Ogni martedì e venerdì i ragazzi si incontrano in un’aula ma al posto di quaderni e penne sono muniti di chiavi inglesi, cacciviti, pinze, oliatori, stracci. Aperta al pubblico qualche settimana fa in una scuola di Bari, la ciclofficina sociale Guglielmo Marconi è una delle prime esperienze di questo genere in Italia. Le lezioni organizzate sono di riparazione, noleggio e cicloguida: la gestione è affidata all’associazione Su due pedali e coinvolge ragazzi e ragazze dell”Istituto Marconi.
Formalmente aperta al pubblico da pochi giorni, la Ciclofficina sociale Guglielmo Marconi è il risultato di un progetto scolastico partito quasi sei mesi fa, da un finanziamento del Comune di Bari di 18mila Euro. Inizialmente finalizzata all’inserimento di 3-4 ragazzi con disagi psico-sociali, l’iniziativa ha riscosso grande successo, fino a coinvolgere trenta ragazzi (tra cui due ragazze) dell’Istituto Marconi tra i 14 e i 18 anni.
Ogni martedì e venerdì i ragazzi si incontrano in un’aula all’interno della scuola e muniti degli attrezzi del mestiere, di otto biciclette comprate dal Comune più altre vecchie portate dai ragazzi e da chiunque voglia metterle a disposizione, di buona volontà, gli studenti riparano, smontano, verniciano e costruiscono nuovi modelli.
Le bici date dal Comune e quelle messe a nuovo sono messe a disposizione per il noleggio dei tesserati all’associazione costituita dai ragazzi, dietro pagamento di una somma irrisoria. Qualche professore ha già accolto l’iniziativa, preferendo le due ruote all’auto per arrivare in centro. Oltre al servizio di noleggio, l’associazione sta organizzando delle cicloescursioni di gruppo. Inoltre, nella Ciclofficina è possibile riparare la propria bicicletta pagando solo i pezzi sostituiti. Le conoscenze teoriche e pratiche sono state acquisite con delle lezioni in classe di mobilità sostenibile, progettazione e autoimpresa, marketing e con gli insegnamenti pratici di ciclomeccanica.
Ad affiancare l’iniziativa, l’associazione “Su due pedali”, già pratica di progetti finalizzati all’inserimento socio-lavorativo di persone svantaggiate, che ha offerto consulenza manageriale e in materia di marketing e ha curato la fase di start up. ”Vedo sempre più entusiasmo da parte dei ragazzi” racconta Enzo Rubino, presidente di “Su due pedali”: “Oltre all’importanza della mobilità sostenibile al giorno d’oggi, i ragazzi hanno acquisito tante conoscenze teoriche e pratiche e questo tipo di iniziative giovano all’integrazione sociale, al recupero in casi di dispersione scolastica, ma anche all’inserimento nel mondo del lavoro. In più questa è un’iniziativa che, una volta che avrà preso piede, resterà negli anni alla scuola.
Già i futuri iscritti che vengono dalla scuole medie hanno chiesto di poter far parte della Ciclofficina. Il mio lavoro ora qui è finito, i ragazzi adesso devono lavorare in completa autonomia”. Finito il progetto soft economy, l’associazione “Su due pedali” continuerà per tre mesi a dare una mano ai ragazzi, per renderli completamente indipendenti. Ognuno di loro avrà un ruolo: chi lavorerà in ciclofficina, chi organizzerà le escursioni, chi si occuperà del noleggio e chi della comunicazione.
Intanto in ciclofficina si lavora, si scherza e si pensa agli step successivi: “Per ora siamo aperti solo due giorni a settimana, ma l’idea è di aprire tutti i giorni” spiega uno dei ragazzi “Stiamo solo aspettando che la Provincia ci dia l’ok per utilizzare un locale esterno della scuola, in modo da non occupare più quest’aula e da poter mettere un’insegna che ci dia più visibilità. Così sarà anche più facile individuarci per tutti quelli che ci vorranno venire a trovare ”.
Fonte: http://go-bari.it
DA VEDERE:
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