Da oltre dieci anni ogni ultima domenica del mese nel quartiere Carrassi di Bari si ricrea la Piazza del Baratto. Nessuno lo avrebbe detto quando è stato organizzato il primo appuntamento. Ma chi lo promuove oggi lo sa bene: non si tratta solo di consumo critico, di riduzione dei rifiuti o di mettere in discussione il dominio del denaro, ma di creare prima di tutto relazioni diverse tra persone
Il vento sferzava le mani, tagliava sulle dita senza pietà. Era un gelo siberiano quello che aveva accolto i primi barattanti giunti nel cortile della chiesa Russa di Bari. Timidi e un po’ impacciati avevano sistemato i propri oggetti su tappeti di stoffa disposti per terra mentre la gente passava per la strada e gettava sguardi distratti a quello che accadeva oltre il recinto, nel cortile. È stato il primo incontro del mercatino del baratto, a quel tempo e per più di un anno quell’incontro mensile si era chiamato proprio così: mercatino del baratto.
Era venuto in mente a Michele, Ilaria e Clelia dopo aver partecipato a un incontro sul consumo critico. Quell’idea li aveva solleticati fin da subito, aveva fatto contatto tra le loro menti e ognuno era tornato a casa e aveva iniziato a parlarne con chiunque incontrava; l’idea si era fatta fluida, scivolando di persona in persona.
Parlare di consumo critico non è facile ancora oggi e lo era ancora di meno nel 2007 quando è nata l’idea di una domenica al mese dedicato allo scambio di oggetti. Il baratto è la più antica forma di commercio e quando se ne parla s’intravede dietro lo sguardo di molti l’idea di un nostalgico ritorno al passato. È importante invece ritornare sul baratto, sull’idea di uno scambio equo e umano che estrometta il denaro e i consumi. È importante per noi, persone, è importante per l’ambiente perché tutto ciò che trova una nuova vita non finisce nelle discariche, non resta sulla terra, inquinandola.
Clelia, professoressa all’istituto scientifico E. Fermi, fin da subito ha sparso la voce con i suoi studenti che hanno accolto l’invito. È nato così il Collettivo Studenti Fermi, tra i partecipanti più assidui delle prime edizioni del baratto. Portavano oggetti da scambiare, ma soprattutto collaborazione umana e qualche pezzo di torta da donare in cambio di un sorriso.
Le nuove generazioni sono il cardine di questa nostra società, è importante passare a loro la consapevolezza che i nostri acquisti incidono in maniera significativa sul sistema ambientale e sociale. Ogni acquisto è futura spazzatura, acquistare plastica significa riempire la bocca di un inceneritore, sprigionare diossina. Acquistare a basso costo significa puntare su manodopera sfruttata e sotto pagata, su bambini che invece di andare a scuola sono costretti a utilizzare le proprie mani per costruire oggetti piccoli, magari giocattoli che finiranno tra le braccia dei loro coetanei più fortunati. Anche per questo che l’appuntamento mensile del baratto ha tra i suoi protagonisti principali i bambini, barattanti instancabili e sempre pieni di energia che portano giochi che non usano più.
Circa un anno dopo il suo primo incontro, l’appuntamento mensile del baratto ha cambiato nome, da quel momento in poi è stato per tutti la Piazza del Baratto.
La Piazza del Baratto ha trovato casa nel Parco Due Giugno del quartiere Carrassi di Bari. La ospita il Centro Polifunzionale Futura. Oggi conta più di cento edizioni, dodici anni di appuntamenti mensili e molte mani di volontari, un gruppo ben consolidato e disposto a mettere in circolo le proprie conoscenze. L’entusiasmo non manca mai ma il segreto è un altro: la voglia di dare senza pretendere nulla dall’altro. Ogni mese “Quelli del baratto” si incontrano per una cena, a turno qualcuno mette a disposizione casa sua, ognuno prepara qualcosa, si sta insieme, si parla, si discute, si organizza e ci si prepara così alla prossima domenica di Baratto. Le porte della Piazza del Baratto si aprono l’ultima domenica del mese, i volontari si occupano dell’accoglienza di chi arriva, perché nessuno possa sentirsi a disagio e perché tutti possano sentirsi in sintonia con l’altro, anche se non si erano mai incontrati prima. Il gruppo mette a disposizione i suoi tavolini per chi arriva, aiuta chi è in difficoltà, porta degli oggetti da scambiare.
Il barattante più assiduo è Nicola, arriva da Modugno, a volte solo a volte in compagnia ma sempre con poche parole. Viene per il gusto di scambiare e di incontrare persone, porta oggetti nuovi o oggetti che ha scambiato la volta prima o quella prima ancora, solo per il piacere di barattare e condividere, in un circolo d’infinita bellezza.
All’interno della Piazza del Baratto esiste il microcosmo del Bookcrossing. Ida, Frank e Lucio si occupano di raccogliere e catalogare i libri, li inseriscono sul sito internet e la domenica del baratto li sistemano su un simpatico stendino. Il bookcrossing è un mondo a parte, chi viene può decidere di scambiare un libro con un altro, di prenderne in prestito uno per il tempo di una lettura oppure di adottarlo perché in fondo restituire un libro al mondo è un regalo per chi lo dà e per chi lo riceve. All’interno della Piazza del Baratto negli anni si sono organizzati anche tanti incontri, scambiando e intessendo conoscenze. Daniele, insegnante di musica, ha organizzato laboratori per la costruzione di strumenti musicali e con le sue abilità ha fatto cantare tutti in coro, tra stonature e risate condivise. Sibilla intesse sogni e borse con materiale da riciclo e ha portato il suo saper fare alla piazza del baratto, a disposizione di chi volesse apprendere.
