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di Marzia Coronati
Ironia del destino. Quando ho saputo della morte di Svyatoslav Naryshev pedalavo affianco ai graffiti di William Kentridge. Stavo giusto pensando a quant’è bello, quello che ha detto Kentridge:
“Il tempo li cancellerà, va bene così, non farò nulla per impedirlo”.
È la poesia della street art: libera quanto effimera. Kentridge si è fatto spazio tra lo smog e le piantine aggrappate ai muraglioni del Tevere, a Roma, trasformando l’incuria in arte, scolpendo la storia italiana tra le pietre incrostate di un muro lungo mezzo chilometro. Del suo genio possiamo goderne tutti, mentre pedaliamo per andare a lavoro o portiamo a spasso il cane, sino a quando la strada si riprenderà il suo spazio.
Alcuni lo chiamano vandalismo, altri arte. L’unico dato oggettivo è che il disegnare sui muri delle città è una delle forme espressive più diffuse della nostra era. Murales e graffiti trasformano i paesaggi urbani, a volte raccontano storie, altre volte fanno ridere. Amati da pochi e odiati da molti, esistono in silenzio. Sono lì, per un tempo limitato, liquidi, di passaggio.
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Di Naryshev sappiamo quello che ci racconta il suo profilo facebook: un bellissimo ragazzo di diciannove anni, residente a Milano, profondamente legato alle sue origini russe, amante dello skate, del surf e dello snowboard, graffitaro, come si dice in gergo. Una faccia da bambino sotto un cappuccio di una felpa blu emerge da un autoscatto. La sera di martedì 13 aprile era alla stazione Greco Pirelli con un amico, stavano realizzando un graffito che il tempo avrebbe cancellato tra pochi mesi. Un treno in direzione Sesto San Giovanni li ha travolti entrambi. Svyatoslav è morto sul colpo.
Ho letto sui social dei commenti spiazzanti, che mi hanno ferita. “Un vandalo in meno”, hanno avuto il coraggio di scrivere. L’Italia dei muri si scaglia contro chi li colora.
Amo l’arte di strada, i murales. Odio i tag che fanno arrabbiare le persone creando confusione tra i graffittari e i cani che voglio segnare il territorio.
Il mondo è pieno di disegni effimeri che fotografi attenti “salvano”.
Con mio marito giro per Roma fotografando, appunto. Ho visto i bellissimi lavori di Kentridge e mi addolora la morte di i Naryshev *_*
I vandali sono i cosiddetti writers.
Coloro che non sanno far altro che scarabocchiare un muro che non gli appartiene per il semplice fatto di compiere un atto vandalico, appunto.
Coloro che sono capaci di rendere bello e colorato un muro triste e grigio con i loro disegni artistici sono invece degli artisti che, a seconda dei gusti, quando dimostrano di avere uno stile personale e qualità artistiche, non si possono che apprezzare.
Gli ignoranti che ritengono dei vandali questi ultimi, sono da considerare alla pari dei primi citati.
Salve sto cercando un bravo writer per farmi disegnare il muro interno del mio giardino come posso fare per contattarne uno? Grazie spero mi possiate aiutare.