In una parrocchia romana è nato perfino l’affitto sospeso per dare un sostegno ai molti che non sono in grado di pagarlo. Intanto, sono sempre di più i pensionati ma anche le madri e i padri di famiglia che vengono fermati all’uscita del supermercati per aver infilato un trancio di formaggio o una scatoletta di tonno in borsa. Dall’altra parte, ci sono quelli che non riescono ad accettare la recessione e non sanno come muoversi, uomini e donne dal coraggio fragile, spaesati dall’impoverimento in una società aggredita dalla pandemia, dal consumismo e dal mito dello sviluppo infinito. “Ci ritroviamo tutti sott’acqua… – spiega Giovanna Mulas, scrittrice – È importante pensarci con responsabilità, nell’interazione quotidiana: fare nostro il dolore dei fratelli che ci circondano e dividere. Con-dividere…”
La prima volta che ebbi modo di viaggiare in alcune tra le zone più degradate di quello che è ancora considerato, da noi “civilizzati” europei, il terzo mondo; mi rimasero impressi, oltre al dolore portato da una nuova consapevolezza, ovviamente, la gioia di vivere delle piccole comunità, pronte a dividere il niente con perfetti estranei. La profonda dignità delle Genti e, su tutto, l’unione. Lo dicono tutti, no? Se non hai un lavoro è perché non lo vuoi davvero oppure non sei bravo in ciò che fai. Ma c’è una recessione in atto, e ogni regola vale quanto il suo contrario.
Sono cambiate molte cose e forse troppo in fretta, durante questi ultimi cinque anni. Per molti, e lockdown a parte, è diventato umiliante anche dover fare la spesa al discount, abbigliarsi di usato. Molti pensionati, troppe madri vengono fermate all’uscita del supermercato perché, per nutrire i figli con qualcosa di diverso dalla solita pasta scondita, si infilano un trancio di formaggio in borsa. O scatolette di tonno. Sorrido con dolore… quanti di noi sono consapevoli di ciò che significa perdere la dignità per una scatoletta di tonno.
Dall’altra parte, in barricata, abbiamo quelli che, se qualcosa non va, non riescono ad ammetterlo; stringono i denti e continuano a urlare al mondo che tutto è eccezionale, forse sperando che, chiudendo gli occhi, il desiderio di avveri. Padri e Madri dal coraggio fragile, che hanno cercato di costruire una fortezza di apparenze per difendersi da un mare in tempesta, con l’acqua che ora sale fino alla gola e loro l’accolgono in pantofole firmate. O persone che pensiamo di riuscire ad aiutare bagnandoci solo le dita dei piedi, quel tanto che basta per afferrarne le mani e trascinarle a riva… ma un istante dopo, appena un attimo, ci ritroviamo tutti sott’acqua.
Persone che battono alle porte degli altri a volte con forza, a volte con rabbia, altre volte timidamente, come passerotti spaventati contro il vetro di una finestra e sbattono, sbattono, e forse nessuno apre loro. E le iene col loro olfatto, con l’istinto che le fa sbavare davanti alle nuove paure del mondo, e a qualsiasi cosa odori di debolezza.
Ma la sicurezza degli uomini non risiede nella percezione di un mondo senza pericoli; risiede in una politica attiva di Comunità circolare, dove il male, la sofferenza imposti ad uno diventano di tutti. Nell’interessarci alla madre prima che sia costretta a rubare per sfamare i figli, a quel nonno costretto a raccattare due molliche dalla spazzatura, perché si vergogna di un pasto in Caritas.
Quando si distrugge la dignità di un uomo, di ogni uomo, gli si sta regalando una pistola carica in mano affinché prema il grilletto il prima possibile. È importante pensarci con responsabilità, nell’interazione quotidiana: fare nostro il dolore dei fratelli che ci circondano e dividere; Con-Dividere. La vera e disinteressata generosità è di quanti dividono senza avere e lo fanno in silenzio; di quanti trasformano un uno in due.
Giovanna Mulas, scrittrice. Tra i suoi ultimi libri La consistenza dell’acqua (A&B editore) e La teoria delle cento scimmie (Ciesse Ed.).
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