La sera di venerdì 21 luglio siamo statə anche noi in piazza insieme a Nonunadimeno Reggio Emilia per prendere parola contro l’ultimo acquisto della reggiana: pochi giorni fa è stato annunciato l’arrivo di Manilo Portanova, centrocampista lasciato in panchina dal Genoa, condannato in primo grado a sei anni di carcere per stupro di gruppo. Una piazza partecipata in cui è stato messo ben in chiaro che a Reggio Emilia non accettiamo che gli interessi economici e di prestigio della squadra di calcio cittadina vadano a sminuire un atto di violenza feroce verso una nostra sorella.
Lo stupro è strumento di conquista. E proprio quegli uomini con già una certa posizione di potere si sentono sereni a sottomettere o a giustificare. Sbandierano il loro status come segno di credibilità, di innocenza. Come La Russa, seconda carica dello stato ha fatto con suo figlio, attaccando la ragazza di “aver aspettato troppo a denunciare…”.
Sono proprio questi episodi di giustificazione che coltivano la cultura dello stupro, la normalizzazione della violenza sulle donne, l’immagine dell’uomo forte e prevaricatore. Soprattutto in un ambiente maschile come lo stadio, in cui più di una volta sono accaduti episodi di stampo sessista, un esempio è la giornalista Greta Beccaglia molestata durante la partita Empoli-Fiorentina.
Lo stadio dovrebbe essere un luogo di socializzazione e di inclusione, perché crediamo fortemente che lo sport, invece di replicare la mascolinità tossica, debba essere sia una pratica per contrastarla, creare nuovi modi di stare insieme, combattendo il macho che è in noi. Invece il calcio mercato replica il modello dell’uomo forte prestante e guerrigliero.
Moltə di noi andiamo allo stadio, ci portiamo le nostre figlie e i nostri figli. Oggi anche tante donne sono sugli spalti a tifare. Donne che hanno espresso la loro rabbia e il loro dissenso per la scelta fatta dalla Reggiano Calcio. Vogliamo che lo stadio sia un luogo sicuro per tuttə. Per questo chiediamo che la Reggiana Calcio riveda immediatamente la sua scelta e che quindi Portanova non giochi nella squadra granata (e in nessuna altra squadra).
Chiediamo anche che la politica, l’amministrazione comunale prenda posizione rispetto a questo ascoltando la voce della piazza, delle tifose e di chi da tempo lavora nel centro antoviolenza di Reggio Emilia che ribadisce in modo molto chiaro quello che significa una condanna in primo grado per stupro.
Per abbattere la cultura dello stupro, per abbattere lo status di potere di uomini che pensano di poter violare i nostri corpi: rivolta transfemminista negli stadi e ovunque!
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