Il Cinema Palazzo si è riempito nel primo pomeriggio dei volti del quartiere, giovani e anziani, noti e nuovi, quelli dei commercianti, dei residenti, degli studenti, dei lavoratori, di qualche politico di professione, degli occupanti, degli artisti, dei curiosi del quartiere. Un’assemblea variopinta ed eterogenea di persone disposte in circolo, sedute e in piedi, a parlare, ascoltare, progettare. Tanti gli interventi, le esperienze, le proposte, ciascuno con il proprio sguardo e la propria conoscenza di una parte di territorio, per parlare dei problemi concreti, dei bisogni diffusi e delle soluzioni possibili. Interventi che si sono succeduti fluidi, sempre collegandosi e allacciandosi tra loro in un quadro che si è composto di mille proposte:
Mappare i bisogni, unire le competenze, mettere a disposizione le risorse, connettere luoghi e percorsi di socialità, di cultura, di scambio. Creare relazioni, generare partecipazione, mettere in contatto. Cambiare i modelli della cultura e della socialità a San Lorenzo, innescare meccanismi di co-working, restituire spazi di aggregazione, per garantire il diritto alla salute, da gestire collettivamente per rispondere a bisogni reali del quartiere. Interrogare e intervenire sul concetto dominante di divertimento, dare spazio allo sport, ai luoghi per i bambini. A San Lorenzo, è possibile.
Rifiutare il Pil
Ridefinire il rapporto tra produzione e distribuzione, promuovere la filiera corta, l’artigianato vecchio e nuovo, liberalizzare le licenze e renderle revocabili, istituire una commissione di controllo ibrida del quartiere per monitorare la soddisfazione di esigenze collettive, per valutare l’utilità e la qualità delle attività sul territorio, inventare un “bollino” per segnalare le attività virtuose, intercettare e migliorare il commercio degli ambulanti, combattere il lavoro in nero. Adottare un modello di benessere equo e solidale, rifiutare il PIL, realizzare una no-tax zone, redistribuire i servizi, ripristinare l’equilibrio, inventare nuovi strumenti di bilancio, adottare nuovi parametri di valutazione non solo economici, tutelare la comunità. A San Lorenzo, è possibile.
Diventare massa critica, autogestire il territorio, imporre la questione della partecipazione come elemento condizionante, autorganizzare La Libera Repubblica di San Lorenzo come assemblea permanente decisionale, intergenerazionale, che non sia solo consultiva, inventare nuove istituzioni, nuove forme di residenza per chi aderisce al progetto territoriale, creare organi collettivi di autorappresentanza, di democrazia diretta, di partecipazione in prima persona, coordinare le esperienze sul territorio. A San Lorenzo, è possibile.
La memoria
Riscrivere insieme il piano urbano per San Lorenzo, combattere il piano regolatore cittadino che rende tutti i terreni edificabili, ricostruibili, regalandoli ai palazzinari privatizzando i profitti e socializzando le perdite. Intervenire sui progetti di speculazione edilizia, bloccare la cementificazione, dare spazio al verde, puntare su un’edilizia di riqualificazione e su forme di energia alternativa, salvaguardare i luoghi storici, la memoria del quartiere, il suo tessuto sociale, legare problemi i della speculazione alle esigenze reali, quelle degli studenti, quelli degli anziani, elaborare insieme un progetto concreto alternativo da contro proporre e affermare. A San Lorenzo, è possibile.
Garantire il diritto all’abitare attraverso un patto sociale, creare una repubblica libera dagli sfratti e dagli affitti in nero, salvaguardare l’edilizia pubblica popolare. Non dare alle banche le case per cui non si riesce pagare il mutuo, ma riaffittarle con un canone sociale che non superi il 30 % del reddito, bloccare il ricatto dei posti letto, implementare le agevolazioni per gli studenti, riappropriarsi degli stabili vuoti, farne studentati, per generare forme indirette di reddito e di tempo, contro i tagli al welfare e l’attacco dell’austerity, valorizzare la presenza degli studenti sul territorio, permettendo loro di vivere vicino all’università. Frenare lo strapotere dell’università stessa, l’accaparramento di spazi ed edifici nel quartiere senza alcun beneficio per la comunità in termini di cultura, diritto alla salute, socialità. Riappropriazione degli spazi vitali per la comunità. A San Lorenzo, è possibile.
Mettere in Comune
Per cominciare a mettere in pratica tutto questo, sono stati istituiti dei “Circoli” che lavoreranno già da questa settimana su Urbanistica, Speculazione, Diritto all’Abitare, Questione Affitti ed Espulsione Sociale, Diritto alla Salute, Questione Culturale e Sociale, Rappresentanza, Nuove Istituzioni, Questione Finanze e Commercio. Chiunque voglia mettere in comune le proprie idee, le proprie competenze, i propri sogni, può inserirsi in uno o più gruppi di lavoro, per partecipare alla costruzione de La Libera Repubblica di San Lorenzo.
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marina dice
Cinema Palazzo e Comune-info, siete due motivi di grande speranza per il futuro, anzi per il presente. Vi dedico quanto scritto da Wu Ming qualche tempo fa: “Abbiamo bisogno di riappropriarci di un senso del futuro, perché sotto il sole sta accadendo qualcosa di radicalmente nuovo”.