Nessuno dimenticherà le parole di Mario Draghi che qualche giorno fa ha ringraziato la guardia costiera libica, aiutata e sostenuta dall’Italia, per i “salvataggi” dei migranti. «Chi, come noi, ha visto i loro corpi, ustionati, oltraggiati, percossi, mutilati sa bene che la Libia non è e non pratica “salvataggio” – scrive Alessandra Ballerini su la repubblica di Genova – e sa che non si possono stringere le mani sporche di sangue di dittatori e generali e credere di riuscire a mantenere pulite le proprie…»
In molti non riusciamo a darci pace. Le parole, dovrebbero avere sempre precisione e peso. Soprattutto alcune, che sono sacre. La parola “salvataggio” è una di queste. Per ringraziare “dei dittatori di cui si ha bisogno per collaborare” se ne dovrebbero scegliere altre.
Si può ringraziare, appunto, per la collaborazione, ma non per i salvataggi. Il salvataggio è un dovere giuridico, una responsabilità, un principio, una speranza. Non può essere sciupato per ingraziarsi chi quel dogma viola costantemente. Bisognerebbe leggere a chiunque creda o solamente dica che la Libia fa salvataggi, quanto precisamente descritto dal Tribunale di Messina che ha punito i torturatori di
“centinaia di migranti che venivano privati della libertà personale e sottoposti a sistematiche vessazioni e atrocità al fine di ottenere dai loro congiunti il versamento di somme di denaro, ovvero, in assenza del pagamento, venivano alienati ad altri trafficanti di uomini per il loro sfruttamento sessuale o lavorativo o talora uccisi…. sottoposti a reiterate costanti violenze fisiche consistenti in sistematiche percosse con bastoni, calci dei fucili, tubi di gomma, frustate e somministrazione di scariche elettriche, ripetute minacce gravi poste in essere con l’uso delle armi o picchiando brutalmente altri migranti quale gesto dimostrativo, accompagnate dalla mancata fornitura di beni di prima necessità quali l’acqua potabile, e di cure mediche per le malattie contratte o le gravi lesioni riportate in stato di prigionia, acute sofferenze fisiche e traumi psichici e un trattamento inumano e degradante per la dignità della persona… sottoposti a sevizie fino a giungere alla perpetuazione di veri e propri atti di tortura talvolta culminati in omicidi ciò al fine di lucrare sulla condizione di disperazione in cui i prigionieri versavano costringendo i loro familiari a pagare consistenti somme di denaro quale prezzo della loro liberazione, quanti non riuscivano ad assecondare i desiderata della dell’associazione finivano per essere trucidati o venduti ad altri trafficanti di esseri umani”.
Questa la sorte per chi transita dalla Libia o verso la Libia viene riportato dalla guardia costiera di quel Paese. Nessun salvataggio. Nessuna salvezza. Lo sanno bene i profughi che da quelle “atrocità” scappano e che quando capiscono che potrebbero essere rinviati in Libia supplicano di essere uccisi piuttosto che precipitare di nuovo in quell’orrore. Così quando è capitato che alcuni di loro si ribellassero contro l’equipaggio della nave italiana che dopo averli intercettati in mare, lungi dal “salvarli” li stava conducendo in Libia, il Tribunale li ha assolti riconoscendo l’esimente della legittima difesa e ribadendo che le convenzioni del mare impongono “un obbligo di salvataggio in mare della vita umana, che comporta il dovere di individuazione di un porto sicuro dove sbarcare le persone… e non consentono affatto il rimpatrio in Libia dei migranti soccorsi”.
Chi, come noi, ha visto i loro corpi, ustionati, oltraggiati, percossi, mutilati sa bene che la Libia non è e non pratica “salvataggio” e sa che non si possono stringere le mani sporche di sangue di dittatori e generali e credere di riuscire a mantenere pulite le proprie.
Aurora Iuorio dice
Situazioni atroci su cui la politica continua a chiudere gli occhi
Emanuela Bussolati dice
Nulla di buono può venire da una visione occlusa.
rosa sicilia dice
Non è possibile che Draghi non sappia la verità sui “salvataggi”. Equilibrismi politici dettati da interessi economici. E’ non è l’unico paese, vedi Turchia, verso il quale bisognerebbe prendere una severa posizione di condanna. A quando un cambio di rotta?
Livia Cerasari dice
Assolutamente d’accordo !
Anna Maria dice
Stop accordi con la Libia ! Stop vendita armi ai regimi… !