Il governo decide che migliaia di persone devono finire in strada a partire dal primo gennaio. Una nuova circolare del SIPROIMI (ex SPRAR) ordina che i richiedenti asilo che oggi si trovano nei centri ex Sprar devono andarsene, anche se hanno cominciato a vivere sul territorio, e finire nei Centri di accoglienza straordinaria, magari lontanissimi da dove vivono oggi. Chi rifiuta, può andare a dormire sotto ponti. Un nuovo confuso atto di persecuzione che la dice lunga sulla discontinuità che si vuole segnare con la gestione leghista del ministero degli interni
Mentre aspettiamo la discontinuità col recente passato,
una nuova circolare del servizio centrale SIPROIMI (ex SPRAR), emanata ieri, 20 dicembre, su indicazione del Viminale, lancia l’ennesimo attacco al sistema di accoglienza pubblico. La nota, infatti, dispone a partire dal 1 gennaio 2020 il trasferimento nei Cas (Centri di accoglienza straordinaria) dei richiedenti asilo attualmente ospiti nei centri ex Sprar, con termine 31 dicembre.
Una prescrizione illegittima e sbagliata per almeno tre motivi.
Primo, i progetti di accoglienza degli Enti Locali in scadenza il 31/12/2019, secondo il recente decreto ministeriale, saranno rinnovati a fine anno: quindi non esiste alcuna fine progetto.
Secondo, in tantissime province, i bandi per la gestione dei Cas sono andati deserti: questo significa che le persone potrebbero essere trasferite anche a molti chilometri di distanza e costrette a lasciare città dove magari hanno iniziato faticosamente a costruire percorsi di inclusione; per chi si rifiutasse vorrebbe dire finire per strada.
Terzo, considerando i tempi lunghi di questi trasferimenti, il servizio centrale dispone di sospendere i servizi di accoglienza in essere (formazione, assistenza psicologica, ricerca e formazione lavoro) per coloro che dovrebbero uscire dal sistema: in altre parole differenziare i servizi offerti nella stessa struttura creando diritti di serie A e di serie B. Una follia destinata a creare confusione e conflitto.
Perseguitando ulteriormente i migranti, rinforzando la logica di quei decreti sicurezza che questo governo si era impegnato a modificare e che noi fin dall’inizio chiediamo di abolire.
- Filippo Miraglia è responsabile per l’immigrazione dell’Arci
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Nessuna persona deve essere cacciata
L’appello della Campagna LasciateCIEntrare e di ADIF (Associazione Diritti e Frontiere)
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