Ormai lo sappiamo da tempo, da molto prima che il virus che dilaga nel mondo cominciasse a diffondere il panico in mezzo pianeta: la sopravvivenza della nostra specie non era forse mai stata tanto minacciata. Sappiamo altresì che mai così poche persone avevano avuto il controllo sulla vita dell’intera comunità e mai come oggi i nostri corpi e le nostre menti erano stati trasformati in vere e proprie colonie da cui estrarre rendita e accumulare una ricchezza spropositata in poche mani. Come secoli addietro, per appropriarsi dei territori abitati da gente considerata inferiore o sub-umana, le potenze coloniali europee avevano recuperato la nozione di Terra Nullius – terra non popolata, dunque pronta per essere conquistata -, così oggi la biotecnologia e l’industria chimica, per appropriarsi di una vita “conquistabile”, usano il concetto di Bio Nullius per sottrarre i semi e cimentarsi nella biopirateria, con l’uso dei brevetti e dei diritti di proprietà intellettuale. Intanto, più o meno allo stesso modo, i giganti digitali e i capitalisti della sorveglianza – Google, Facebook, Microsoft, ecc. – creano la nozione di Mens Nullius per prendere possesso e controllare, con le nostre vite, anche le nostre menti. La ricolonizzazione del nostro tempo ha bisogno di nuove “missioni civilizzatrici” per presentare la rapina delle risorse e le azioni predatorie che promuove come “liberazione” di quanti sono considerati in genere “selvaggi” e “barbari”. Mentre solennemente proclamano guerra alla fame e alla povertà, ai virus e al cancro, alla diserzione scolastica e all’odio, Bill Gates e i suoi degni colleghi privatizzano sistematicamente i beni comuni, a cominciare dal software, arricchendosi in modo assurdo grazie ai monopoli brevettuali e alla rendita finanziaria, dispensata generosamente dai governi dall’obbligo di pagare le tasse. Mai abbiamo avuto bisogno come oggi di resistere insieme, su scala globale e approfondendo le solidarietà, a tutto questo. Ragiona su tutto questo e molte altre cose ancora la bella prefazione di Vandana Shiva a Ricchi e buoni?, il libro di Nicoletta Dentico che “sarà una bussola importante per guidare l’evoluzione delle nostre strategie collettive e per difendere le nostre esistenze e libertà dalle forme della ricolonizzazione variamente avallate attraverso il filantrocapitalismo”
Il Mondo Nuovo dell’1%, il mondo dei miliardari e dei filantrocapitalisti che formano l’élite più esclusiva sul pianeta, è in realtà il vecchio mondo, brutale e violento, della colonizzazione. La colonizzazione crea colonie dichiarando ciò che appartiene agli altri come vuoto – Nullius – così da poterselo accaparrare. Quei beni comuni che appartengono alle comunità, e a cui le comunità appartengono, vengono trasformati in proprietà private dei colonizzatori.
Questo fa la colonizzazione. Espropria le comunità dei loro diritti di accesso, le sfratta dai loro territori, salvo poi raccogliere le rendite di ciò che è stato sottratto e chiuso, grazie al processo di colonizzazione. L’economia globale contemporanea poggia sulla reinvenzione del progetto di colonizzazione. Proprio così. Sono i colonizzatori a definire la narrazione storica, scrivendo le leggi e le regole che servono per legittimare i saccheggi delle terre, delle risorse, delle ricchezze, perpetrati contro i colonizzati.
Ciò che potè la Bolla Papale a favore della colonizzazione nel XV secolo, possono oggi, nel XXI secolo, gli accordi di libero scambio, la deregolamentazione dell’economia, i nuovi strumenti di ingegneria genetica e la digitalizzazione, le nuove narrazioni sulla tecnologia. La prima colonizzazione costruì la nozione della Terra Nullius – la terra vuota – per appropriarsi dei territori delle popolazioni colonizzate e farle diventare le proprietà dei colonizzatori.
Nel mondo contemporaneo la biotecnologia e l’industria chimica hanno costruito la nozione di Bio Nullius – or vita vuota – per sottrarre i semi e cimentarsi nella biopirateria, con l’uso dei brevetti e dei diritti di proprietà intellettuale. I giganti digitali e i capitalisti della sorveglianza come Google, Facebook e Microsoft hanno costruito la nozione della Mens Nullius – o mente vuota – per prendere possesso e controllare le nostre menti e le nostre vite.
Bill Gates ha privatizzato il bene comune del software facendosi ricco grazie ai monopoli brevettuali nel campo dell’informatica, e alla rendita finanziaria raccolta da ciò che avrebbe dovuto essere open source. E’ riuscito anche a evitare il pagamento delle tasse in virtù di regole ed escamotage del “libero commercio” che gli hanno permesso di depositare il denaro accumulato nei paradisi fiscali.
