Mettere l’auto in comune, condividerla con altre persone con le stesse esigenze quanto a orario, luogo di partenza e di arrivo: la filosofia molto pratica del car pooling e i suoi vantaggi (in sintesi, riduzione dei veicoli in circolazione e dunque meno inquinamento, minori costi di trasporto, meno stress e più socializzazione) sono noti e cominciano ad attirare le attenzioni perfino di enti locali e di soggetti privati di grandi dimensioni, come dimostra il nuovo servizio promosso da Provincia di Roma e il gruppo Autostrade.
Il progetto attivato mette a disposizione un luogo di incontro virtuale nel quale, dopo la registrazione come guidatore oppure come passeggero o entrambi, è possibile offrire o richiedere un passaggio e leggere notizie su traffico e viabilità. Chiunque, anche chi non è ancora registrato, può accedere all’elenco aggiornato dei viaggi disponibili per trovare quello che soddisfi di più le proprie esigenze (partenza, arrivo, orario, componenti dell’equipaggio). Una volta selezionato il percorso è possibile richiedere o offrire un passaggio e decidere con altri il punto di incontro e come riconoscersi.
Il servizio si rivolge anche ai «Mobility Manager» di aziende con sede nella Provincia di Roma che possono creare una «community carpooling» per rendere più semplici ed efficaci gli spostamenti casa-lavoro dei dipendenti. On line sarà infatti possibile creare un accesso alla piattaforma riservato ai dipendenti delle aziende.
Insomma, la buona notizia c’è e tracce di altra mobilità cominciano a finalmente a essere realizzati, nella speranza che siano promosse e curate con più attenzioni di quanto fatto finora ad esempio dal Comune di Roma per il car/bike sharing e car/bike pooling. Per altro nuovi progetti autogestiti iniziano a diffondersi, come il progetto promosso in alcuni quartieri di Roma dall’associazione Think Green Factory.
In ogni caso, dal nostro punto di vista, non mancano nel progetto punti critici: ad esempio, la non partecipazione cittadini nella preparazione e nel controllo del servizio, il rischio che resti un pezzo isolato di politica virtuosa (anche se sui temi dell’altra economia qualcosa la Provincia ha avviato), ma soprattutto che l’interlocutore privato sia un gruppo – piuttosto noto ai movimenti del consumo critico – quotato in borsa, il cui principale azionista è la famiglia Benetton, vale a dire un vero e vasto impero economico che oltre al tessile/abbigliamento comprende ristorazione, immobili, edilizia, sport, ma anche miniere, banche, editoria e ovviamente autostrade e aeroporti. Le critiche principali rivolte ai Benetton, ricorda il Centro nuovo modello di sviluppo, sono il ricorso ai paradisi fiscali, l’arricchimento alle spalle di lavoratori malpagati, l’occupazione di terre rivendicate in America latina dal popolo mapuche. Come dire, condividere beni e ridurre il numero di auto in circolazione non possono essere sinonimo di riduzione dei diritti.
Città invisibile è un piccolo collettivo attento ai temi sociali e della decrescita, nato all’interno dell’omonima libreria (info [at] editoriadellapace [dot] org) dell’ex mattatoio di Testaccio.
Lascia un commento