«Cibo da condividere», ha scritto Cedric su un cartello nel piccolo orto di fronte alla porta di casa. A Saint-Nazare, come in altri villaggi francesi della Loira, hanno cominciato a zappare nei giardinetti, nelle zone cintate delle scuole pubbliche, persino attorno al commissariato. Nuovi legami sociali e cibo buono per tutti.
Parigi. Crisi economica? Pochi soldi? Se hai un pezzo di terra, anche piccolo, puoi aiutare te stesso e il tuo prossimo a mangiare. Come? Coltiva un orto e condividi i prodotti con i vicini. L’idea sta diffondendosi in Francia: il movimento che pianta legumi ed ortaggi, non nel cortile di casa, ma in luoghi pubblici accessibili a tutti si chiama Incroyables comestibles. Complici la comunicazione veloce via «facebook» e le nuove spinte alla solidarietà sociale messe in moto dalla crisi.
A dire il vero non si tratta di un’iniziativa nuova. Si ispira piuttosto al movimento nato dall’altra parte della Manica, in Gran Bretagna, nel 2008 e chiamato Food to share (cibo da condividere). La disoccupazione stava colpendo alcune cittadine industriali del nord. Allora gli abitanti in particolare del centro di Todmorden, nell’Inghilterra settentrionale, decisero di mettere a disposizione di tutti i prodotti dei loro orti. Patate, carote, insalata, legumi di ogni tipo e frutta all’improvviso non furono più scarsi. Il movimento si allargò ai luoghi pubblici. Parchi e giardini in pochi mesi non furono più solo località di svago, piuttosto divennero posti di produzione e di incontro (Città autosufficenti in frutta e verdura).
Ora è il turno della Francia. Il quotidiano Le Monde ha inviato un suo giornalista nelle regioni della Loira e lungo la costa atlantica dove gli «orti aperti» stanno avendo grande diffusione. Complici i social network. «Cibo da condividere», ha scritto sul piccolo orto di fronte alla porta di casa Cedric Derouin, un abitante trentaquaattrenne di Saint-Nazare. Nel villaggio gli abitanti hanno cominciato a zappare nei giardinetti, nella zona cintata della scuola locale, persino attorno al commissariato. Ortaggi al posto dei fiori.
«In questo modo si rinsaldano i legami comunitari. Si creano nuovi momenti di socialità», dicono i nuovi agricoltori-cittadini. In Alsazia parlano di «una rivoluzione in atto». Pare che sia tra l’altro anche un ottimo modo per coinvolgere gli anziani. Non più solitudine in casa. Ma nei giardini pubblici con zappe e vanghe.
(Articolo di Lorenzo Cremonesi, pubblicato su il Corriere della sera del 26 dicembre)
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Olanda. La città dei contadini
Europa. L’euro degli orti urbani
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Di seguito, il cortometraggio in inglese dedicato a Tordmodern (leggi anche Città autosufficenti in frutta e verdura), la cittadina inglese che sperimenta con successo un grande progetto di autonomia alimentare e conversione ecologica e sociale attraverso l’autoproduzione e la condivisione.
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