La seconda edizione del Palio di Sant’Elia, a Brindisi (20/28 maggio), mette insieme discipline sportive e creative, ma prima di tutto relazioni sociali. Bambini, adolescenti e genitori coinvolti con il progetto Scuole Aperte e Partecipate

Sta accadendo di nuovo. La seconda edizione del Palio di Sant’Elia – nome del quartiere di Brindisi disegnato all’architetto Antonio Sant’Elia – in programma tra il 20 e il 28 maggio non mette insieme soltanto discipline sportive e creative ma prima di tutto relazioni sociali e il desiderio di prendere in mano la vita del territorio. Nato come progetto di rigenerazione urbana, animazione territoriale e arte ideato dall’impresa sociale ImmaginAbile, il palio vede la collaborazione di numerose associazioni, partner ed enti pubblici, a cominciare dalla cooperativa sociale Legami di Comunità fino al Comune di Brindisi.
Già da molti giorni sono in tanti a vivere il Palio, inclusi bambini e adolescenti con laboratori artistici e sartoriali per addobbare il quartiere con le insegne distintive delle diverse zone in cui è suddiviso (le contrade Delfino, Fenice, Pavone e Lucertola). Le squadre di ogni contrada si sfideranno nelle piazze in alcune discipline sportive e di convivialità (calcio 5×5, basket 3×3, touch rugby, pallavolo 3×3 e tiro con l’arco), mentre nell’ultima giornata ogni squadra organizzerà il proprio angolo buffet per la cena di comunità. La parata di apertura è prevista per venerdì 26 maggio dalle ore 10, muovendo dalla scuola primaria di via Leonardo da Vinci, con tappe presso le piazze che ospiteranno le sfide sportive principali, le parrocchie e l’arrivo a Parco Buscicchio, tornato ad essere uno straordinario punto di riferimento del quartiere.


Le scuole sono un pezzo importante del palio. Del resto da due anni diversi genitori aderiscono al progetto Scuole Aperte Partecipate in Rete (attraverso un progetto nazionale), impegnandosi a tenere il plesso aperto al pomeriggio per attività laboratoriali di diverso tipo (sartoria e falegnameria ma anche incontri dedicati al quartiere). “A Sant’Elia dopo alcune resistenze iniziali sta iniziando ad attecchire bene l’idea di utilizzare gli spazi della scuola come luoghi per tutti, dove i genitori possano mettere in campo competenze e risorse latenti a beneficio della comunità intera – spiega Daniele Guadalupi, tra i promotori del palio, in un’intervista apparsa sul settimanale brindisino IL7 Magazine – La novità più grande è essere riusciti a organizzare prima e meglio la collaborazione con l’Istituto comprensivo Sant’Elia-Commenda, grazie in particolare alla disponibilità della dirigente Lucia Portolano, della collaboratrice Paola Romano e di tutto il corpo docente, i genitori e gli alunni per dare vita a una edizione ancora più partecipata e colorata del Palio. Infatti sono già attivi all’interno della scuola i laboratori artistici per decorare i tessuti delle magliette con i colori delle contrade, cucire bandiere, stendardi e altri simboli, o preparare qualsiasi altro genere di manufatto che verrà sfoggiato durante tutto l’arco della manifestazione”.
Passeggiando per le strade del quartiere è evidente come il palio sia diventato già un momento forte di ricomposizione delle relazioni. “Il palio è un insieme di persone tutte differenti tra loro ma che in un’unica immagine si riscoprono con la stessa identità e appartenenza. Insomma – dice Emanuele – è condivisione, collaborazione e divertimento senza età”. Valentina lo dice con altre parole: “Il palio è condivisione, qualcosa che dà la possibilità di stare insieme e colorare il quartiere”. Già, la condivisione. Secondo Florinda e Claudia in una comunità non è scontata, “questi momenti di unione creati grazie al palio aiutano”. Per Paola c’è qualcosa in più che consente di capire l’importanza di questa grande festa del territorio: “Per me il palio è prima di tutto la possibilità di riscatto per tante persone e per un quartiere che troppo volte è stato etichettato in maniera negativa…”.
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