La guerra è entrata nella realtà dei bambini e delle bambine. Non si può ignorare: esige ascolto e risposte possibili, nonostante la grande fatica che costa cercarle e condividerle. Appunti di una discussione che ha preso forma in una scuola primaria

Maestra chi è Navalny? La seconda pagina di Popotus a cui siamo abbonati riportava la vicenda del dissidente russo e data la curiosità del bambino ho chiesto di leggere tutti insieme. Qualcun@ già aveva sentito la storia al telegiornale, alcuni erano curiosi, molti erano attenti a voler ascoltare, ma soprattutto a fare domande, perciò ho detto leggiamo insieme. Abbiamo proceduto con la lettura, al termine della quale hanno capito che è stato vittima del dittatore russo, che lo ha fatto uccidere senza lasciargli segni sul corpo, facendogli esplodere il cuore.
La Russia per questo omicidio avrà centinaia di sanzioni economiche, che dovrebbero danneggiare soprattutto le industrie di armi. Questo potrebbe avere ripercussioni anche sulla guerra contro l’Ucraina. Navalny ha ottenuto una sua piccola vittoria in questo modo. Soprattutto ha lottato senza violenza, contro un dittatore che non ha scrupoli.
“Maestra, la Russia e l’Ucraina non faranno mai pace”. È il bambino ucraino a fare questa lapidaria affermazione, a cui ho risposto che probabilmente è vero però noi abbiamo il dovere di sperare nella pace, di costruirla intorno a noi nel nostro piccolo mondo. Partiamo dalla nostra aula, dai nostri compagni di banco. Dobbiamo sognare la pace. Gandhi lo fece nel suo paese: in India con la lotta nonviolenta riuscì ad ottenere l’indipendenza del paese.
“Putin ha la bomba atomica maestra e vuole costruire un bunker e andare lì”. Prendiamo questa matita e facciamola cadere, rimane qui ma non è lo stesso per la bomba atomica. “Sì è vero maestra, la bomba atomica distrugge tutto quello che c’è intorno, arriva anche in Russia”. Proprio come dice la vostra compagna, sappiamo che gli effetti della bomba atomica coinvolgerebbero tutti. Probabilmente non la useranno, questo non ci deve tanto preoccupare. La immaginate una vita in un bunker. “Sì maestra, anche le scuole le hanno costruite sottoterra da quando c’è la guerra”. “Maestra ma tu per chi tifi, dimmi la verità, tra Ucraina e Russia?”. Tesoro, nelle guerre non si tifa, comunque io sono per la pace. Io sarei andata via dall’Ucraina, come in tanti hanno fatto. Ci si può opporre e non andare a fare la guerra. Tanti giovani ucraini sono andati via rifiutando di combattere. “Maestra quello che succede in Palestina è una guerra?”. Sì caro, hai ragione è proprio una bruttissima guerra. Pensa che un giovane statunitense per chiedere la fine della guerra in Palestina ha dato fuoco al suo corpo. Un gesto estremo perché la guerra fa soffrire. Pensate che anche quando in Italia furono emanate le leggi contro gli ebrei, quelle per cui facciamo il giorno della memoria, qui a Modena, Angelo Fortunato Formiggini salì sulla Ghirlandina e si buttò giù perché non accettava le leggi razziali.
Mentre parlavo vedevo i visi rigati di lacrime di qualche bambina, ma non mi sono saputa fermare. Bambinə i primitivi avevano bisogno di carne per accrescere il loro cervello, noi abbiamo bisogno di conoscere e capire la realtà, di interpretarla, dobbiamo conoscere quello che accade, dobbiamo leggere i giornali per allargare la nostra mente. Noi possiamo scegliere. Bene che qualcun@ di voi ha pianto, la paura esce e poi si sta meglio. “Maestra io ho ancora paura…”. Si consolavano tra di loro. Voi siete costruttori di pace, perché vi consolate, gli ho detto.
Carla Fedele, insegnante
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