L’appello lanciato da alcuni presidi per il posticipo della riapertura delle scuole ha avuto una risonanza enorme sui grandi media. Molti e molte lo trovano inaccettabile per diverse e robuste ragioni. Il collettivo Cattiveragazze, tra gli altri, si chiede quanti dirigenti in questi due anni hanno chiesto spazi alternativi, più grandi, per le attività didattiche, ma anche quanti dirigenti hanno fatto ammenda per avere, negli anni passati, devastato le scuole dividendo le aule pur di avere altri studenti nel loro portafoglio. “La DAD – ricordano in un messaggio prezioso diffuso in rete – non ha efficacia formativa ed è deleteria per la socialità delle studentesse e degli studenti (piccoli e grandi). Alcuni istituti di ricerca privati vicini a Confindustria ne hanno valutato il costo economico, noi il costo umano, sulle vite delle studentesse e degli studenti…”
Leggiamo con sconforto l’appello lanciato dai Presidi per il posticipo della riapertura delle scuole (firmato anche da alcuni dirigenti scolastici del nostro territorio). La richiesta di tornare alla DAD ci sembra inaccettabile, la loro lettura dei dati pandemici strumentale e scorretta, la loro attenzione alla Scuola assolutamente in linea con quanto dicono di denunciare.
Solo alcune considerazioni:
1) I Presidi chiedono «una programmata e provvisoria sospensione delle lezioni in presenza (con l’attivazione di lezioni a distanza) per due settimane». Perché non una sospensione da recuperare a giugno in presenza, quando al solito la curva dei contagi decresce, magari rinviando gli esami?
2) Il problema è il personale non in regola con la vaccinazione obbligatoria e il personale positivo al COVID. Ma questo personale non ci sarà neanche per la DAD.
3) Le classi favoriscono il contagio e il distanziamento «è una misura sulla carta». Vero ma … Quante scuole hanno investito in sistemi per il ricambio d’aria delle classi? Quanti dirigenti hanno chiesto che spazi alternativi, più grandi, per le attività didattiche? Quanti dirigenti hanno fatto ammenda per avere, negli anni passati, devastato le scuole dividendo aule, sacrificando androni pur di avere altri studenti nel loro portafoglio?
4) Le aziende sanitarie non riescono più a garantire rapidità per i tamponi. Due settimane di DAD non cambieranno questo e non fermeranno la curva dei contagi, aumentata dalla sospensione delle attività didattiche di Natale.
5) Due settimane di DAD sono «sicuramente preferibili a una situazione ingestibile che provocherà con certezza frammentazione, interruzione delle lezioni e scarsa efficacia formativa». La DAD non ha efficacia formativa ed è deleteria per la socialità delle studentesse e degli studenti (piccoli e grandi). Alcuni istituti di ricerca privati vicini a Confindustria ne hanno valutato il costo economico, noi il costo umano, sulle vite delle studentesse e degli studenti.
6) I numeri dei contagi sono altissimi, mai visti prima e la nuova variante del virus colpisce come mai prima le fasce più giovani della popolazione. I dati vanno letti parlando di vaccinati, di diffusione del contagio, certamente, ma anche di livello di ospedalizzazione e occupazione delle terapie intensive. Il numero di tamponi che si effettuano ogni giorno, ora, è altissimo e, di conseguenza, il dato dei positivi non è confrontabile con i precedenti.
La campagna vaccinale per il personale scolastico è stata la prima a partire, la vaccinazione sotto i 18 anni è facoltativa ma il 12,56 % della popolazione tra 5 e 11 anni ha ricevuto la prima dose e il 74,3% tra i 12 e i 18 anni ha completato il ciclo vaccinale. Il piano vaccinale continua a essere la principale strategia contro il COVID, e questo è anche dimostrato dalla significativa riduzione dell’impatto clinico della malattia e dei relativi esiti, e l’attuale andamento epidemiologico della pandemia dovrebbe richiamare il senso di responsabilità di ciascuno di noi, sia per garantire la sicurezza di tutti coloro che frequentano le Scuole, sia l’efficiente ed efficace organizzazione ed erogazione di tutti i servizi scolastici. Questa la vera sfida da affrontare insieme in presenza, se si considera la Scuola un bene primario. Ci auguriamo che il ministro Bianchi e il presidente Draghi non abbiano alcun ripensamento sul ritorno a scuola in presenza.
Il collettivo romano @cattiveragazze2020 nasce durante il contenimento per l’emergenza Covid-19 “da alcune idee di cultura, di scuola e di solidarietà coltivate e condivise da tempo sul territorio da molte di Noi”. Vuole essere un punto d’incontro in rete ma anche nel territorio: “abbiamo il sogno di una libreria delle donne…”.
Vincenzo Giorgino dice
Giusto ma non basta. I tamponi in accesso, l’aerazione frequente e la ventilazione meccanica devono diventare obiettivi di studenti, genitori e docenti se presidi e politici non lo fanno. I fondi stanziati per le scuole e quelli del PNRR per i Comuni seguono lo stesso criterio poco responsabile della spesa a pioggia. Dove stato e mercato non arrivano, devono essere i cittadini ad auto-organizzarsi e/o a co-produrre i servizi di cui hanno necessità.