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Pasolini e don Roberto

Ascanio Celestini
13 Aprile 2021

Ascanio Celestini ha incontrato nel cortile di una biblioteca della periferia di Roma gli ex allievi della Scuola 725 per ragionare di Pier Paolo Pasolini

  • Aprile 2021: un momento dell’incontro tra gli ex alunni della Scuola 725 di don Roberto Sardelli e Ascanio Celestini nella biblioteca Raffaello di Roma

Non sapevo che ci fosse un Fondo Sardelli alla Biblioteca Raffaello. In realtà non sapevo che esistesse un posto che raccoglie del materiale sulla sua esperienza, sulla Scuola 725. Però lo immaginavo e mi sono messo a cercare. Esiste! E si trova a due chilometri da casa mia. Ci passo continuamente davanti. Ci arrivo con l’autobus per andare a prendere la metropolitana. La biblioteca sta davanti al cavalcavia dell’Anagnina, a pochi metri dal capolinea degli autobus. Alla prima fermata della metro A. La prima da questa parte della città di Roma.

Faccio una telefonata e parlo con Marzia. Due giorni dopo entro nel parcheggio del piccolo edificio rosso che nasce come scuola. E un po’ lo è ancora. Ecco il Fondo Sardelli. C’è il documentario Non tacere di Fabio Grimaldi e le tesi di laurea su don Roberto. Ci sono la chitarra, il microscopio e la macchina da scrivere. Ma soprattutto c’è ancora tanto lavoro da fare.

“Sto lavorando a uno spettacolo su Pasolini” dico. E mi vergogno un po’. Anche io sono angosciato dall’ennesimo libro su Pasolini, dall’ennesimo panegirico, dall’ennesima teoria del complotto. E infatti voglio parlare di quel Pasolini che tutti conoscono senza aver conosciuto la sua mitografia. Anzi vorrei parlare con le persone che usano Pasolini come un paragone. Quelli che dicono: “l’unico cantore delle miserie della strada, Pasolini…” o cose del genere. Questa è l’ultima che ho letto. Sta in un libro di Vittorio Moledda. Un’autobiografia. Titolo: Profumo di carcere. Lo so. È un po’ retorica. Molto. Ma ha un altro significato quando la senti dire da un detenuto, da un baraccato, da uno che s’è fatto trent’anni di manicomio.

Emanuela mi da il numero di Grazia. Mi dice che è la persona adatta per contattare gli allievi di don Roberto. E infatti Grazia è gentile. Ci parliamo al telefono. Poi mi scrive: “Ho sentito i ragazzi di don Roberto che sono disponibili”. E organizza l’incontro per la settimana successiva.

Giovedì 8 aprile alle tre del pomeriggio. Per due ore e mezzo ci incontriamo nel cortile della biblioteca. Ci siamo tutti in rappresentanza della biblioteca, del settimo municipio, del comune di Roma e, ovviamente, Grazia con Giulia e i ragazzi che tra il ’68 e il ’73 sono stati nella scuola 725 tra le baracche dell’Appio Claudio. E perché dovrei andare a cercare storie per un racconto su Pasolini proprio da loro? Che c’entra Pasolini con un baraccato di Ostia, dell’Appio Claudio o di Kibera? Scriveva Pier Paolo Pasolini:

A) Le persone più adorabili sono quelle che non sanno di avere dei diritti. B) Sono adorabili anche le persone che, pur sapendo di avere dei diritti, non li pretendono o addirittura ci rinunciano. C) Sono abbastanza simpatiche anche quelle persone che lottano per i diritti degli altri (soprattutto per coloro che non sanno di averli). D) Ci sono, nella nostra società, degli sfruttati e degli sfruttatori. Ebbene, tanto peggio per gli sfruttatori. E) Ci sono degli intellettuali, gli intellettuali impegnati, che considerano dovere proprio e altrui far sapere alle persone adorabili, che non lo sanno, che hanno dei diritti; incitare le persone adorabili, che sanno di avere dei diritti ma ci rinunciano, a non rinunciare; spingere tutti a sentire lo storico impulso a lottare per i diritti degli altri; e considerare, infine, incontrovertibile e fuori da ogni discussione il fatto che, tra gli sfruttati e gli sfruttatori, gli infelici sono gli sfruttati.

Tutto qui. Per adesso.


LEGGI ANCHE Ripartire dai piccoli gruppi Uno degli ultimi articoli di Roberto Sardelli (gennaio 2017)


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Un progetto selezionato dall’impresa sociale Con i Bambini nell’ambito del Fondo per il contrasto della povertà educativa minorile. Il progetto è coordinato da Mo.V.I. - Movimento di Volontariato Italiano
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