Comprare la mascherina prima di tutto per sentirsi efficienti, un mix di consumismo e paranoia. Intervenire nelle chat di genitori in preda al delirio e al terrore per le sorte dei bambini, eppure neanche a Wuhan risultano morti minorenni. Seguire con ossessione le ansie dell’informazione mainstream e quelle della politica istituzionale. Assistere al gigantesco sperpero di soldi pubblici, spesi in militarizzazione dei territori (in fondo è il controllo della popolazione ampiamente descritto da Michel Foucault), invece di potenziare la sanità pubblica indebolita da trent’anni di «aziendalizzazione» e tagli… Ma c’è anche chi si muove in modo diverso, lontano dai riflettori dei media, in questi giorni complicati.
C’è questo e molto altro nella brillante strategia cui Wu Ming ha scelto di difendersi dai grandi media per “tornare a vivere e comunicare e lottare”. Qui il loro “Diario virale. I giorni del coronavirus a Bulåggna (22-25 febbraio 2020)”.
– Che dobbiamo fare? – c’eravamo chiesti.
– Scriveremo il Decamerone!
– Anche meno. Scriviamo un diario collettivo di questi giorni.
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Concetta Cuscusa dice
Grazie Comune! Reportage eccellente e utile ad allontanare il “maligno”…
Daniela dice
Per un diario si scrivono le cose anche ordinarie. Poi, da ogni esperienza, si traggono pensieri, analisi riflessioni, ecc ecc. Comunque il monito: serve tenere in azione sempre la lucidita’, e obiettività . Ma l’Apocalisse è altra cosa/ Sono di Reggio Emilia. Emilia Romagna. Conosco l’ ordinanza, e ho letto i distinguo. Quindi, per esempio, martedì 25 con altre 10 signore, abbiamo fatto la nostra seduta di attività motoria. Lavate bene le mani, e i tappetini un po più distanti, e al brindisi per il martedì grasso, niente baci e abbracci, ma tanti sorrisi! Stamane, 27 febbraio, me ne vo’ al lavoro, prendo l’auto, poi un mezzo pubblico e andrò in ufficio, con colleghi-una collega starà a casa, prudenzialmente, per qualche giorno, in quanto il marito lavora per una ditta di Carpi in cui attualmente tutti i dipendenti sono a casa perché 3 positivi che hanno lavorato a Codogno. Poi in agenda.. Stasera alla sezione CAI ad un incontro di 15 persone. Abbiamo annullato una iniziativa pubblica, ed una escursione con 60 persone, ma domenica faremo una passeggiata in collina. Lunedì staro’ da volontaria in emergenza, come sempre una volta la settimana, e accesso in Ps almeno 3 volte in 8 ore. Seguiro’ le indicazioni del mio comitato, con istruzioni precise del coordinamento regionale. Ergo…. in tempi di ordinanza regionale: considerato che entro a contatto con persone senza problemi, e altre fragili, mi osservo e sto attenta a me e agli altrui comportamenti. Ho un papà di 89 anni e una mamma di 82, a loro ci tengo, e però da una decina di giorni non li abbraccio e bacio, se sono I disposta sto alla larga, se posso o metto mascherina. Da parte mia sto attenta: non vado in luoghi affollati, mi lavo più spesso le mani, uso il gel quando esco e entro in Ps, e all’arrivo in ufficio prima di lavorare a telefono PC ecc. In generale, epidemia sarà da attenzionare ancora per qualche tempo, poi vediamo. Sto tranquilla:cerco di non mettermi un sacchetto in testa, ma neppure banalizzo, sono una cittadina, attiva nell’associazionismo, una mamma una figlia una volontaria una lavoratrice una appassionata lettrice una escursionista vedo gente faccio cose ecc ecc! Posso essere tutto questo anche con l’ordinanza regionale! Scelgo di avere fiducia, nel coordinamento protezione civile, nelle istituzioni, nella sanità… non vedo quelle cose estreme e motivi di demonizzazione dell’ordinanza regionale. Necessariamente parziale, e in certo punti generica, ma declinata sulla mia vita e sulla mi sfera di azioni l’ho intesa, riesco a praticarla, ci si può organizzare, e non leggo come misure strumentali e di attacco alla mia libertà di azione e pensiero, penso che deve esserci necessariamente, non vivendo su una isola deserta, qui è come sempre, scendere a patti con il vivere sociale. Ho fiducia, e presto molta attenzione su tutto quello che posso fare e prevenire per me è per gli altri. Mi preoccupa che non lo si faccia tutti E soprattutto sui giornali e media si faccia molto caos.. leggo tante esternazioni, non informazioni, perché tante sono strumentali.. e ognuno si sente di dire tutto.. E il contrario di tutto! Comunque, con pragmatismo reggiano, intanto stiamo accorti, poi vedremo come va, ma stiamo.. positivi (!) Buon diario, e che ognuno qualche appunto sul proprio diario personale se lo si scriva quello che può fare per contribuire, per la propria parte a continuare a praticare vita, socialità lavoro turismo e cultura..?.
