“La notte di sabato 21 dicembre sarà la più lunga dell’anno… Gli osservatori antichi, e Talete con più precisione di ogni altro, calcolarono la durata esatta di un anno a partire da questo giorno… – scrive Franco Lorenzoni – Vale la pena proporre a bambine e bambini di ogni età di dedicare uno sguardo attento a questa scansione cosmica del tempo, che può dare un respiro ampio ai nostri pensieri e alle nostre percezioni… Guardare il cielo di giorno e di notte fa bene ad ogni età, anche perché ci ridimensiona un bel po’…”
La notte di sabato 21 dicembre sarà la più lunga dell’anno.
Se qualcuno di voi ha la fortuna di avere una finestra di casa rivolta a ovest da cui può guardare il tramonto o scopre vicino a dove abita uno slargo da cui si può osservare l’orizzonte verso occidente, si accorgerà che quello è il giorno in cui il sole tramonta più a sinistra, verso sud-ovest, perché compie il tragitto più breve nel cielo.
L’astro che è fonte di ogni energia per la terra, nel corso di un anno segna le stagioni come un immenso pendolo, che oggi è giunto all’estrema sinistra e dal 22 dicembre tramonterà ogni giorno più a destra, fino al solstizio d’estate, che sarà tra sei mesi, il 21 giugno.
Gli osservatori antichi, e Talete con più precisione di ogni altro, calcolarono la durata esatta di un anno a partire da questo giorno particolare in cui il sole, nel suo cammino verso sud-ovest sopra al nostro orizzonte si ferma (sol-stizio), e comincia il suo ritorno verso nord-ovest.
Entreremo dunque da sabato in inverno e vale la pena proporre a bambine e bambini di ogni età di dedicare uno sguardo attento a questa scansione cosmica del tempo, che può dare un respiro ampio ai nostri pensieri e alle nostre percezioni.
Trenta anni fa, nell’introduzione al mio primo libro che si intitolava “Con il cielo negli occhi”, scrivevo che le nostre ricerche di Cenci nascevano da una mancanza e da un desiderio.
“La mancanza la sento forte da tempo, prima di tutto in me, ma anche nelle bambine e bambini che ho l’occasione di incontrare. È la mancanza della possibilità di stabilire un rapporto semplice, diretto e immediato con la natura e gli elementi del nostro pianeta. Il desiderio riguarda invece un sogno che condivido con diverse amiche e amici da qualche anno nelle attività e nelle ricerche che vivono nella casa laboratorio di Cenci. È il desiderio di tentare di offrire a bambini e ragazzi e a noi stessi una strada, un percorso, una ricerca nel tentativo di ritrovare una capacità di ascolto e di sguardo aperto verso il mondo, verso i cicli vitali che regolano ogni esistenza del cosmo, verso la luna, il sole e le stelle, verso i nostri parenti più lontani, che dal cielo ci parlano nella lingua più antica.
Ben prima che esistesse nel mondo la lettura e la scrittura donne e uomini delle culture più diverse hanno sempre dedicato al cielo i loro sguardi. Hanno imparato a leggere i movimenti dei corpi celesti e hanno organizzato i loro spazi e dato un ordine al tempo a partire del loro rapporto con il cielo. Ora invece il cielo è uno dei grandi territori dimenticati e anche la scuola non lo considera quasi pur avendolo lì, gratuito, fuori dalle finestre, ogni giorno sopra l’orizzonte”.
Bambine e bambini imparano a scrivere da sinistra a destra e qualcuno ipotizza che questa scelta sia data dall’imitazione del tragitto del sole che, nelle nostre latitudini, si sposta anche lui da sinistra a destra guardando verso sud, dove percorre il suo tragitto.
E allora perché non regalare loro questa lettura prima, perché non invitarli a seguire il percorso del sole e le fasi della luna nel corso dell’anno?
Pitagora affermò che siamo venuti al mondo per guardare il cielo. La frase è forse esagerata, ma lui era fissato con i numeri ed era appassionato di misure. Lo si può dunque capire e credo dica a noi ancora oggi qualcosa di importante.
Dopo tanti anni continuo a essere convinto che guardare il cielo di giorno e di notte fa bene ad ogni età, anche perché ci ridimensiona un bel po’…
Buon solstizio d’inverno a tutte e tutti!
Nei disegni qui sotto l’attesa del solstizio d’inverno che tracciò qualche anno fa, nel mese di dicembre, una bambina di Giove. Due volte a settimana (quando era sereno) osservavamo la posizione del Sole al tramonto e la disegnavamo nelle nostre “finestrelle astronomiche”, accorgendoci che in autunno il Sole tramonta ogni giorno sempre più a sinistra. Poi, dopo il solstizio che inaugura l’inverno, le giornate si allungano perché il Sole comincia a spostarsi nel senso inverso, tramontando ogni pomeriggio un po’ più a destra, fino al 21 giugno. Così, attraverso il disegno, possiamo scoprire in grande pendolo che indica le stagioni e comprendiamo il senso di questa curiosa parola: “sol-stizio”. Il Sole, dal punto di vista di noi che lo osserviamo dalla Terra, non si ferma mai. Ma se lo osserviamo tramonto dopo tramonto, effettivamente il Sole al solstizio d’inverno si ferma e poi torna indietro, come farà, all’inverso, il giorno del solstizio d’estate, fra sei mesi.