In bagno in fila indiana con le braccia incrociate, vietato giocare fuori dalla scuola con i bambini delle altre sezioni, in alcune scuole dell’infanzia niente più riposini (“poco igienici”) e canti. Poi c’è chi vuole solo merendine confezionate e vieta la frutta per la ricreazione, mentre prosegue ovunque il festival della plastica (mascherine, gel, vassoi…). Alcune scuole particolarmente zelanti considerano infette anche le biciclette e vietano di parcheggiarle nei cortili. Ad Arcore hanno messo nastri adesivi sulle rastrelliere per garantire il distanziamento delle bici… E ovviamente tutti a prendere i bambini in auto. Non è certo ovunque così, ma è panico in molte scuole e i disastri pedagogici si intrecciano con quelli ambientali
La scuola inizia con provvedimenti diversi a seconda di regione, comune e istituto, rischiando in molti casi di fare passi indietro da gigante in fatto di rispetto dell’ambiente e dei diritti dei bambini.
Sebbene le linee guida nazionali siano abbastanza ragionevoli, ogni regione e dirigente può restringere le maglie a piacimento. Un esempio è il delicato momento del distacco “inserimento” dei bimbi piccoli: le linee guida tutelano “l’inserimento di bimbi materna e asilo… con la presenza di un solo genitore, nel rispetto delle regole generali di prevenzione dal contagio… durante tutta la permanenza all’interno della struttura”. Nella scuola di mia figlia di tre anni, a Faenza, questo non avviene. Nessun genitore può varcare il portone della scuola e il bimbo è lasciato direttamente alla maestra senza alcun momento di inserimento. Non è certo la pedagogia della lentezza e del rispetto che abbiamo studiato all’università.
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Scrive Teresa, maestra in una scuola materna in Lombardia: “Dobbiamo portarli in bagno in fila indiana con le braccia incrociate, stando attenti che lungo i corridoi non tocchino nulla e non invadano lo spazio degli altri bambini. La didattica con i “campi di esperienza per la scuola dell’infanzia” è andata letteralmente a farsi friggere. Impossibile reggere questi ritmi fino a fine anno”.
Eleonora mamma di Faenza, aggiunge: “È tutto assurdo, a noi hanno detto che se fuori vediamo bambini di altre sezioni è vietato che giocano insieme, perché devono restare delle bolle. Se vado al parco quindi devo decidere con chi può giocare o no? Questo non l’ho ancora capito”.
In alcune scuole materne non sono più permessi riposini, perché “poco igienici” e neppure i canti perché cantare “emana troppi virus”.
Un disastro non solo pedagogico ma anche ambientale. Sulle mascherine è una saga senza esclusione di colpi: fino a qualche settimana fa era obbligatorio l’usa e getta, poi il CTS attaccato dagli ambientalisti ha fatto marcia indietro e permesso anche quelle lavabili di comunità, ma alcune regioni restano all’obbligo dell’usa e getta. Racconta Giuliana, di Marradi (Firenze): “Da mesi stanno distribuendo gratuitamente trenta mascherine al mese per ogni cittadino, obbligatorie le usa e getta, non sono ammesse quelle in tessuto, se non come scorta”.
In molte scuole addirittura verranno concesse solo merendine confezionate per la ricreazione, vietata la frutta (senza alcuna motivazione scientifica), in altre scuole si richiedono sacchi di plastica per contenere vestiti e giubbotti. Gli imballi a quanto pare, trionferanno un po’ ovunque. Il gel disinfettante (usato in abbondanza sui bambini e su ogni superficie) comporterà un ulteriore consumo di imballaggi plastici e sostanze inquinanti.
Molte scuole prevedono vassoi e contenitori monouso per la mensa, anche se le linee guida lasciano spazio a stoviglie lavabili. La caraffa purtroppo non è più permessa in nessuna mensa.
Anche sul piano della mobilità sostenibile è un delirio. Quest’anno alla ripresa 2,5 milioni di bambini e ragazzi cambieranno mezzo di trasporto. Dai mezzi pubblici alle auto, per paura del Covid, per ridotta capacità mezzi pubblici, per ingressi scaglionati (facile.it).
La recente riforma del Codice della Strada purtroppo non ha reso obbligatorie a livello nazionale le strade scolastiche, come più volte richiesto dalle associazioni (sono state inserite come mera definizione ma nulla di più). Rarissime inoltre sono le scuole primarie che garantiscono il diritto di uscita autonoma ai bambini più grandicelli. E così nonni e genitori si accalcheranno davanti ai portoni (alla faccia del Covid) per accompagnare a casa ragazzini di dieci anni rigorosamente in auto.
