L”Europa precipita verso l’elmetto. Cosa possiamo fare ogni giorno in molti modi diversi nei territori che abitiamo per proteggere una cultura che rifiuta il dominio della guerra? Ad esempio prenderci cura di luoghi abbandonati ma molto significativi dal punto di vista pedagogico, nei quali ha cominciato a prendere forma anche una nuova cultura politica. Luoghi cari al maestro Mario Lodi..
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Nella frazione Vho di Piadena Drizzona (Cremona), a due passi dalla scuola dove Mario Lodi ha insegnato e dalla casa dove è nato, oggi c’è un grande mosaico di tessere colorate realizzato dal maestro nel 1960. Racconta “Il lavoro dell’uomo” e tra le immagini spicca a caratteri cubitali la parola “PACE!”.
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Osservandola, ho ripensato all’impegno costante del maestro contro la guerra e alle numerose tracce di pace che ci ha lasciato: dalla militanza nel movimento dei “Partigiani della Pace”, ai racconti come Il corvo, La busta rossa, Favole di pace, Il soldatino del pim pum pà, La strabomba; dalla riscoperta dei canti antimilitaristi alla scelta coraggiosa della nonviolenza.
Il diario della sua straordinaria esperienza educativa è nato qui, in una scuola immersa tra i campi e le pioppete “nella nebbia tanta” della pianura padana.
Vedere la scuola del Vho, e il vicino tetto dove ha preso vita la storia di Cipì, è una forte emozione per chi arriva da ogni parte del mondo – ci racconta Omar della locale celebre trattoria “Dell’Alba” – e, tuttavia, trovare un edificio abbandonato all’incuria e all’indifferenza mette addosso tanta tristezza. Se pensiamo a come in Francia hanno saputo valorizzare la piccola scuola di Saint Paul in cui il pedagogista Celestin Freinet ha sperimentato le sue tecniche…
Ci auguriamo che qualcuno restituisca valore e dignità a un luogo carico di grande significato non solo pedagogico, per far conoscere a giovani studenti e insegnanti la rivoluzione silenziosa di un maestro pacifico che ha cambiato il volto della scuola italiana del dopoguerra.