Occorre tener d’occhio l’inevitabile, riconoscerlo nelle linee di tendenza immanenti e imminenti. Ma al tempo stesso occorre ricordare che nella vita come nella storia l’inevitabile in generale non si verifica, perché quello che accade è l’imprevedibile. Questo è il primo principio cui cerco di attenermi.
Il secondo principio è che occorre pensare con due cervelli: un cervello, conoscendo l’inevitabile, elabora strategie di diserzione. L’altro cervello si tiene all’erta dell’imprevisto e immagina le vie di fuga dall’inevitabile.
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La vittoria del Nuovo Fronte Popolare è l’imprevisto che può scompaginare il processo di consolidamento dell’onda nera in Europa. Nella cultura francese rimane un forte elemento di continuità con la tradizione politica della sinistra novecentesca, che altrove è quasi del tutto scomparso. È questa arretratezza felice (se posso chiamarla così) che ha reso possibile fermare l’onda reazionaria.
Ma ora come resistere, come consolidare il movimento che si è espresso nella settimana culminata con il 7 luglio? Potrà questo movimento dar vita a una pratica di governo? Quel che è certo è che la rottura francese mette in moto dinamiche destabilizzanti a livello europeo.
Arrivano le notizie dalla scena parigina.
“Quelques minutes après la publication d’une lettre aux Français d’Emmanuel Macron, qui semble enterrer l’hypothèse de la nomination dans l’immédiat d’un Premier ministre représentant le Nouveau Front populaire, Clémence Guetté accuse le président de la République de ne pas être «à la hauteur de l’Histoire». Emmanuel Macron «avait jeté la France dans les bras de l’extrême droite, nous l’avons évité. Maintenant, le Nouveau Front populaire doit gouverner. Le président doit accepter la démocratie…».
Macron e i suoi tentano di ignorare il risultato delle elezioni. Se è stata fermata la destra, il merito è del Fronte popolare. Se Ensemble ha ottenuto un buon risultato al secondo turno è grazie alle numerose desistenze del NFP. Questo lo sanno tutti, però Macron fa finta di niente. Prende tempo. Non sappiamo quali nuove soluzioni l’imprevisto saprà escogitare. Ma intanto è successo: l’imprevisto ha scompaginato il quadro. Il Nuovo Fronte popolare è riuscito a rompere l’alternativa del diavolo in cui si trova da decenni la società europea. L’alternativa del diavolo che ci costringe a scegliere tra Demo-liberisti e nazional-liberisti è una trappola.
I demo-liberisti ci chiamano a difendere la democrazia, poi firmano leggi che precarizzano il lavoro, privatizzano il sistema pubblico, formalizzano il respingimento dei migranti, e dulcis in fundo, preparano la guerra e militarizzano l’economia. Questa cura democratica ha impoverito la società e umiliato la cultura politica, fino a rendere metà degli elettori disponibili per la svolta reazionaria e razzista dei patrioti nazional-liberisti.
Dopo trent’anni di alternativa del diavolo, l’Occidente barcolla in un evidente stato di demenza, come dimostra in modo lampante la contesa che negli Stati Uniti oppone il declinante genocida Biden al trionfante sociopatico Trump.
Di qua i demo-liberali: hanno provocato la guerra contro la Russia e adesso nessuno sa più come venirne fuori. Di là Trump, Le Pen, e Orban indicano come via d’uscita la putinizzazione dell’intero mondo bianco: razzismo, respingimento, internamento massiccio dei migranti, gestione autoritaria della società.
Questa è l’alternativa del diavolo.
Come uscirne?
Il miracolo imprevisto inventato da La France Insoumise (dio renda merito al tardo-trotzkismo francese) indica oggi una strada oltre l’alternativa del diavolo. È una strada difficile da percorrere, ma l’immaginazione politica si concentra su questa possibilità. Cancellare il decreto sul pensionamento. Toglier di mezzo le leggi razziste anti-migrazione. Respingere la militarizzazione d’Europa, disertare la guerra. Riconoscere lo stato di Palestina.
Può l’imprevisto generare un processo che appare impensabile eppure è la sola prospettiva ragionevole?
Pubblicato sulla newsletter Il disertore, dove è disponibile anche la versione in inglese The unpredictable.
Bifo ha aderito alla campagna Partire dalla speranza e non dalla paura.
Fiorella Palomba dice
“Può l’imprevisto generare un processo che appare impensabile eppure è la sola prospettiva ragionevole?”, scrive Bifo.
Sono ottimista e quindi SÌ, può.