Raizes Teatro, compagnia culturale internazionale che promuove i diritti umani, lancia la campagna “Mi chiamo Luca, sono italiano”. Denuncia come caso esemplare di negazione dei diritti di cittadinanza per le cosiddette “seconde generazioni ” dei migranti quello del rapper e chef nato a Roma da genitori capoverdiani che le istituzioni non riconoscono come italiano in una vicenda che avrebbe del ridicolo, se non avesse già comportato al suo protagonista disagi concreti, umiliazione della dignità e sofferenze del tutto gratuite quanto insensate. Una storia, quello di Luca Neves, che Il 9 maggio alle 20, live sui canali di Raizes Teatro, c’è “Luca Re d’Italia”, monologo interpretato dallo stesso Luca Neves, scritto e diretto da Alessandro Ienzi, prodotto con il patrocinio di International Human Rights Art Festival di New York, Avant Garde Lawyers and Global Campus of Human Rights
La campagna “Mi chiamo Luca, Sono italiano” è promossa da Raizes Teatro, compagnia culturale internazionale che si occupa della tutela dei diritti umani attraverso le arti e il teatro. Que Luca è Luca Neves, nato a Roma da genitori capoverdiani nel 1988 cui il suo paese nega i documenti necessari alla partecipazione alla vita civica e civile. Luca ha studiato a Roma fino a diventare chef, con tanto di diploma della scuola alberghiera. Compiuti i diciotto anni, come previsto, ha chiesto la cittadinanza italiana, secondo le disposizioni di legge in vigore. Però a causa di un ritardo nella presentazione della domanda e di ostacoli burocratici, non l’ha mai ottenuta. Non solo, l’amministrazione italiana gli ha comunicato il dovere di espatrio a Capo Verde, meraviglioso arcipelago a largo delle coste del Senegal che lui non ha mai visto. Comincia così, per Luca Neves, un’assurda odissea che lo vedrà girovagare, di ufficio in ufficio, tra ambasciate, municipi, questure e altri luoghi ameni perché il paese in cui è nato e di cui s’è sempre sentito parte adesso non sarebbe più il suo.
Senza carta di identità, Luca è costretto a rifiutare offerte di lavoro in Italia e all’estero. Per sopravvivere, deve arrangiarsi con lavori che svalutano il livello della sua preparazione, costretto a lavorare senza tutele e con retribuzioni assenti o non adeguate alle sue mansioni. Intanto si occupa del padre, disabile all’American Hospital, che dopo aver lavorato e pagato i contributi in Italia, dal 1975 fino ad oggi, percepisce la pensione italiana. Nel 2012, però, si ammala anche la madre di Luca, una malattia che richiede assistenza per 24 ore fino alla morte che avviene l’anno successivo. La questura di Tor Sapienza lo chiama comunicandogli che deve espatriare o comunque andare in Senegal, a Dakar, a farsi mettere un timbro.
Luca non si arrende e non vuole piegarsi a tante violazioni di fatto dei suoi diritti a causa di una burocrazia cieca quanto discriminatoria. Oggi è uno chef ma è anche un rapper che canta la sua apolidia. Si può vivere senza documenti, senza uno Stato che accolga i propri cittadini? E lui, a quale nazione appartiene? “Luca Neves è di fatto un cittadino italiano, per quanto le istituzioni non intendano riconoscerlo – dice il regista Alessandro Ienzi -. Il suo caso è l’ennesimo che ci racconta come l’Italia sia cambiata ma non vogliamo accettarlo. La multiculturalità e la condizione degli immigrati di seconda generazione è un tema da cui dipenderà il futuro del Paese nei prossimi decenni. Lo ius soli, un’amministrazione più efficiente e più accorta verso il cittadino, o a chi spetta esserlo, sono elementi fondamentali per l’affermazione dello stato di diritto”.
Il 9 maggio alle 20, live sui canali di Raizes Teatro, è prevista la presentazione di “Luca Re d’Italia”, un monologo interpretato dallo stesso Luca Neves, scritto e diretto da Alessandro Ienzi, direttore della compagnia teatrale siciliana, e prodotto da Raizes Teatro con il patrocinio di International Human Rights Art Festival di New York, Avant Garde Lawyers and Global Campus of Human Rights. Il monologo sarà preceduto da una conferenza di presentazione con Alessandro Ienzi, Luca Neves e la giornalista Virginia Cataldi.
Il 12 maggio, alle 20, presentazione di “Luca Neves – Io non esisto”, documentario sulla vita di Luca Neves, a cura di Virginia Cataldi. Marina Mazzamuto, in seguito alla fortunata campagna Justice For dedicata agli attivisti di tutto il mondo, tra cui Patrick Zaki, realizzerà per l’occasione una illustrazione dedicata a Luca Neves e a tutti gli apolidi e alle altre persone che hanno difficoltà nell’ottenere la cittadinanza o i documenti necessari alla partecipazione sociale e all’integrazione. Raizes Teatro, dunque, svolge ancora una volta la sua attività di advocacy ed esplora una delle storie più straordinarie e assurde degli ultimi anni della nostra Repubblica, quella di Luca Neves, per l’appunto.
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