Sono ancora tanti gli studenti e le studentesse, forse un quarto del totale, in sciopero dalla DAD dal primo giorno della sua entrata in vigore, purtroppo senza saperlo: si astengono perché non hanno accesso alla rete o vivono in condizioni disagiate. “Chi il 26 sciopererà lo farà anche per loro – dicono quelli di Priorità alla scuola – Non perché qualche filantropo regali computer a chi non ne ha, ma perché le scuole vengano riaperte e il sistema di istruzione pubblica non venga definitivamente smantellato sotto pretesto di progresso tecnologico…”. Le ragioni della protesta, il modulo di adesione e l’elenco delle città in cui sono promossi appuntamenti
Sono ancora tanti gli studenti e le studentesse, forse un quarto del totale, in sciopero dalla DAD dal primo giorno della sua entrata in vigore, purtroppo senza saperlo: si astengono perché non hanno accesso alla rete o vivono in condizioni disagiate. “Chi il 26 sciopererà lo farà anche per loro – dicono quelli di Priorità alla scuola – Non perché qualche filantropo regali computer a chi non ne ha, ma perché le scuole vengano riaperte e il sistema di istruzione pubblica non venga definitivamente smantellato sotto pretesto di progresso tecnologico…”
“Il popolo non ha scuole? e allora dategli computer!”. In questi giorni ci siamo alzati leggendo sui giornali del gruppo Gedi una serie di dichiarazioni sconcertanti, con il timbro della presidenza della Repubblica (da un anno particolarmente assente in tema di scuola e di diritto all’istruzione). Invece di riaprire le scuole e così ripristinare dei diritti costituzionali, si lanciano con fervore progetti filantropici che promettono distribuzioni di “device”. Lo slogan del progetto è “digitali e uguali”: retorica che per cominciare nasconde “digitali e distanti”.
Svaniti, alla prova dei fatti e del naufragio socio-sanitario a cui stiamo assistendo, tutti quei bei discorsi sui “nativi digitali” che confondevano, per esempio, saper usare un telecomando o premere lo schermo touch di un videogioco con delle capacità di ragionamento logico, di ordinamento oppure con delle conoscenze. Ora abbiamo la filantropia, che si attrezza per affrontare a modo suo uno dei ritardi cronici del Paese. Ma di nuovo imbroglia le carte, confondendo forma e sostanza, strumento e funzione, dotazione e capacità di uso. Sembra di essere alla discussione di quest’estate sui banchi a rotelle che avrebbero salvato la scuola, solo in versione aggiornata: aspettiamo di vedere il cumulo di rottami digitali, come abbiamo già visto il cumulo di banchi inutilizzati (del resto le scuole sono chiuse).
Nessuno affronta il punto di una riforma della scuola che punta su digitali e atomizzati, digitali e disgregati, digitali e abbandonati. Lo smantellamento della società avanza tra squilli di tromba. Di fronte a tutto questo, noi non alziamo bandiera bianca: “perché è il simbolo dell’ignoranza, bandiera bianca la vogliamo no”. Perciò non vogliamo nemmeno una riforma della scuola fondata sulla didattica a distanza, che ci viene riproposta dopo i fasti della primavera e dell’estate scorse.
Per questo il 26 marzo lanciamo uno sciopero della didattica a distanza: “usciamo dagli sche(r)mi” perché “questa casa non è una scuola”. Non collegatevi, non collegate, non fatevi collegare. È possibile uscire di casa e andare nelle strade e nelle piazze in cui ci saranno le manifestazioni, i presidi, i flashmob, le lezioni all’aperto lanciate da Priorità alla Scuola in tutta Italia, in concomitanza con lo sciopero del comparto scuola convocato dai COBAS e sostenuto dal Coordinamento Nazionale Precari-e Scuola. Il 26 marzo è il giorno dell’astensione dalla Dad e delle richieste: perché la scuola riapra, perché la scuola torni a funzionare, perché nemmeno noi rivogliamo la scuola del 2019, ma una molto migliore. Questo è in gioco con le risorse del Recovery Fund: questo è il motivo per cui vogliamo e dobbiamo vincere la battaglia per quelle risorse e il modo in cui quelle risorse saranno usate. “Sì ti ho capito, t’interessa più la scuola / E poi del resto chissà come sei brava / Ma scusa tra i vari interessi che hai / Dimmi che posto mi dai”. Noi vogliamo una scuola che sia davvero al primo posto. “Ti voglio bene, non l’hai mica capito / Ti voglio bene, lascia stare il vestito / Ti voglio bene, non cambiare discorso dai non scherzare”.