I nuovi miliardari come Mark Zuckerberg usano Facebook per intercettare le nostre menti, estrarre dati dai nostri comportamenti e manipolarli, indirizzare le nostre scelte e guidare le nostre relazioni, salvo poi venderle alla macchina dei soldi o a quella elettorale.
Con il crescente dominio del digitale nella nostra democrazia elettorale, l’intelligenza artificiale si è messa a eleggere leader da intelligenza artificiale, perché dominino la scena politica contemporanea.
I diritti di proprietà intellettuale su ogni idea, su ogni essere vivente, su ogni aspetto dei processi naturali e delle funzioni della comunicazione sociale, agiscono come elementi di una industria estrattiva di rapina delle risorse e dei beni comuni delle persone , ivi inclusi la nostra conoscenza e la nostra democrazia.
Filantrocapitalisti come Bill Gates sottraggono il potere alla governance e alla politica. Sostituiscono le decisioni democratiche di governi eletti e riescono a imporre politiche e leggi che lubrificano la loro macchina dei soldi.
E così la democrazia cambia i connotati. Da democrazia “del popolo, dal popolo, e per il popolo” diventa democrazia “delle imprese, dalle imprese e per le imprese”. La filantropia è divenuta lo strumento per dirottare la democrazia e colonizzare le vite delle persone, al fine di estrarne soldi. Non è “dare”. È sofisticata appropriazione (grabbing).
Il filantrocapitalismo è ricolonizzazione in una versione moderna. Se i beni comuni di un tempo erano la terra e i territori, i beni comuni di oggi, sottratti all’accesso dai plutocrati, sono la vita stessa. I nostri semi e la biodiversità, i nostri corpi e la nostra mente, queste sono oggi le colonie e i filantropi come Bill Gates sono i Nuovi Colombo.
La novità dei nostri tempi è la tipologia delle nuove colonie che sono state create: le forme della vita, gli organismi viventi, la nostra biodiversità, il cibo, la salute, i nostri corpi e le nostre menti, la nostra conoscenza e le nostre storie, le nostre relazioni e amicizie, le nostre comunicazioni e le nostre scelte.
Tutto questo è assoggettato ai nuovi strumenti che sono i nuovi diritti di proprietà, le nuove dipendenze, le nuove aporie, le nuove schiavitù, i nuovi imperi e dittature. Come scrive Shoshana Zuboff in “Il Capitalismo della Sorveglianza”, siamo noi la nuova materia prima. La novità è anche la creazione di una nuova religione fondata sull’innalzamento di alcuni strumenti, la tecnologia e il denaro.
Questi dovrebbero servire in teoria come mezzi per conseguire obiettivi al servizio dell’umanità e della terra. Vengono invece elevati a fini in sé stessi, a fondamenti di questa nuova religione fatta ad arte per legittimare la ricolonizzazione che minaccia il pianeta e il nostro futuro.
500 anni fa, la religione della chiesa cattolica era utilizzata per giustificare la violenza della colonizzazione. La nuova chiesa è plasmata dall’1%. E’ la religione dei soldi: fare soldi sempre e comunque. Le tecnologie e la macchina del denaro sono state elevate fino a farne un credo assoluto, nel campo del cibo e dell’agricoltura come in quello della salute, dell’informazione e della finanza. I filantrocapitalisti sono allo stesso tempo i nuovi papi e i nuovi sacerdoti. In quanto 1% sono anche i nuovi Re e Regine, i nuovi sovrani.
Sono i nuovi Cristoforo Colombo, avventurieri e mercanti. E provano anche a essere Dio quando reclamano di “inventare” la vita e di “geo-ingegnerizzare” il pianeta. La ricolonizzazione in veste moderna ha bisogno di nuove “missioni civilizzatrici” per presentare il furto e le appropriazioni che promuove come “liberazione” di quanti sono considerati in genere “selvaggi” e “barbari”.
Alla fine del 2016 in India abbiamo assistito al modo in cui l’economia digitale è stata imposta con la forza nel paese, attraverso una “eliminazione del contante” e le demonetizzazione dell’economia. Coloro che erano privi di smartphone e di carte di credito sono diventati, nel giro di poche ore, barbari e selvaggi da addomesticare e civilizzare con programmi di “educazione digitale” e “dittatura digitale”.
C’è adesso una nuova iniziativa annunciata dalla Fondazione Bill & Melinda Gates che si chiama “Bill & Melinda Gates Agricultural Innovations LLC” o “Gates Ag One”, nella versione abbreviata. Gates Ag One sarà presto una sussidiaria della Fondazione Gates con a capo Joe Cornelius, l’uomo che guida attualmente la Divisione della fondazione denominata Crescita e Opportunità Globali.
