di Paolo Limonta*
È arrivato l’anno scorso in una delle quarte della Scuola milanese di viale Romagna. Due occhi profondissimi, alto e magrissimo come i corridori degli altopiani africani. E, come loro, correva.
Scappava dalla sua classe e correva per le scale, i corridoi, da un piano all’altro. Non voleva stare a scuola. Le sue maestre hanno fatto un lavoro eccezionale, supportate da tanti di noi.
Che quando lo incrociavano nei corridoi semplicemente gli sorridevano.
Mi ricordo benissimo la sua falcata leggera, il suo rallentare quando passava davanti alla mia classe, la sua curiosità davanti a questo maestro grande e grosso con qualche bambino sempre addosso.
Così abbiamo cominciato a parlarci, a guardarci, ad annusarci. Fino a quando l’ho preso in spalla per la prima volta. E, quando è sceso, mi ha regalato un sorriso meraviglioso. Poi, a poco a poco, si è tranquillizzato e ha smesso di correre. E, ogni volta che lo incontro nei corridoi della scuola, mi regala un sorriso che, da solo, riempie la mia giornata.
Ecco, questa giornata dei Diritti dell’Infanzia la voglio dedicare a tutti i bambini che corrono. E agli adulti che non si stancano di seguirli…
* maestro
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