Noi del Gonfalone del Drago Verde (nome di un gruppo di cittadini e cittadine di un rione bizzarro quanto ribelle di Firenze, ndr) vediamo il mondo in una goccia d’acqua. Solo che la nostra goccia d’acqua rispetto a quella di chi è rinchiuso in una stanza e può vedere solo uno schermo Tv è molto più grande. Non è che siamo più intelligenti, sono gli altri che non godono delle nostre stesse opportunità.
Circa una volta al mese, organizziamo un evento dal bellicoso titolo: “Il mercatino del vestitino che non gli sta più e adesso a chi lo regalo?”. Si tratta semplicemente di mettere fuori dei tavolini e invitare tutti a piazzarci sopra quei vestiti che non stanno più ai bambini, per regalarli a chi ha bambini più piccoli.
Attorno ai tavolini nascono e si approfondiscono amicizie, se non altro perché ogni mamma finisce per raccontare i fatti suoi alle mamme che gestiscono i tavoli. E ovviamente uno dei nostri scopi reconditi è proprio promuovere questa complicità tra persone vive che si guardano negli occhi, e che è l’unico vero antidoto alle menzogne dei politici e alla tentazione di delegare loro qualcosa di noi stessi. Questo già ci insegna quanto ci sarebbe da capire a proposito di politica, il resto è una postilla, spesso noiosa.[1]
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Ma impariamo anche qualcosa di fondamentale e nascosto sull’intero sistema in cui viviamo. Infatti, quando sbaracchiamo il mercatino, carichiamo sempre i nostri carrelli da supermercato (no, non li abbiamo rubati, ce li hanno regalati gli incappucciati della Venerabile Arciconfraternita della Misericordia, che esiste almeno dal 1244, chiedetelo a loro dove li hanno trovati) con più roba di quanta ne avessimo all’inizio. Perché alla gente – anche alle famiglie povere con tanti figli – manca tremendamente lo spazio, ma la roba non manca mai.
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Tutto il Rione del Drago Verde (e siamo certi, anche quello dell’Unicorno e del Lion d’Oro, della Vipera e del Bue) potrebbe campare benissimo per un paio d’anni con una moratoria sulla produzione e l’acquisto di vestiti, oggetti elettronici, mobili, libri e immagino praticamente qualunque altra cosa, escludendo alcune cose deperibili come il cibo. Che poi con quello che avanza ogni sera ai ristoranti e ai bar e agli alimentari, anche quello…
Basterebbe portare la Roba ai nostri mercatini e scambiarsela.
Immaginate adesso di trovarvi a spingere un carrello della spesa stracarico sui sassi sconnessi dell’Oltrarno, pieno di più vestiti di quelli con cui siete arrivati; e la ruota davanti finisce in una buca e non riuscite a tirarla fuori e le macchine dietro si fermano con gli autisti che inveiscono e il fruttivendolo si mette pure a fare lo spiritoso e i bambini con gli altri carrelli si mettono a giocare e i turisti osservano tutta la scena.
Ecco, in quel preciso momento, capisci con il corpo, e non solo con le chiacchiere, che tutti quelli che parlano di crescita, di sviluppo, di potenziale, di spirito d’impresa, di espansione del mercato sono quelli che ti hanno messo la ruota nella buca.
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