fatto che il volantino stesso dentro il contenitore sarebbe scomparso, sommerso dai depliant giganteschi dei supermercati.
Purtroppo ho avuto a che fare con persone esasperate al massimo.
Con la tecnica da me indicata ho lavorato bene nei quartieri periferici (Monte Mario, Primavalle, Boccea, Forte Braschi, anche Formello) e nei quartieri popolari (San Paolo, la zona tra la Tuscolana e viale Palmiro Togliatti, ma anche oltre viale Togliatti).
Adesso invece l’obiettivo dev’essere un altro, anzi due.
Il primo è lavorare di cesello: una delle obiezioni che ho sentito più spesso è che “La nostra è una società basata sul petrolio”. Bisogna precisare che i giacimenti nel nostro mare garantiscono 7-8 settimane di consumi nazionali di petrolio e 6 mesi di consumi nazionali di gas. Di fronte a queste risposte le persone dubbiose capitolano. Poi va veicolato questo interessante articolo: Ciò che si nasconde davvero sotto le trivelle (e che quasi nessuno dice) – Greenreport: economia ecologica e sviluppo sostenibile.
Poiché la notizia è arrivata alla stragrande maggioranza delle persone, ora si deve lavorare per ricordare l’appuntamento del 17 aprile. Di conseguenza diventano molto più utili (e convenienti) i volantini e/o le fotocopie di formato A7.
Spiegazioni per i profani: il foglio delle fotocopie o delle stampanti è di formato A4. Se viene piegato in due parti si crea il formato A5. Se l’A5 viene di nuovo piegato in due, si ha l’A6. Piegando in due quest’ultimo, si ottiene l’A7, delle dimensioni simili ad un biglietto da visita.
Ecco, a mio avviso volontari ed attivisti dovrebbero avere sempre con sé qualche centinaio di volantini di formato A7 da dare alle persone che incontrano, come se fosse il loro biglietto da visita.
I volantini A7 costano pochissimo. In alternativa, una volta creato il volantino, lo si può copiare più volte nello stesso file, utilizzare la modalità di stampa 4 pagine in 1 oppure 6 pagine in 1 e poi tagliare.
Il secondo obiettivo, che deve cercare di raggiungere il Comitato nazionale, è farsi ospitare, anche solo per 5 minuti, nella trasmissione pomeridiana di Barbara D’Urso o, in subordine, nelle trasmissioni RAI della stessa fascia oraria. Così si raggiungono anziani e casalinghe.
Si tratta di una mission impossible, ma bisogna provarci.
Buon lavoro e buon week end.
Marco Villa
Gianluca Carmosino dice
Grazie a te Marco. Loro avranno pure potere, soldi, anni di propaganda alle spalle e “grandi” media a disposizione ma la capacità di scavare in profondità direttamente con le persone no… È in basso che possiamo mettere in gioco creatività e determinazione (ma anche i nostri corpi, i nostri sguardi, le nostre azioni…) come suggerisci tu (e come ad esempio hanno fatto i promotori di #NonnaVotaSi https://comune-info.net/2016/03/nonnavotasi/). Rilanciamo le tue proposte, certi che la campagna che si muove in basso sta aprendo crepe interessanti… Andiamo avanti, No Triv tutti i giorni.
Marco dice
Buona sera,
oggi vorrei darvi altri spunti di riflessione, magari per realizzare un articolo da pubblicare sul sito.
Lo intitolerei “Geopolitica del referendum”.
In Italia il nucleare è stato bocciato con un referendum per ben due volte.
Come mai?
Nucleare civile e nucleare militare vanno di pari passo. Utilizzano le stesse tecnologie, le stesse materie prime e riciclano le stesse sostanze nocive.
Per fare solo un esempio, le bombe ad uranio impoverito, un prodotto tipicamente militare, si ottengono utilizzando le scorie delle centrali nucleari, un sottoprodotto tipicamente civile.
Chi avvia la produzione civile di energia nucleare, dopo breve tempo acquisisce le conoscenze scientifiche per realizzare anche le bombe.
Ecco perché per ben due volte sono stati vinti i referendum sul nucleare nel nostro Paese.
L’Italia è un alleato scomodo.
L’8 settembre 1943 tradì, rinnegando le alleanze.
Fece la stessa cosa all’inizio della prima guerra mondiale, ripudiando la Triplice Alleanza e passando alla Triplice Intesa.
Dopo la seconda guerra mondiale la nostra politica estera, oltreoceano, è sempre stata considerata “ambigua”. Troppo amici degli arabi.
E se le nostre conoscenze scientifiche sul nucleare fossero state passate a Gheddafi o a qualcun altro simile a lui?
Ecco perché i referendum sul nucleare.
Veniamo al referendum di adesso.
Qualche giorno fa in una trasmissione televisiva era ospite in studio il giornalista (giornalista?) statunitense Alan Friedman.
Non appena è stato interpellato, Friedman ha detto che l’Italia deve sfruttare i propri giacimenti marini di idrocarburi per non comprare il gas russo.
Chiaro, no?
Alla luce di queste riflessioni, raggiungere il quorum diventa ancora più difficile, perché improvvisamente si è materializzato un potente nemico esterno.
Ma passiamo invece ad un’analisi economica, partendo proprio dalle basi, dall’abc della disciplina denominata “economia politica”.
I fattori della produzione sono tre: terra, capitale e lavoro.
Le basi dell’economia politica sono state stabilite nel 1700, per cui il termine “terra” va contestualizzato. In realtà con tale termine si intendono le risorse naturali, ma anche i patrimoni, compresi quelli finanziari.
Ai tre fattori della produzione corrispondono tre remunerazioni, rispettivamente rendita, profitto e salario (da cui il modo di dire “vivere di rendita”).
Attualmente la rendita sta schiavizzando profitto e salario.
Chi sa interpretare e leggere determinati avvenimenti non può non rilevare, infatti, che all’interno del famigerato 1% più ricco del pianeta è in atto una guerra all’ultimo sangue tra chi vive di rendita e chi vive di profitto.
Gli speculatori vivono di rendita, i petrolieri vivono di profitto.
Ecco quindi che, allargando di pochino la visuale, si scoprono potenziali nemici (gli statunitensi) e potenziali alleati (gli speculatori).
E i potenziali alleati non vanno assolutamente sottovalutati.
Larry Fox dice
Hai cercato di ottenere prestiti dalle banche senza successo? Urgente bisogno di soldi per uscire del debito? Hai bisogno di soldi per l’espansione o la creazione di la propria attività? Ottenere un prestito da una delle principali società di prestito del Regno Unito. Per ulteriori informazioni, si prega di contattare via e-mail: