C’era una volta un re, a Buckingham Palace. Quello britannico è stato il più esteso dominio dell’umanità, più di 500 milioni di persone, in cinque continenti. Il Regno unito è stato la potenza economica e militare più importante del pianeta per un secolo. Oggi anche l’egemonia mondiale del suo grande alleato della storia recente, gli Stati Uniti, è in evidente declino e la Gran Bretagna non viene più considerata un paese importante sia dal punto di vista finanziario che da quello geopolitico. Un destino assai poco felice per un grande potere del passato che non è stato capace di reinventarsi un diverso ruolo nel mondo
di Immanuel Wallerstein
C’è stato un tempo in cui il sole non tramontava mai sull’impero britannico. Non è più così! Nel 1945 Winston Churchil proferì la famosa frase: “ Non sono diventato primo ministro di sua maestà per presidere alla liquidazione dell’impero britannico”. Ma, di fatto, fu esattamente quello che fece. Seppe distinguere tra la ampollosità e il potere. Dal 1945 la Gran Bretagna ha sempre cercato, con notevoli difficoltà, di restare conforme al suo ruolo di potenza egemonica del passato. Va considerato quanto questo sia difficile, tanto sul piano psicologico quanto su quello politico.
Oggi sembrerebbe che i dilemmi di questa strategia politica alla fine siano implosi e che le opzioni che si confrontano siano tutte negative.La Gran Bretagna uscì dalla seconda guerra mondiale come uno dei Tre Grandi (Stati Uniti, Unione Sovietica e Gran Bretagna). Certamente era il più debole dei Tre Grandi.La strategia scelta fu di diventare l’alleato minore degli Stati uniti, la nuova potenza egemonica.A questo si richiamava, per lo meno in Gran Bretagna, la relazione speciale che manteneva con gli Stati uniti.Il maggior beneficio che la Gran Bretagna ottenne da questa relazione speciale fu il trasferimento inmediato di tecnologia nucleare che le consenti da quel momento in avanti di essere una potenza atomica.Gli USA non ebbero un atteggiamento in alcun modo simile con la Unione sovietica. Men che mai con la Francia.
Gli USA puntavano ad un monopolio nucleare globale, condiviso unicamente con il loro alleato minore.Certamente, come ben sappiamo, questo monopolio globale fu dissolto, prima dall’URSS, poi dalla Francia e dalla Cina e quindi da un buon numero di altri stati. Nell’Europa occidentale continentale i primi passi verso la riconciliazione franco tedesca iniziarono con la Comunità europea del carbone e dell’acciaio (CECA). Questa comprendeva sei nazioni (Francia, Germania, Italia ed il trio Benelux -Belgio, Olanda e Lussemburgo). Non includeva la Gran Bretagna. Questi primi passi verso la unione europea di oggi vennero sostenuti in quella fase dagli Stati uniti, come un modo per rendere possibile la iunclusione della parte occidentale della Germania in quella che sarebbe diventata la NATO.
Non è certo che i dirigenti britannici apprezzarono questa nuova struttura continentale europea. La Gran Bretagna parve reagire cercando di assumere una posizione geopolitica indipendente dagli USA. E si alleò con la Francia e Israele per attaccare l’Egitto di Nasser. In questo frangente gli Stati uniti puntavano ad un’altra stategia in medioriente e subito rimproverarono la Gran Bretagna ed insistettero perchè rutirasse le sue truppe. Questo episodio fu umiliante per la Gran Bretagna ma le ricordò i limiti della sua capacità di essere indipendente dagli USA. Tuttavia, dopo questa vicenda, gli Stati uniti cominciarono ad insistere perchè la Gran Bretagna si unisse alle strutture del continente europeo. In parte ciò fu dovuto alla preoccupazione degli USA che queste strutture assumessero una posizione, ispirata dai francesi, relativamente indipendente.
Dal punto di vista degli Stati uniti la Gran Bretagna avrebbe potuto continuare ad evitare questo rischio. Dal punto di vista britannico entrare a far parte di quelle strutture avrebbe avuto un particolare vantaggio. L’ultima traccia restante della sua antica egemonia era l’importante e continuo ruolo della City di Londra nella finanza mondiale. La Gran Bretagna aveva bisogno dell’accesso ai mercati europei per garantirsi questo ruolo. Fu così che la Gran Bretagna entrò nelle strutture comunitarie, nonstante la contrarietà di Charles De Gaulle, che comprese con sufficiente chiarezza le motivazioni degli USA al tal proposito. Nel corso degli anni 70 fu la egemonia degli USA che cominciò ad essere messa in discussione. Tanto la Francia come la Germania diedero impulso ad aperture diplomatiche verso l’URSS, che sarebbero culminate molto tempo dopo, nel 2003, nella resistenza franco tedesca che fece si che il Consiglio di sicurezza non appoggiasse la invasione militare statunitense dell’Irak.
Al momento in cui iniziava il caos geopolitico il governpo britannico si alleò in modo totale con gli Stati uniti. La completa subordinazione di Tony Blair alla politica statunitense, cominciò a produrre un senso di vergogna all’interno della opinione pubblica britannica che giudicava assai negativamente una relazione speciale tanto unilaterale. Sempre più gente in Gran Bretagna riteneva opportuno liberarsi del vincolo con gli Stati uniti e dai legami europei. La forza crescente del Partito dell’indipendenza del Regno unito (UKIP) è una espressione imprtante di questo mutato sentire. La Gran Bretagna ha rifiutato di entrare nella zona Euro. Nel terremoto economico che si sviluppò in modo evidente dopo il 2008, il desiderio di ritirarsi dall’Unione europea crebbe costantemente, soprattutto all’interno del partito conservatore.
Naturalmente questo fatto allarmò i gruppi finanziari della City che correttamente videro che una delle conseguenze avrebbe potuto essere che Francoforte avrebbe eclissato Londra come centro della finanza europea.
La Gran Bretagna ha anche altri problemi: la sempre crescente forza del regionalismo ( fino alla ipotesi dell’indipendenza) di Galles, Scozia e Irlanda del nord. La Gran Bretagna resiste come meglio può al rischio di ridursi a mera Inghilterra. E l,o sta facendo in un momento in cui gli Stati uniti non sembrano significativamente impegnati in qualcosa che possa essere lontanamente somigliante ad una relazione speciale.
Il problema della Gran Bretagna è che oggi tutte le opzione che ha di fronte sono negative. La Gran Bretagna vorrebbe continuare ad essere una potenza militare importante. Ma lo stesso governo che lo sbandiera è anche quello che sta riducendo le spese per le forze armate e le dimensioni delle stesse, come parte del suo programma di austerità. Il più grande problema della Gran Bretagna oggi è che il resto del mondo ormai non la considera un paese importante come attore finanziario e geopolitico. Essere ignorato non è il destino più felice per un potere egemonico del passato.
Fonte la Jornada
Traduzione per Comune-info Massimo Angrisano
Lascia un commento