Alcune scuole particolarmente zelanti, considerano infette anche le bici e vietano di parcheggiare la bici nei cortili interni. Roberta di Como sottolinea: “Ci hanno detto che non si possono più parcheggiare le bici in cortile, perché sono oggetti personali dei bambini. Però le auto delle maestre, dei collaboratori e dei fornitori non creano problemi”. Irene, di Treviso aggiunge, spaesata: “Non so come fare. Fuori dalla scuola non ci sono rastrelliere, cercherò dei pali sicuri”. Ad Arcore hanno messo nastri adesivi sulle rastrelliere (eliminando un posto sì e uno no) per garantire il distanziamento delle biciclette…
Dalla Svizzera, Carlo (che ha due bimbe e una moglie insegnante) ci guarda stupefatto: “Da noi la scuola è iniziata con serenità. I nostri bambini fin dalle materne a scuola ci vanno da soli e tornano da soli in bici o a piedi. I bambini stanno spesso fuori, anche alle primarie, si lavano le mani in classe, la maestra non ha la mascherina, la mette solo se si avvicina molto. Due volte alla settimana disinfettano le superfici”.
* Educatrice, autrice di diversi libri (tra cui Anita e Nico di Tempo dal Delta del Po alle Foreste Casentinesi e Impatto Zero, Vademecum per famiglie a rifiuti zero, Vivo senza auto) è blogger di famiglie-rifiutizero e di famigliesenzauto.
DUE APPUNTAMENTI Sabato 26 settembre: Priorità alla scuola; Venerdì 9 ottobre: Sciopero per il clima
giuseppecampagnoli dice
Ribadisco insieme al mio amico Paolo Mottana: solo l’educazione diffusa ci salverà. http://www.paolomottana.it/2020/04/30/solo-leducazione-diffusa-puo-salvarci-dalla-scuola/
alberto dice
Assolutamente appoggio l’educazione diffusa e la scuola all’aperto. La volontà sta nel chi gestisce le scuole e nei docenti. Finchè non si cambia mentalità faremo la stessa scuola di prima con più limiti e regole.
Renato dice
Bel pezzo, tutto condivisibile, per quanto triste. A mio parere manca però un pezzo, alla luce del quale la situazione appare ancora più schizofrenica: vale a dire il fatto che i bambini, secondo la più recente letteratura scientifica, hanno un ruolo molto marginale nella diffusione del virus e che le scuole non costituiscono focolai di infezione, né in Italia né altrove. Se la si riconosce, questa ossessione del distanziamento appare nella sua giusta dimensione: un’ossessione, appunto.
barbara panelli dice
… mettere zainetto, indumenti, colori, ecc in sacchi della spazzatura da cambiare ogni giorno ( che poi da essi sacchi potenzialmente possano essere estratti all’interno dell’asilo oggetti non sanificati poco importa); genitori che devono fornire mensilmente 100 bicchieri monouso per bambino e assoluto divieto di quelli in plastica lavabili in lavastoviglie (ma allora perché non si sanificano i giochi condivisi dai bambini a ogni utilizzo?); gli zainetti con le bretelle in plastica “porosa” no, ma sì quelli con la parte superiore in plastica “liscia” e il resto della bretella in plastica “porosa” (e se il virus si annida in quella parte “porosa”? O tutto in plastica liscia o niente, non vi sembra?); riposino senza togliere le scarpe con cui si arriva dall’esterno (!?); ecc. ecc.
Di fronte alla perplessità di purtroppo solo alcuni genitori, la risposta è “Sono le regole”. Una risposta che fa rabbrividire, perché sappiamo bene che sulla base di questa posizione sono accadute cose abominevoli. Le regole ci sono ma chi segue peddissequamente regole prive di senso, utilità oggettiva, e persino in taluni casi deleterie, senza batter ciglio e senza pensare, dovrebbe essere rimosso dal proprio incarico. Stiamo affidando l’imprinting e la cura dei nostri figli a degli imbecilli che si guardano bene dall’assumersi una qualche responsabilità personale nei confronti di una categoria che dovrebbe essere protetta e tutelata sul serio e non sulla base di normative dettate da degli incapaci.
barbara panelli dice
PEDISSEQUAMENTE non peddissequamente
scrivendo di getto succede di calcare troppo sui tasti