di Marzia Rubega*
Il cestino dei tesori: un’esperienza di scoperta ed esplorazione per i bimbi piccoli che si può proporre (facilmente) anche a casa. Ecco come farlo.
“Occorre che il bambino piccolo venga considerato per quello che veramente è: una nuova persona in formazione che ha bisogno – a casa o al nido – non solo di cure fisiche ma anche di rapporti umani e stimoli materiali che attivino, fin dai primi mesi, la sua capacità di sviluppo”
(Elinor Goldschmied, l’ideatrice del cestino dei tesori).
Quando il pargolo riesce a stare seduto da solo, in genere intorno ai sei mesi, aumenta il suo interesse verso il mondo che lo circonda (anche se la sua prospettiva è dal basso!). In questa fase, ogni bebè, infatti, ama afferrare gli oggetti che vede nel suo raggio di azione e portarli alla bocca per esplorarli.
Un’attività particolarmente adatta ad ‘allenare’ il coordinamento occhi-mano e a favorire lo sviluppo dei cinque sensi è il cestino dei tesori, ideato da Elinor Goldschmied (1910-2009), psicopedagogista ed educatrice inglese.
Diffuso nei nidi di tutta Europa, e molto apprezzato anche dai fan del metodo Montessori, il cestino raccoglie una variegata scelta di oggetti comuni (non giocattoli) in grado di stimolare ogni piccolo. Nulla vieta di proporlo anche a casa per offrire al bimbo – da quando riesce a stare seduto fino a circa dodici mesi – un’occasione per esplorare oggetti e materiali diversi saggiando tutte le sue abilità.
A che cosa serve il cestino dei tesori? Il cestino dei tesori, pieno di oggetti diversi e ‘misteriosi’ (come, per esempio, l’anello di legno di una tenda: fascino allo stato puro!), offre a ogni bebè la possibilità di esercitare, in particolare, tatto e oralità con grande soddisfazione.
Secondo gli studi sul campo della pedagogista inglese, quando i più piccoli sembrano ‘lamentosi’, in realtà si stanno semplicemente annoiando per i giochi poco interessanti che vengono loro proposti. Di fatto, il cervello del bebè si sviluppa rapidamente anche in risposta a stimoli provenienti dall’ambiente attraverso i cinque sensi e il movimento del corpo, quindi il cestino appaga questa esigenza.
“Maneggiando, succhiando, rigirando in bocca gli oggetti i bambini fanno scoperte relative al peso, alle dimensioni, alla forma, alla consistenza, al rumore, all’odore e quando scelgono un oggetto possiamo immaginare che si stiano chiedendo: ‘che cosa è?’” – scriveva la psicopedagogista inglese nel suo libro Persone da zero a tre anni. Crescere e lavorare nell’ambiente del nido, Junior, considerato una vera ‘pietra miliare’ per la prima infanzia (coautrice Sonia Jackson).
In sostanza, un cestino pensato con cura dall’adulto cattura l’interesse del bimbo perché mette alla prova le sue capacità di usare mani-occhi-bocca in un’attività di concentrazione.
Come si prepara il cestino dei tesori? È opportuno usare un cestino di vimini a fondo piatto con un diametro di circa 35 centimetri e bordi bassi (10-12,5 centimetri di altezza) senza manici in modo che il bebè possa ‘frugare’ dentro a suo agio afferrando l’oggetto prescelto.
Naturalmente, deve essere mantenuto in buone condizioni – allo stesso modo degli oggetti al suo interno che vanno puliti e lavati – ed è indispensabile sostituirlo nel caso si danneggi.
Il contenuto del cestino dovrebbe essere continuamente rinnovato e sviluppato con cura e attenzione. All’adulto spetta il compito di renderlo sempre interessante aggiungendo nuovi oggetti in modo che il bimbo possa variare, ogni volta, la sua esplorazione. Una buona idea è quella di mettere da parte gli oggetti sostituiti, magari in sacchetti (come si fa al nido) per alternarli e riproporli, eventualmente, dopo alcuni giorni.
Esempi di cestini dei tesori presi dal web
VAI ALLA GALLERY (12 foto)
Quali sono gli oggetti consigliati da mettere nel cestino dei tesori? È importante selezionare oggetti comuni, di uso quotidiano (non giocattoli) di diversi materiali naturali, forme e dimensioni.
