E se trasformassimo quanto accade e quanto potrebbe accadere in un’occasione per dare nuovi significati alla parola condivisione e al concetto di economia? E se l’attivazione delle numerose proposte elaborate e sperimentate da tempo da movimenti come quello delle transition town o della decrescita o anche dei Bilanci di giustizia diventassero diffuse? E se cominciassimo almeno a pensare insieme? C’è vita oltre lo spread e il virus del terrore
Se improvvisamente, per restrizioni sanitarie di movimentazione, nessuno potesse più andare al bar o al ristorante oppure in albergo per settimane o per mesi molte di queste attività sarebbero costrette a licenziare i loro dipendenti e poco dopo a chiudere. Si creerebbe un numero elevato di persone senza reddito alle quali la comunità dovrebbe far fronte. Per i dipendenti pubblici e privati la situazione non sarebbe così drammatica da subito, in quanto in moltissimi casi esistono possibilità di lavorare da remoto. Ma dove questo non è possibile, terminati eventuali ammortizzatori sociali, il dramma dei licenziamenti e delle chiusure delle aziende si presenterebbe pari pari come per i commercianti e le partite iva che svolgono attività che richiedono movimento e incontro di persone. Il dramma economico si aggiungerebbe a quello sanitario.
E se trasformassimo questa situazione in un’occasione per dare nuovo significato alla parola condivisione e al concetto di economia? Condivisione significa, ad esempio, che se eravamo abituati ad andare al cinema una volta alla settimana e ogni due al ristorante, anche se non ci andiamo più invieremo il corrispettivo della serata al cinema e al ristorante, come se ci fossimo andati. Se avevamo in mente una settimana di relax in albergo, non ci andremo, ma pagheremo l’albergo come se ci fossimo andati. Questo permetterà nel breve periodo di non avere shock economici portando dall’oggi al domani molte persone nell’indigenza.
Se poi le restrizioni al movimento dovessero continuare sarebbe importante fin da subito attivare le numerose proposte elaborate e sperimentate da tempo da movimenti come quello delle transition town o della decrescita o anche dei Bilanci di giustizia. Tutte proposte che ci permettono di vivere meglio, muovendoci meno/meglio e, soprattutto, producendo meno prodotti e servizi usa e getta che richiedono lavoro inutile (al bene dell’umanità e della madre terra che la ospita) e grande dispendio di materie prime e energia.
Forse si tratta di cominciare a guardare le cose da punti di vista diversi.
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Guido Vaudetto, economista, è un esperto di informatica e vive in Lombardia. Dedica molto tempo ai temi dell’economia solidale ma anche allo yoga della risata.
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DECALOGO CONTRO LA PAURA
1. Leggere un libro piuttosto che andare al centro commerciale.
2. Camminare in campagna…
3.
Stare un poco di tempo lontani dai luoghi affollati può essere
un’occasione per ritrovare un rapporto con la natura, a partire da
quella che è in noi…
4. Lavarsi le mani molto spesso, informarsi ma
senza esagerare. Sapere che abbiamo anche una brama di paura e subito si
trova qualcuno che ce la vende. La nostra vocazione al consumo ora ci
rende consumatori di paura… IL DECALOGO COMPLETO: https://comune-info.net/decalogo-contro-la-paura/
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patrizia dice
L’idea della solidarietà è bella, ma senza reddito non è possibile dare solidarietà in termini monetari 🙁
Guido Vaudetto dice
Ognuno deve fare la sua parte. Se in questa fase il mio reddito non subisce riduzioni posso continuare a spendere come spendevo prima con l’unica differenza di non ricevere un’immediata prestazione, ma con il vantaggio di preservare la possibilità di riceverla in futuro. Un semplice esempio: se d’abitudine andavo una volta alla settimana al cinema, ora chiuso per ordinanza, invierò lo stesso il corrispettivo del biglietto al gestore in modo che possa anche lui avere in questo periodo il suo reddito “normale” e quando si potrà tornare al cinema ci sarà qualcuno ad aprirlo. Il rischio è che potrebbe non esserci più. Ma in ogni caso a me cosa porterebbe monetizzare le spese che fino a ieri facevo ed erano parte del reddito di molte persone per lasciare per un periodo breve, medio o lungo queste persone senza reddito? Noi dobbiamo stare più fermi per contenere il contagio, ma i soldi li possiamo, anzi dobbiamo farli girare come prima. Abbiamo solo da guadagnarne tutti.
Rosanna dice
Solidarietà è anche mangiare in cinque quelli che si è abituati a mangiare iin tre; lo sperimentiamo ogni volta che aggiungiamo un posto a tavola a sorpresa
Carla dice
Trovo assurdo ciò che sta succedendo, senza alcuna memoria storica relativa alle morti per “influenza semplice” degli anni trascorsi. E ignobile il “saltare sopra” al coronavirus dei talk di TUTTE le TV.