La piazza del baratto ogni mese cerca di invertire la rotta dei consumi eccessivi, ognuno porta quello che ha, oggetti che non gli servono più o vecchi ricordi che non vuole relegare nel cestino ma la regola di base è che siano in buone condizioni e funzionanti.
Non è solo uno scambio materiale e prima di tutto uno scambio umano, chi viene porta sempre con se un sorriso o una parola gentile e porta a casa altro. Alla Piazza del Baratto Sibilla è la baratta pensieri, scambia una frase o un aforisma in cambio di un pensiero o di un disegno, appuntato su uno dei suoi diari. Qualcuno viene per scambiare le ricette, qualcun altro semplicemente per incontrarsi o salutare.
Non dev’essere un caso se l’accesso alla Piazza del Baratto è da Viale della Resistenza, ci vuole coraggio e determinazione a portare avanti un impegno controcorrente. La Resistenza è un atto quotidiano e rivoluzionario, di una bellezza faticosa. In un mondo che gira troppo di fretta, che chiede continuamente di aprire i portafogli, sprecare, buttare, inquinare, partecipare alla Piazza del Baratto è un atto di Resistenza, un atto d’amore verso se stessi, verso l’ambiente, verso gli altri.
Il baratto è l’insieme di tante realtà che si intrecciano, si uniscono. I volontari del Baratto vengono da diversi quartieri di Bari, ognuno si porta dietro il proprio vissuto e le proprie sfide con il mondo. Michele è uno dei veterani e dei più eclettici del gruppo, un lavoro in banca, un vulcano di colori e un cuore propenso alle battaglie sociali. Ilaria e Simona sono le più giovani, Ilaria con uno sguardo sempre rivolto ai barattanti più piccoli e una passione da attivista di Amnesty International, Simona sempre pronta a tirare le fila e a organizzare per essere operativi al meglio. Ileana porta la sua bravura da comunicatrice dentro la Piazza del Baratto, sempre pronta a coinvolgere gli altri. Ma i volontari del baratto sono veramente tanti, ognuno con la sua essenza e con un bagaglio di cittadinanza attiva che porta con sé ad ogni incontro.
Da qualche anno l’idea è stata adottata dall’Associazione ADIRT – Associazione difesa insediamenti rupestri e territorio che oltre a essere assidui frequentatori del baratto sono anche grandi sostenitori di questo appuntamento, offrendo collaborazione e aiuto materiale.
La Piazza del Baratto non è solo questo, in tanti appuntamenti apre le sue porte ad associazioni locali e movimenti cittadini che operano in difesa dell’ambiente e a favore del consumo critico. L’idea nasce dal desiderio di offrire alle organizzazioni un palco attraverso il quale farsi conoscere ma anche dalla consapevolezza che è necessario fare rete e supportarsi. Con questo spirito il gruppo nel baratto si è fatto promotore del One Bilion ricing, una campagna mondiale contro le violenze sessuali nei confronti delle donne.
La Piazza del Baratto è un luogo che si ricrea ogni ultima domenica del mese, è un luogo di condivisioni di animi ed emozioni. Prima ancora del consumo critico nella Piazza c’è l’attenzione alla persona, a chi viene sempre ma anche a chi arriva per la prima volta, ai più piccoli che non perdono mai l’entusiasmo di partecipare ma anche di donare e ricevere giochi. La Piazza del Baratto chiede di rinunciare ad affollare i centri commerciali, organizza appuntamenti a tema. Nell’appuntamento di novembre si portano gli oggetti che potrebbero diventare regali da mettere sotto l’albero natalizio, poco prima che inizi la scuola si scambia il materiale scolastico e prima delle vacanze il tema è sempre quello del mare.
Barattare mette in circolo entusiasmo, una gioia che fa contatto, si trasforma e si anima, diventando altro e in questo senso sono nate nella provincia di Bari diverse iniziative legate alla Piazza del Baratto.
Da questo nuovo anno inoltre si sta organizzando in una scuola primaria di Bari la Piazza del Baratto scolastico. L’idea è nata ed è stata desiderata da una bambina, assidua frequentatrice del baratto, che ha iniziato a chiedere alle maestre la possibilità di organizzare il baratto con i suoi compagni. Nell’inseguimento dei calendari e dei programmi purtroppo non c’è stato tempo materiale di inserire questo progetto, così la piccola ha deciso di incontrare la preside per strapparle la promessa che dal nuovo anno si organizzerà questo importante appuntamento anche nella sua scuola. Perché i grandi hanno il potere di smuovere le cose ma solo i più piccoli hanno la bacchetta delle magie.
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Articolo pubblicato grazie alla collaborazione con il Blog storie di Economia Circolare
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Leonardo dice
Grazie signora Botrugno, per non aver menzionato la VI Circoscrizione, che oltre ad accogliere l’iniziativa, quando ha lasciato la Chiesa Russa si è anche preoccupata di indicare il Parco 2 Giugno (come Michele sa) concedendo l’ uso di un locale come magazzino. Purtroppo la memoria corta e’ un fenomeno più diffuso di quanto pensassi.
Leonardo dice
Grazie Signora Botrugno per non aver menzionato la VI Circoscrizione, che oltre ad accogliere l’iniziativa, quando ha lasciato la Chiesa Russa si è anche preoccupata di indicare il Parco 2 Giugno (come Michele sa) concedendo l’ uso di un locale come magazzino. Purtroppo la memoria corta e’ un fenomeno più diffuso di quanto pensassi.
Chiara dice
Bella iniziativa e mi vergogno da barese di non conoscerla, sicuramente d ora in poi vorrei avere più informazioni dagli organizzatori.