Anche se domina il nostro mondo, la plastica era sconsigliata dalla pedagogista perché ha uno scarso valore sensoriale (non dà sensazioni piacevoli al tatto, non ha un odore particolare e nemmeno un sapore unico!). Ma se volete includere, per esempio, anche un pupazzetto di plastica tra tanti altri oggetti perché pensate che piaccia al pargolo, non svilisce l’attività.
“La parola tesoro suggerisce l’idea di qualcosa di bello e prezioso, gli oggetti devono riflettere questa qualità anche se sono maneggiati dalle piccole mani di un bebè”, scriveva Elinor Goldschmied.
Lo scopo della raccolta è offrire il massimo interesse attraverso:
il tatto – forma, consistenza, peso
l’olfatto – varietà di odori
il gusto – ambito più ridotto ma possibile
l’udito – squilli, trilli, tintinnii
la vista – colore, forma, lunghezza, lucentezza
la sensazione del corpo in movimento
Nel suo lavoro, l’esperta inglese indicava circa 100 oggetti, divisi per categorie (non li elenchiamo tutti!), ecco qualche esempio di cosa scegliere per il tesoro:
Oggetti naturali: pigne, sassi, conchiglie, grosse castagne, piume, tappi di sughero, una spugna naturale, mela e limone (ovviamente da sostituire ogni volta che si propone il Cestino) .
Oggetti di materiali natural: palla di lana, spazzolino da denti, sottobicchiere di paglia, pennello per il trucco, pennello da imbianchino.
Oggetti in legno: cucchiaio da cucina, mollette da bucato, cubi, portatovagliolo, scatoline, portauovo, nacchere non dipinte, sonagli di diversi tipi.
Oggetti in metallo: cucchiai vari, mazzo di chiavi, piccolo imbuto, scatolette sigillate con dentro fagioli, riso, grosso tappo profumo, fermacarte, spremiaglio, campanello bici, colino per il tè, formine per dolci.
Oggetti in pelle, tessuto, gomma: collarino animali domestici, borsellino in pelle, bambolina di stoffa, pallina da tennis, tappo di gomma da vasca, sacchettini stoffa, ben cuciti, con dentro lavanda, timo, rosmarino…
Carta, cartone: scatolette di cartone, carta oleata, rotoli carta igienica…
Per preparare un cestino ben fornito e vario è importante, dunque, scegliere un paio di oggetti di ogni categoria e cambiarli poi nel corso del tempo (ovviamente, non ci stanno tutti!). E quando si cerca bene in ogni angolo della casa, è sorprendente quante cose interessanti (e dimenticate) possano saltare fuori!
Quale dovrebbe essere il ruolo dell’adulto? Una volta selezionati gli oggetti e riempito il cestino fino al bordo, è il momento di proporre l’attività al pargolo. È importante che sia seduto comodo e possa allungare le manine scegliendo nel cestino quello che lo attrae di più.
Il genitore deve accomodarsi vicino ed ‘esserci’ in modo amorevole e rassicurante ma non invadente, senza intervenire a meno che il piccolo lo chieda espressamente.
Le parole dell’adulto, infatti, in questa attività, sono solo una fonte di distrazione: non è necessario incoraggiare il bebè a utilizzare il materiale, come raccomanda la pedagogista nel suo libro, perché lo farà da solo. Anche di fronte a tanti oggetti, infatti, i piccoli sanno selezionare e scartare e, spesso, ritornano, nel corso del gioco, a quello che preferiscono.
Può capitare, per esempio, che il bebè afferri uno spazzolino e lo succhi e scuota per 30-40 minuti ignorando completamente tutti gli altri oggetti nel cestino. Anche in questo caso, l’adulto deve rispettare quello che il piccolo ha deciso di esplorare, con i suoi tempi e ritmi.
In modo analogo, sarà lui stesso a far capire quando è stanco di questa attività o, in quel momento, non è proprio in vena per il gioco.
Insomma, il compito prioritario del genitore è la cura e la manutenzione del cestino affinché possa essere davvero un’esperienza ricca e preziosa ogni volta che è proposto al piccolo.
Articolo pubblicato anche su nostrofiglio.it
DA LEGGERE
Franco La Cecla | La mercificazione ha aggredito ovunque l’arte del gioco: i giocattoli sono diventati personaggi con storie e caratteri già definiti. I bambini hanno sempre meno possibilità di smontare e riassemblare, possono agire esclusivamente in funzione di proprietari, non di creatori
Marzia Coronati | Roberto è un mastro giocattolaio che costruisce giocattoli riciclando
Lascia un commento