L’educazione all’aperto, il ruolo attivo dei genitori, la collaborazione con la bottega del pane, la Pro loco, i migranti… Due genitori della Comunità Educante della Scuola primaria (pubblica) di Serravalle di Asti, nota per il sostegno al progetto Bimbisvegli e al maestro Giampiero Monaca (in questi giorni in sciopero della fame per difendere quel percorso), raccontano cosa significa, nella loro esperienza, territorio. “I bambini di questa scuola escono dalle loro case la mattina per entrare in una casa più grande che è la comunità di Serravalle con tutte le sue sfaccettature…”
Bimbisvegli non è solo un progetto didattico nel senso stretto del termine, è anche una scelta di vita in qualche modo. Insegna che la scuola è la vita stessa e che tutti facciamo parte del mondo e in questo dobbiamo trovare il nostro spazio, sia come individui sia come comunità.
Attraverso il percorso proposto dal progetto alunni, famiglie e territorio interagiscono attivamente. Per territorio si intende l’esplorazione dei boschi circostanti, delle colline, dei percorsi che la fortunata posizione di questa scuola offre e l’inevitabile interazione con chi abita e vive quegli stessi posti. Mi viene in mente la bottega del paese che ha donato cibo durante il presidio, la panetteria della frazione vicina che ha messo a disposizione i suoi laboratori per farne una fantastica lezione sull’arte della panificazione e delle sue “magie”, il signore di una delle vicine abitazioni che ha donato la bandiera della pace alla scuola, la Pro loco sempre disponibile a mettere a disposizione i locali per riunioni, feste di carnevale e rendersi partecipe agli open day con ottimi banchetti con polenta e salsiccia per tutti, i migranti stessi sono diventati parte fondamentale nella gestione quotidiana del pre e dopo scuola, nonché del supporto in classe quale aiuto per i maestri e per i bimbi nello svolgimento delle lezioni e per la preziosissima manodopera che ha reso possibile trasformare una scuola grigia in un ambiente pulito e coloratissimo.
Ecco, Bimbisvegli è anche questo: non sono necessarie costosissime gite per esplorare il mondo, le uscite non sono l’evento calato dall’alto che permette ai bambini e alle bambine di toccare con mano e in minima parte alcuni degli argomenti spiegati in classe; l’educazione civica viene vissuta quotidianamente, l’educazione stradale anche (per esempio per attraversare in sicurezza la strada vivendo questo gesto con grande serietà e consapevolezza). Insomma, i bambini di questa scuola escono dalle loro case la mattina per entrare in una casa più grande che è la comunità di Serravalle con tutte le sue sfaccettature.
Imparano anche che non tutti sono solidali con il progetto, che le persone sono diverse e diversificate, che non tutti i proprietari permettono il passaggio nei propri terreni e che occorre rispettare anche chi non è d’accordo, ma ci sono tantissime altre persone disposte a mettersi in gioco e a sostenere questo percorso di educazione diffusa, ognuno con le proprie capacità e risorse.
Noi lo vediamo come un microcosmo che in scala ridottissima rende l’idea di come funzionano il mondo e le sue dinamiche affinché ogni singolo bambino o bambina possa farne tesoro e sviluppare questi strumenti nel futuro così come imparare a leggere, scrivere e contare.
[Lorella Irene]
Una scuola aperta
Da madre di una bambina dell’appena terminata classe seconda, posso dire tranquillamente che la scelta di questa scuola ha permesso alla bambina di sperimentare attraverso le attività all’aperto, a stretto contatto con una natura prepotentemente rigogliosa e diversa in ogni stagione dell’anno, anche le proprie potenzialità mettendosi alla prova in ambienti che altrimenti non avrebbe così bene conosciuto (essendo vissuta sempre in condomini in città)…
Stare nel bosco, sperimentare che è l’ambiente naturale che accoglie lei e i suoi compagni, permette loro attraverso attività ludiche e didattiche di capire che in loro c’è la capacità di potersi confrontare e avvicinare con il dovuto rispetto alla natura, che sempre lascia un segno indelebile. Ricordo gli stivali sporchi di fango, la tuta impermeabile, gli occhi stanchi ma felici al tempo stesso per le scoperte aggiunte… Sperimentare direttamente credo che sia il modo più efficace per far si che la nostra mente imprima i ricordi e focalizzi le nozioni.
Ma il territorio circostante la scuola non è fatto solo di flora ma anche di persone comuni che vivono nella piccola frazione e che sempre hanno dimostrato di benvolere e sostenere il progetto…. La Pro loco, ad esmepio, si rende sempre disponibile a lasciarci i propri spazi per le riunioni, qualcuno rimane sempre a disposizione per permettere ai genitori di partecipare all’impegno mentre i figli più piccoli magari rimangono sotto la sorveglianza del tutto spontanea dei “guardiani” dell’edificio.
La nostra scuola ha permesso a noi genitori di conoscerci, di creare una rete sociale utile sia nel cercare di sopperire alle varie necessità che ognuno di noi vive (impegni di lavoro, mancanza di nonni…) e che il lock down ha accentuato. Abbiamo trovato una comunità di persone coesa e sincera. Abbiamo stretto conoscenze belle e amicizie che durano…
I nostri figli ci hanno dato la possibilità (nel mio caso) di amare profondamente i boschi qua vicino. Da quando li ho scoperti dico sempre che “ci hanno e mi hanno cambiato la vita”. La possibilità di continuare a vivere questo tipo di scuola noi la chiediamo a gran voce, perché è l’espressione di una scuola che lavora nel vero senso della parola fianco dei nostri figli e per i nostri figli. Ogni giorno trascorso a scuola è davvero una boccata di vita e di ossigeno. Difficilmente sento mia figlia dire che non vuole andare a scuola, la vedo felice, integrata e accettata per quello che è.
Il progetto Bimbisvegli a mio parere è il modo più naturale per far sviluppare l’intelligenza, anche quella emotiva, e le capacità critiche dei nostri figli. Ci sentiamo fortunati per aver trovato sul nostro cammino un tale progetto.
[Silvia Mancini]