COMPILA IL MODULO DI ADESIONE ALLA DAD E SPEDISCILO alla scuola di appartenenza e a il testo: Il sottoscritto _________________________________________ genitore dell’alunn ______________________________della classe ___ sezione ___ indirizzo ____ del plesso _______________ dell’istituto _________________________________, comunica al consiglio di classe e al dirigente scolastico che su__ figli__ parteciperà allo sciopero della Didattica A Distanza per il giorno 26/03/2021, pertanto quel giorno non sarà connesso alle lezioni tramite piattaforme digitali.
Data e luogo Firma
L’ELENCO delle CITTÀ, in ordine alfabetico, dove manifesta PAS
1. Altamura va a Bari 2. Ancona, Piazza Roma ore 10 3. Arezzo 4. Bari, Lungomare Nazario Sauro, ore 10 5. Bergamo 6. Bologna Piazza del Nettuno / ore 10 7. Brescia, piazza Vittoria ore 16 8. Cagliari, Davanti USR piazza Unità ore 11 9. Castellamare di Stabia (con Gragnano, Sant’Antonio Abate, S.ta Maria la Carità), P.zza Giovanni XXIII, ore 11 10. Catania, Piazza Stesicoro, ore 9 11. Como, Piazza Verdi, ore 15 12. Cremona 13. Faenza, P.zza del Popolo, ore 11.30 14. Ferrara P.zza Savonarola, ore 11.30 15. Firenze P.zza Santissima Annunziata, ore 9.30 16 . Genova, Via Assarotti, provveditorato, ore 9.30 17 Gorizia, Piazza Vittoria, ore 17 18. Grosseto e Arezzo 19. Imola, Parco del l’Osservanza ore 16 20. Imperia 21. Lanciano (CH) Piazza Plebiscito ore 16 22. L’Aquila, Villa Comunale – Palazzo dell’Emiciclo, ore 10.30 23. La Spezia, P.zza Europa, ore 10 24. Lecce – via XXV luglio – vicinanze Prefettura ore 9.30 25. Lecco 26. Lucca P.zza Guidiccioni (davanti Usp) ore 10 27. Mantova, P.zza Martiri Belfiore, ore 17.30 28. Massa Carrara, Via fermi, ore 9.30 29. Melegnano (va a Milano) 30. Milano, piazza XXIV Maggio, ore 17:30 31. Modena, Piazza Grande, ore 10 32. Napoli, Piazza Dante ore 10 33. Novara, P.zza Puccini 8, ore 8 34. Olbia, piazzale della Provincia, via Nanni 47, ore 10 35. Padova, Piazza Cavour, ore 10 36. Palermo, Prefettura, ore 10 37. Parma, Piazza Garibaldi, ore 17 38. Perugia, Piazza IV Novembre 10.30 39. Pesaro, Campus scolastici via Nanterre, ore 10 40. Pescara, Piazza Sacro Cuore, ore 10.30 41. Piacenza Pubblico Passeggio (Faxhall) ore 17,30 42. Pisa e Livorno P.zza XX settembre, ore 10 43. Pistoia, Piazza Duomo ore 10 44. Pontedera va a Firenze 45. Pordenone piazza XX Settembre dalle 18 alle 19 46. Potenza piazza Mario Pagano / ore 10.30 47. Prato P.zza Santa Maria delle Carceri ore 17 48. Ravenna Piazza Kennedy ore 10 49. Reggio Emilia, P.zza Prampolini, ore 10 50. Rimini, striscionata sui poli scolastici 51.Roma P. Montecitorio / ore 10 52.Rosignano Solvay 53.Salerno, Piazza caduti di Brescia, ore 10 54.Sassari, Piazza Fiume ore 10 55.Terni Piazza della Repubblica, ore 11 56.Torino 57. Torre Pellice, sciopero Dad e va a Torino il 26, il 27 flash mob alle 10.30 in piazza Libertà a Torre Pellice. 58.Treviso, Bastioni San Marco, ore 11 59.Trieste, Piazza Unità, ore 11 60.Udine, Piazza Libertà dalle 18 alle 19 61.Venezia Piazzetta Coin, Mestre, ore 9 62.Vicenza 63.Vico del Gargano (FG) attività davanti ai plessi scolastici – mattina 64. Viterbo (va a Roma) 65. Peschici (FG) ore 9:30 66. Lestans di Sequals (pn) ore 18 davanti alle scuole primarie
giuseppe dice
Le “scuole” debbono essere riaperte ma non negli edifici scolastici. Aprire per rinchiudere in massa? No! Guardate un po’ i nostri cugini tanto ammirati. L’unica soluzione era ed è l’educazione diffusa. https://www.liberation.fr/societe/education/on-a-nie-les-contaminations-en-milieu-scolaire-20210325_WPB6UHXMUBABDGQ2NUUBATMEYQ/
https://www.liberation.fr/societe/ecole-en-plein-air-etre-avec-les-copains-au-grand-air-ca-leur-redonne-de-lenergie-20210326_SVOF4TZTTJGSVEKGBTK3TGCPQQ/