di Paolo Limonta*
Quello più a destra con la matita rossa è Theò, con l’accento sulla o. I suoi nonni sono francesi e se oggi fossimo stati a scuola sarebbe entrato in classe e, come ha fatto altre volte, mi avrebbe detto: “Hai sentito cosa è successo in Francia?”
Nella classe di fianco invece c’è Omar. È arrivato due anni fa dalla Siria e all’inizio non sollevava gli occhi da terra. Non ci ha mai raccontato niente di quello che ha visto e vissuto nel suo paese. Ma, se lo guardi negli occhi, capisci tantissime cose.
Al piano di sopra invece ci sono Ahmed, che arriva dalla Libia e ama correre. Anche lui sa che cos’è la guerra e non ne parla. E Kalid che è arrivato da Kabul e ha un sorriso se possibile ancora più bello dei sorrisi di tutti i bambini.
Quanti bambini sono morti ieri a Nizza? Non posso pensarci. Così come non posso pensare che guerre e terrorismi uccidono uomini, donne e bambini tutti i giorni. E a tutte le latitudini.
E noi cosa possiamo fare? Noi continuiamo a impegnarci ogni giorno contro tutte le guerre e contro tutti i terrorismi. E continuiamo a restare umani. Per Theò con l’accento sulla o, per Omar che adesso ti guarda e sorride, per Ahmed che ama correre, per Kalid dal sorriso meraviglioso…
.
* maestro
:
DA LEGGERE
Contro la barbarie e la logica della guerra Alain Goussot
Il demonio, il suicidio e la guerra Franco Berardi Bifo
Lascia un commento