Ag One lavorerà con il team della fondazione che si occupa di Sviluppo Agricolo e con altri partner multidisciplinari per “accelerare lo sviluppo di innovazioni” che sono “necessarie a migliorare la produttività dei raccolti e aiutare i piccoli agricoltori, la gran parte donne, ad adattarsi ai cambiamenti climatici”.
Ciò che non viene detto nelle fanfare dell’annuncio dei Gates è che i piccoli agricoltori, voglio dire soprattutto le donne che hanno selezionato varietà di semi resistenti al clima – varietà che Navdanya conserva, moltiplica e condivide – che la conoscenza di queste donne insomma e la qualità dei semi che si è evoluta per millenni, sono resi completamente invisibili in questa ultima fase della colonizzazione da parte del patriarcato capitalista.
Non esistono culture diverse o biodiversità, non esiste democrazia o sovranità, nel mondo di Bill Gates. Ci viene detto adesso che esiste una sola agricoltura, Ag One, quella somministrata da lui e dalla sua fondazione. Esiste una sola scienza, una agricoltura, un uomo che decide se e come milioni di persone dovranno vivere o morire. Questo altro non è se non imperialismo nella sua fase più avanzata.
La “tecnologia” è stata mistificata e fatta assurgere a nuova religione per sottomettere e controllare. La “tecnologia” e l’”innovazione” sono diventate le nuove parole d’ordine, per la missione civilizzatrice che distorce completamente il significato originario di “innovare”.
Innovare significa “rendere nuovo”, mutare le cose “introducendo norme metodi o sistemi nuovi”. Tutto questo è stato ridotto a invenzione meccanica, e usato per definire le piraterie e le appropriazioni esclusive come “invenzioni” di cui si diventa proprietari tramite brevetti.
Bill Gates è sempre in agitazione alla ricerca di nuove opportunità per utilizzare i suoi miliardi tramite la filantropia e creare nuove colonie di cui impossessarsi con le sequenze digitali dei sistemi viventi.
Minaccia convenzioni internazionali delle Nazioni Unite come la Convenzione sulla Diversità Biologica e il Trattato sulle Risorse Genetiche delle Piante per il Cibo e l’Agricoltura.
E’ il nuovo Colombo che rivendica di inventare ciò che in realtà già esisteva, e ha rubato. Cancella la varietà del mondo vivente e della vita sociale, costruisce “il vuoto” come licenza di conquista, e poi costruisce il suo Impero sulla vita.
Ma oggi come allora l’obiettivo è sterminare la diversità della vita, delle culture, delle conoscenze, delle economie, delle sovranità, delle democrazie, delle libertà. La pirateria e le appropriazioni dei beni comuni sono, senza soluzione di continuità, il vecchio metodo. Nulla di nuovo sotto il sole.
Il Dharma, la giusta azione e il giusto stile di vita è rimpiazzato dall’Adharma della macchina del denaro e dello sviluppo delle tecnologie, per i profitti e il controllo come finalità umane.
Senza tener in minimo conto le conseguenze che tutto questo produce sulla natura e la società. Così, riducendo al profitto il significato e il valore dell’umano, l’accumulazione del denaro da parte dell’1%, pur non etica e di fatto ingiusta in molti casi, viene definita la misura della superiorità umana. Una superiorità che non richiede valutazioni di sorta.
Mai prima nella sua storia l’umanità ha dovuto fare i conti con una ricchezza tanto sproporzionata, assiepata in così poche mani. Mai prima è accaduto che così poche persone avessero il controllo sulla vita dell’intera umanità. Mai come oggi i nostri corpi e le nostre menti sono state trasformate in colonie da cui estrarre rendita, e accumulare ricchezza.
Mai, mai prima la sopravvivenza della nostre specie è stata così in bilico. Mai prima le minacce alle nostre libertà e al nostro futuro si sono manifestate a noi su scala planetaria. Mai abbiamo avuto bisogno come oggi di resistere insieme, su scala globale, in solidarietà.
Il libro di Nicoletta Dentico (Ricchi e buoni?) arriva al momento giusto, ed è necessario. Sarà una bussola importante per guidare l’evoluzione delle nostre strategie collettive, e per difendere le nostre esistenze e libertà dalle forme della ricolonizzazione variamente avallate attraverso il filantrocapitalismo.
E ci servirà, questo libro, per identificare le traiettorie democratiche di resistenza all’affermazione dell’Impero che si espande per controllare la nostra agricoltura, il nostro cibo, la nostra salute, i nostri corpi e le nostre menti, i nostri modelli di vita e le nostre democrazie.
Paolo dice
Un invito a portare con maggiore convinzione queste riflessioni nella nostra quotidianità, nelle azioni personali e collettive per recuperare lo spazio vitale che i “buoni” ci hanno tolto. In parte lo facciamo già, ma forse – appunto – solo in parte…