Nella notte tra il 14 e il 15 giugno, 60 aerei da combattimento turchi hanno bombardato 81 località del Kurdistan, nel nord dell’Irak, molto vicino al confine con la Siria. I media turchi hanno raccontato, come di consueto, che l’attacco era un’operazione rivolta contro il terrorismo, ma le bombe sono cadute – terrorizzando i civili – nelle zone precedentemente liberate dall’Isis e da Al Qaeda (milizie che la Turchia continua a sostenere), compresi l’ospedale di Sinjar, la città degli Yazidi perseguitati dallo Stato Islamico, e il campo profughi di Makhmour (istituito dall’Onu) che ospita 15 mila persone. Erdogan continua dunque a intensificare sfacciatamente la sua guerra di occupazione del Rojava (Siria del Nord) e del Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale) per potersi insediare stabilmente nel territorio. Il Centro kurdo per i diritti umani ha ottime ragioni per ritenere che la Coalizione internazionale contro l’ISIS (di cui fanno parte l’Europa, gli Usa e altre decine di paesi) e la Russia siano state entrambe informate prima dell’attacco. Il loro fragoroso silenzio e il fatto che non si siano opposti, almeno formalmente, all’uso dello spazio aereo iracheno sono un nuovo evidente segnale di approvazione dell’invasione e del fatto che considerano il diritto internazionale poco più che carta straccia
Nelle prime ore del 15 giugno, 60 aerei da guerra dello stato turco hanno bombardato 81 località, comprese zone abitate da civili, a Makhmour, Sinjar, Qandil, Zap e Xakurk. I media turchi, come sempre, hanno cercato di legittimare il bombardamento affermando che si trattava di un’operazione contro i “terroristi”.
Nel Kurdistan settentrionale lo stato turco ha utilizzato tutti i meccanismi statali per impedire al popolo curdo di partecipare alla politica democratica. Più di un centinaio di consigli municipali amministrati dai curdi si sono visti rimuovere i loro sindaci mentre molti membri eletti del parlamento, sindaci e amministratori locali sono stati arrestati. Tuttavia, questi attacchi non si limitano al Kurdistan settentrionale.
La Turchia sta intensificando la sua occupazione di terre siriane e irachene. Il silenzio di organizzazioni internazionali come le Nazioni Unite, l’UE, l’Organizzazione per la cooperazione islamica, gli stati regionali e gli Stati Uniti e la Russia non fanno altro che incoraggiare lo stato turco. Lo stato turco vuole rendere permanente la sua occupazione del Rojava (Siria settentrionale) e del Kurdistan meridionale (Iraq settentrionale) proprio come ha fatto a Cipro nel 1974.
Lo stato turco sta estendendo la sua occupazione del Kurdistan sotto il governo dell’AKP-MHP. Sta attaccando le aree liberate del Rojava per impedire qualsiasi tipo di status per i curdi. Gli attacchi turchi contro i curdi nel nord di Aleppo, Afrin, Serekani e Gire Spi hanno colpito territori che i curdi hanno liberato da organizzazioni terroristiche come Al Qaeda, Al Nusra e ISIS. Nella lotta contro l’ISIS i curdi nel Rojava si trovavano in una coalizione non ufficiale con gli Stati Uniti e l’UE a est dell’Eufrate e con la Russia a ovest. Nonostante questa collaborazione, lo stato turco e gruppi simili all’ISIS hanno attaccato e occupato città su entrambi i lati del fiume.
Il bombardamento del 15 giugno faceva parte di un piano precedentemente elaborato. Il capo dell’Organizzazione di intelligence turca, Hakan Fidan, ha visitato segretamente l’Iraq l’11 giugno dove ha discusso dell’attacco sia con il governo federale sia con il governo regionale del Kurdistan. Entrambi i governi non si sono ancora pronunciati sull’attacco.
Riteniamo che la Coalizione internazionale contro l’ISIS e la Russia siano state entrambe informate prima dell’attacco. Il loro silenzio e il fatto che non si siano opposti all’uso dello spazio aereo iracheno significano che approvano l’attacco.
Il video di ANF NEWS sul bombardamento
https://1649452211.rsc.cdn77.org/vod/14.06.2020_Maxmur_Turk-savas-ucaklari-Maxmuru-bombaladi_1.mp4
Uno dei luoghi bombardati è il campo profughi di Makhmour, che si trova a 60 chilometri da Erbil e ospita 15.000 civili. Le persone che vivono nel campo sono rifugiati che sono fuggiti dalla Turchia negli anni ’90 dopo che i loro villaggi sono stati bruciati dallo stato turco. Il campo è stato istituito dalle Nazioni Unite nel 1998. Lo stato turco ha bombardato questo campo nonostante fosse sotto la protezione delle Nazioni Unite. Le Nazioni Unite devono adempiere alle loro responsabilità nei confronti del campo e prevenire i bombardamenti turchi.
Un’altra città che è stata bombardata è Sinjar, la casa degli yazidi che è stata attaccata dall’ISIS nel 2014; migliaia di persone allora sono state uccise, cinquemila donne yazidi sono state rapite e vendute come schiave del sesso e migliaia di donne e bambini risultano ancora scomparsi a causa di questo attacco. Gli yazidi di Sinjar, che si stanno ancora riprendendo dall’attacco dell’ISIS, sono ora oggetto di bombardamenti da parte dello stato turco.
Le Nazioni Unite, gli Stati Uniti, il governo iracheno, il governo regionale del Kurdistan e l’UE sono tutti parzialmente responsabili di questi attacchi in Siria e Iraq.
Lo stato turco ha occupato terre siriane e irachene e sta anche usando i suoi spazi aerei come desidera. Questa è una chiara violazione dei principi delle Nazioni Unite sull’autodeterminazione e la sovranità degli Stati.
Il diritto internazionale impedisce agli stati di interferire negli affari interni reciproci e di usare la forza. Con ciò, afferma che le minacce alla pace e alla sicurezza globali dovrebbero essere soggette prima a sanzioni economiche e diplomatiche e, successivamente, a sanzioni militari se necessario. Lo stato turco continua a violare tutti questi principi.
Tutti gli stati che mantengono relazioni bilaterali con la Turchia e rimangono in silenzio sono parzialmente responsabili di questi attacchi e dei danni causati. Pertanto, sono questi stati che devono prendere una posizione.
La Turchia sta commettendo crimini di guerra e crimini contro l’umanità. Questi crimini non dovrebbero più essere tollerati dalla comunità internazionale; occorre prendere una posizione contro i crimini dello stato turco in Siria, Iraq e Libia.
La Turchia prende di mira i curdi, tutti i popoli che vivono in Kurdistan e la sua geografia. I curdi, gli assiro-caldei, i cristiani, gli yazidi, i musulmani e tutte le minoranze etniche e religiose in Kurdistan sono sotto la minaccia del genocidio.
Chiediamo a tutti di stare con il popolo del Kurdistan e contro questi attacchi.
Edo Facchinetti dice
Ecco come l’esercito e l’aviazione Turchi usano e contro chi le usano le armi che i paesi della NATO gli forniscono…ah ecco dimenticavo la Turchia fa parte della NATO. Non possiamo dire che non sapevamo, come non possiamo non dirci complici in questo massacro che è l’ennesimo massacro di Curdi e di profughi.