Siamo il braccio armato dell’Unione Europea, deliberatamente chiamati a violare il diritto internazionale – in mare e in terra – lasciando morire persone in naufragi annunciati in quello che è diventato un cimitero marino di vite umane e respingendo illegalmente, violentemente, brutalmente i transitanti che tentano dalla Bosnia-Erzegovina di valicare il confine croato. La lettera dell’associazione Baobab Experience all’ambasciatore croato a Roma non usava grandi diplomazie per raccontare la verità. Il Danish Refugee Council ha intanto registrato oltre 15 mila respingimenti dalla Croazia alla Bosnia Erzegovina e segnalato che, in più del 60 per cento dei casi, si è trattato di respingimenti particolarmente violenti
“Siamo molto simili Italia e Croazia [ … ] siamo ai confini meridionali e orientali della Fortezza Europa, lungo le due rotte, quella mediterranea e quella balcanica.
Siamo il braccio armato dell’Unione Europea, deliberatamente chiamati a violare il diritto internazionale – in mare e in terra – lasciando morire persone in naufragi annunciati in quello che è diventato un cimitero marino di vite umane e respingendo illegalmente, violentemente, brutalmente i transitanti che tentano dalla Bosnia-Erzegovina di valicare il confine croato.
Siamo gli esecutori materiali di una politica europea della migrazione assassina, della strategia di confinamento ai margini – immediatamente interni ed esterni – dell’Unione Europea di migliaia di esseri umani, in fuga dalla fame, da conflitti armati, da persecuzioni personali o nella umana, naturale propensione alla ricerca della felicità.
Venite finanziati, pagati per questo: 131 milioni di euro sono i finanziamenti europei, per il periodo 2014-2020, a copertura dei costi operativi di controllo delle frontiere, inclusi l’indennità giornaliera, il pagamento degli straordinari e l’equipaggiamento degli agenti di polizia e delle guardie di frontiera croati.
131 milioni di euro per condurre un reality senza regole, in cui gli agenti croati di frontiera derubano, picchiano, vessano, abusano e umiliano transitanti e richiedenti asilo, prima di respingerli illegalmente e costringerli a fare ritorno in Bosnia, feriti e denudati. [ … ]
Era molto precisa e diretta la lettera, della quale riportiamo qui sopra solo qualche passaggio, che è stata consegnata dall’associazione Baobab Experience – impegnata nell’accoglienza dei migranti a Roma dal 2015 – all’Ambasciata della Repubblica di Croazia in occasione dell’evento Un Ponte di Corpi, un’iniziativa che ha coinvolto oltre 3 mila persone, in sit-in ed eventi dimostrativi, nelle principali piazze nazionali e internazionali e lungo le frontiere.
Destinata all’ambasciatore della repubblica di Croazia, Jasen Mesic, la lettera chiede “di interrompere il meccanismo perverso di violenza e illegalità su procura che si verifica quotidianamente per mano dei suoi agenti di polizia di frontiera e di negoziare la propria adesione all’area Schengen e il proprio ruolo in Unione Europa su basi di solidarietà economica e sociale – interna ed esterna.”
Solo tra gennaio e novembre 2020, il Danish Refugee Council ha registrato ??.??? ????????????? ????? ??????? ???? ??????-?????????? segnalando che, in più del 60% dei casi, si è trattato di respingimenti violenti.
Il Border Violence Monitoring Network (BVMN), in collaborazione con il Parlamento europeo (in particolare il gruppo GUE/NGL), ha pubblicato il Black Book of Pushbacks in due volumi, per un totale di 1500 pagine.
Si tratta di una raccolta di 892 testimonianze che dettagliano le esperienze di 12.654 migranti e richiedenti asilo i cui diritti umani sono stati violati. Il libro contiene anche ulteriori informazioni sul contesto dei paesi sulla rotta balcanica.
Il BVMN è una rete di ONG che lavora da anni tra la Turchia e l’Italia, lungo la rotta migratoria che è sempre esistita, ma che dal 2015 è diventata una delle più trafficate dai migranti e dove si verificano violenze e discriminazioni.
In particolare, il rapporto lavora sui casi di respingimenti illegali di richiedenti asilo e migranti alle frontiere dell’UE e sulle violenze che li accompagnano. Il documento è stato trasmesso al Parlamento europeo, al commissario Ylva Johansson, responsabile degli affari interni.
Mappe, foto, dati e storie raccontano e verificano le storie raccolte in Grecia, Italia, Croazia, Slovenia e Ungheria. Il materiale raccolto dimostra che le pratiche presumibilmente esercitate lungo le frontiere esterne dell’Europa sono sistematiche e non casuali.
Secondo il BVMN, le autorità dei paesi citati nel “libro nero” non hanno risposto alle domande poste, limitandosi a negare. Questa volta, il documento del BVMN analizza in profondità quella che, secondo Hope Barker, portavoce del gruppo, sembra essere “una pratica sistematica in corso“, aggiungendo che la realtà della violenza è molto più diffusa di quanto gli investigatori abbiano potuto registrare.
Il primo libro si occupa di Italia, Slovenia, Ungheria, Grecia e Balcani, mentre il secondo volume è incentrato su quanto sta accadendo in Croazia.
Le evidenze, più dure per alcuni paesi (Croazia, Ungheria) che per altri, coinvolgono polizia, esercito e guardie di confine. Secondo le Ong, sono ricorrenti pratiche di furto, imprigionamento, violenze – anche su minori -, sparatorie con lo scopo di spaventare, firme estorte da documenti non tradotti. I migranti raccontano di essere stati “trascinati a terra come sacchi di spazzatura, spinti in un fiume e colpiti dal lancio di pietre o aggrediti dai cani”.
Da anni le associazioni di volontariato denunciano gli abusi, soprattutto in Croazia: migranti e richiedenti asilo vengono sistematicamente picchiati, derubati e respinti. In più di 1500 pagine, la violenza sempre negata dalle autorità nazionali è documentata.
Non solo le autorità croate hanno sistematicamente negato le accuse, sottolineando l’assenza di prove valide, ma le varie ONG, tra cui lo stesso BVMN, o i loro membri, sono stati accusati di favoreggiamento dell’immigrazione illegale sia dal governo croato che da quello greco.
Anche l‘Italia è sotto accusa: la polizia di frontiera di Trieste e Gorizia ha respinto illegalmente 1.240 migranti e richiedenti asilo tra gennaio e metà novembre 2020 (420% in più rispetto al 2019). Molti di loro sono stati incatenati per tornare in Bosnia, dove la situazione è precipitata: migliaia di loro sono ancora abbandonati al freddo, nei boschi.
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