Girotto Marco dice
Storiella. Siamo al sud in un piccolo paese tipico del sud. Esce la gente il sabato per fare la spesa giornaliera come erano abituati da sempre. Siamo in Puglia. Quella che riceve i propri connazionali a migliaia, rifiutati di essere controllati dal nord, con treni notturni, quando prima i treni notturni neppure potevano portare a casa dopo mezzanotte i pendolari da Venezia a Treviso. Connazionali infettati dal coronavirus che sono abitanti del nord, ma ce li spediscono indietro senza controllo apposta per averne di meno. I nuovi treni della mini differenza razziale? Poi però il protocollo da adottare è quello dei bravi medici di Napoli per salvare quelli che restano al nord e non hanno bisogno di noi, no. Siamo al sud, dicevo. Esce dal balcone una signora e applaude, poi vede un’altra che applaude dall’altro balcone con un bimbo di pochi mesi in braccio. Vivono a poche decine di metri e non si conoscevano. Beh. Felliniano paesaggio di balconi…. Al sud…. Beh. È sabato, il mondo di Federico Fellini e di Pasolini e di Charlie Chaplin si mescola in un mix da cinematografo antico degno della nostra più ampia immaginazione, la quale viene superata ampiamente dalla nostra realtà. Sono quasi tutti con la mascherina per poter entrare nei negozi di alimentari in cui non si entra senza. Senza. Parola magica. Ma sono pure SENZA guanti! E parlano a due tre metri tra di loro raccontandosi storie che prima mai avevano raccontato, che io traduco dal dialetto: #ma lo sai che mia moglie non mi vuole più un casa? Se non ho la mascherina ??? Ed io che faccio? La metto. Ma poi mi fa lavare le mani, il viso, mi fa fare la doccia continuamente e…. non mi tocca più, per un abbraccio, poi, figuriamoci il resto. Sono un appestato. Che poi se esco dove vado? A lavorare di sabato senza gente o nei bar chiusi? E ho pure il problema della prostatite! Se esco i bagni dove li trovo???# … E risponde l’altro: @ma vieni da me caro Gianni, che sto da solo, e vedrai che tra un burraco e un paio di bicchieri di vino rosso tiriamo avanti fino a sera. Ma non dire nulla né alla moglie, che ufficialmente ti sfratta no?, ne a nessun altro fai attenzione!!! E soprattutto non dire nulla al vigile se ti ferma, anzi, se ti capita, parla, é un testimone a favore!!! Autodichiarati. Digli che stai andando a fare la spesa per la famiglia e che mi devi pure portare le medicine, e di pure alla moglie che esci per fare la spesa e fare un giro. Mettiti la mascherina, ma non solo, pure i guanti e riempiti di alcool in modo da odorare per bene, in modo che quando rientri quello è l’alcool che deve sentire… Poi suona il mio campanello e… Facciamo la balla e le pernacchie alla tua moglie, al tuo stato democratico e anche a quella cazzo di corona!!!@