Può esserci nella grande crisi che soffoca l’Europa e spinge gli uomini sull’orlo di inaspettate povertà una positiva conseguenza: la fine dell’egoismo. La bolla immobiliare, la speculazione finanziaria e la gestione dissennata delle nostre città hanno evidenziato l’esclusione del noi.
Tutto è ruotato attorno all’io, sia nei comportamenti individuali che in quelli sociali. Ma ora che la grande abbuffata è finita potremmo essere costretti a ripensare ai nostri modelli di comportamento, riscoprendo il piacere della cooperazione. Antonio Galdo, giornalista e scrittore, ha cercato le prove di questo cambio di paradigma. E le ha raccolte in un saggio, L’egoismo è finito, che Einaudi manda in libreria con il sottotitolo «La nuova civiltà dello stare insieme». Un centinaio di pagine in cui, con lo stile asciutto del cronista, l’autore si tiene a debita distanza da fanatismi, estremismi, «nuovi miti che evaporano alla prova della realtà». (…)
Si muove a Zurigo, visitando gli spazi condivisi che hanno rivoluzionato la mobilità urbana: strade uniche senza semafori, strisce pedonali, corsie preferenziali, spartitraffico, marciapiedi… E con cittadini pienamente consapevoli: rallentano perché sanno che è una necessità non un obbligo imposto da un cartello. Esempi simili si trovano in Germania, Olanda, Danimarca, Inghilterra ma non in Italia. Nel nostro paese «il conflitto tra le tribù dell’egoismo metropolitano è diventato lo specchio di un malessere, di un io che ha tracimato, cancellando qualsiasi spazio per il noi in una guerra tra poveri». Fortuna che accanto alla città cresciuta per strada ne sta nascendo un’altra, più pulita e intelligente. Si osservi Ferrara e la sua «vita a pedali» o i militanti di Salvaciclisti che montano in sella non solo per rispettare l’ambiente ma anche perché, nei tempi di crisi, è utile se non necessario ridurre il costo degli spostamenti. Dalle strade, il seme dell’altruismo mette radici dentro i palazzi. Galdo visita un condominio di Torino, un edificio ottocentesco lesionato dall’incuria e ristrutturato da otto famiglie con la formula del cohousing, ci parla della buona finanza, degli orti urbani, dei «grattaverdi», versione ecologica dei vecchi grattacieli, dei siti per scambiare oggetti, delle giornate del baratto, delle pratiche di condivisione dei saperi, del coworking… Un elenco lunghissimo di piccole iniziative di cui alcuni hanno pratica diretta, ma su cui non tutti ci siamo soffermati a pensare: e se l’egoismo stesse davvero per finire?
(Ampi stralci di un articolo pubblicato su La Repubblica il 27 ottobre 2012)
Lascia un commento