A Parigi nel quartiere di Montreuil, opera dal 2003 l’associazione “Murs à pêches”, impegnata nel recupero di un orto urbano molto particolare. Nel corso del XVII secolo, infatti, il quartiere di Parigi era sede di un fiorente sistema di coltivazione delle pesche. Nonostante possa sembrare strano in un luogo come Parigi, il cui clima non è propriamente adatto a questo tipo di coltivazione, le pesche di Montreuil, divennero famose nell’alta società francese, arrivando fino alla corte di Versailles. Una fama che raggiunse anche la regina d’Inghilterra, il Principe di Galles e zar russi.
Questo tipo di coltivazione ha lasciato in eredità un sistema architettonico molto particolare chiamato appunto “Murs à pêches”, circa 300 ettari di muri labirintici e terreni agricoli che creavano un microclima adatto alla coltivazione delle pesche, notoriamente adatta a climi più temperati.
Le pareti erano alte tre metri e spesse più di un metro e mezzo, ricoperte con intonaco di calce locale, in questo modo avevano una elevata inerzia termica e una ottima capacità di immagazzinare calore. Lo studio dell’orientamento permetteva di accumulare calore durante la giornata per rilasciarlo poi nelle ore notturne, favorendo la maturazione dei frutti. La temperatura all’interno delle mura era di circa 8-12 gradi superiore rispetto all’esterno.
L’industria ha raggiunto il suo picco nel 1870 ma con l’avvicinarsi dell’era moderna e delle sue trasformazioni la produzione è andata in declino. Con l’estensione della ferrovia e di un nuovo sistema economico e di produzione la coltivazione delle pesche è sparita dal tessuto urbano e gli orti sono stati in parte abbandonati. Fino al 1970 gli orti urbani sono riusciti a sopravvivere in piccola parte ma la costruzione delle nuove infrastrutture ha determinato l’abbandono definitivo dell’area. Contemporaneamente questo ha decretato anche il declino del quartiere.
Oggi degli oltre 600 km del sistema murario originale rimangono solo 17 km. Tuttavia grazie all’intervento dei volontari e di diverse associazioni tra cui “Murs à pêches”, nonostante le continue pressioni per l’urbanizzazione dell’area, si stanno attuando molti interventi per recuperare la memoria e la tradizione degli orti antichi anche in altre parti della città. Oltre alla coltivazione dei frutti e di altri prodotti stanno nascendo mercati di vendita diretta dei prodotti biologici, attività di educazione e formazione attiva e varie proposte culturali.
Un esempio di lotta ed impegno importante per la tutela e la riscoperta della cultura storica agricola locale, in un tempo in cui la cultura degli orti urbani sta conoscendo una nuova diffusione, anche nel nostro paese.
Fonte: Greenme.it (di Elena), che ringraziamo.
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