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Il respiro trattenuto

22 Giugno 2021 - h. 08:00 | 10 Luglio 2021 - h. 17:00

Bologna ai tempi del Covid-19 in 100 scatti d’autore

con fotografie di

Gianni Schicchi • Rossella Santosuosso • Paolo Righi • Marika Puicher • Michele Nucci • Margherita Caprilli • Gianluca Perticoni • Mauro Montaquila • Alessandro Ruggeri • Massimo Paolone • Massimiliano Donati • Michele Lapini • Max Cavallari

Tredici fotografi professionisti, veri “testimoni oculari”, hanno attraversato la città raccontando, con il loro obiettivo e il loro cuore, ciò che accadeva “fuori” e hanno restituito alla città quel volto emotivamente problematico, su cui, le città di tutto il mondo si stanno interrogando.

Il respiro trattenuto. Bologna ai tempi del Covid-19 in 100 scatti d’autore è un racconto corale di Bologna e dei suoi cittadini, in una fase inaspettata della nostra storia che ci ha resi consapevoli delle nostre fragilità.

La mostra fotografica visitabile dal 22 giugno al 10 luglio 2021 presso la Biblioteca SalaBorsa di Bologna e il volume edito Minerva, raccolgono la visione di 13 fotografi professionisti, che hanno saputo raccontarci Bologna in un particolare momento storico in cui tutta la città tratteneva il respiro: momenti di una vita messa in pausa, trattenuta, dove perfino le ombre sono sparite dai portici della città e sono diventate solo un lontano ricordo, in attesa di un incerto futuro.

Il progetto editoriale, curato da Gabriele Fiolo insieme all’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma, restituisce alla città preziosi tasselli per la costruzione di una memoria durevole capace di raccontare ciò che è accaduto e che ha stravolto la quotidianità di tutti i cittadini bolognesi durante i lunghi mesi dell’emergenza sanitaria.

Il passato è l’unica forma di conoscenza, ma la memoria, purtroppo, non può essere solo emozionale altrimenti si corre il rischio che non arrivi a tutti” commenta il curatore dell’opera Gabriele FioloLa memoria è un dovere e con queste immagini diventiamo tutti testimoni. Il progetto fotografico si pone l’obiettivo di favorire la condivisione e di trasmettere le emozioni che paradossalmente si sono generate dall’assenza della vivace vita quotidiana, che solitamente anima la nostra città: vuole farlo offrendo ai suoi cittadini, imprigionati nel proprio spazio personale, una testimonianza fotografica del recente passato vissuto nella città di Bologna, mentre si è trovata immersa nell’affrontare la pandemia.”

In un momento storico in cui stanno mutando i paradigmi del sociale, l’obiettivo del progetto è stato quello di arrivare dove lo sguardo del cittadino, congelato dentro nuove limitazioni necessarie per tutelare la salute pubblica, non poteva arrivare.

Per chi come me non è bolognese né vi ha mai abitato, ma che è legato fin dalla giovane età a questa città, ne percepisce oltre all’enorme bagaglio culturale e storico, soprattutto l’immenso universo creativo” – descrive così il progetto Giuseppe Del Rossi, Presidentedi AIRF, l’Associazione Italiana Reporters FotografiBologna è sempre stata una fucina intellettuale, di relazioni sociali e culturali, di incontro/scontro generazionale, luogo di miti giovanili ed è da qui che il lavoro di questi colleghi riparte, dal contatto fisico perduto o quantomeno ostacolato, ai baci diventati impossibili senza l’uso delle mascherine, alla ricerca infine di un nuovo punto di partenza.”

Ha ragione il filosofo Dario Antiseri quando dice che il lavoro del giornalista, quindi anche del fotogiornalista, è come il ricercatore/scienziato che sottopone il suo lavoro alla verifica dei fatti, al confronto. Tutto ciò lo fa interpretando la realtà a partire dalla propria sensibilità, dalla sua storia e cultura e dalla relazione inscindibile e personale che instaura con il “suo” soggetto.  Quando le parole non sono sufficienti a raccontare, l’immagine arriva ad affiancarle e colpisce dritto nell’animo.

Come afferma l’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma: “Le immagini hanno la capacità di catturare “momenti” e trasferirne ai posteri il loro ricordo. Il valore documentativo della fotografia è innegabile e ad esso si affianca la capacità evocativa e la forza del saper trasmettere emozioni.  Dietro ad ogni immagine esiste un fotografo e non solo una macchina fotografica. È il cuore, la mente e lo sguardo di chi è dietro all’obiettivo che crea l’immagine. È il suo respiro trattenuto durante il click, è la sua esperienza di vita, non solo di fotografo, il suo vissuto che danno vita a “quella” specifica fonte storica.

Attraverso la visione di queste fotografie si ha la netta sensazione che siamo sulla buona strada e che a partire dalla comunione delle singole creatività, gli autori siano riusciti ad andare oltre l’interpretazione della realtà, riportandoci verso una dimensione etica: verso il soggetto umano.

“Oggi tutti noi vogliamo solo ritornare a vivere come lo facevamo fino a gennaio dello scorso anno, prima che una pandemia dal nome sconosciuto, Covid19, entrasse nella nostra vita sconvolgendola e riempiendola di apprensioni quotidiane – queste le parole dell’Editore Roberto Mugavero –. Abbiamo visto persone care in questo anno e mezzo ammalarsi, per fortuna guarire, ma in alcuni casi le abbiamo anche perdute per sempre senza poterle abbracciare un’ultima volta, come avremmo voluto con tutto il nostro cuore fare. In questa altalena di una esistenza da riconquistare, che oggi la massica vaccinazione ci sta per fortuna riconsegnando, ho detto subito il mio SÌ convinto all’Associazione fotografica “Tempo e Diaframma” e a tutti i fotografi coinvolti, che in buona parte conosco e apprezzo da sempre per il loro fondamentale lavoro giornaliero di documentazione della nostra storia cittadina. Sono i “Fotoreporter” con la F maiuscola, i nostri occhi, la nostra memoria, il nostro “passato prossimo”. Sono loro che con questi 100 scatti di rara bellezza hanno saputo cristallizzare per i posteri come la nostra Bologna e la sua gente ha vissuto questa pandemia e chi  ha lavorato ogni giorno con rara generosità per difendere la nostra salute.

Se fosse ancora fra noi il grande giornalista Sergio Zavoli, che di fotoreporter se ne intendeva, avrebbe detto che queste 100 immagini non avrebbero bisogno di cornici, basterebbe appenderle a fili come panni stesi al sole e ciò basterebbe per trasferire a tutti noi l’intensità di quelle fotografie così dure, vere, ma anche romantiche. Da domani riguarderemo con occhi lucidi questi scatti pensando a ciò che abbiamo perso per strada, ma anche con il sorriso di essere ancora qui a guardare avanti con fiducia la vita. Vivremo anche per coloro che non ce l’hanno fatta, che da lassù ci restituiscono i loro sorrisi e quell’abbraccio virtuale che ci manca così tanto.”

“E’ noto che le foto spesso sostituiscono le parole – afferma Giovanni Rossi, Presidente del Consiglio regionale dell’Ordine dei giornalisti dell’Emilia-Romagna – Trasmettono emozioni, raccontano esse stesse fatti. Una cosa invisibile, il virus, ha determinato immagini del tutto inconsuete e nuove del vivere quotidiano. Ha creato un vero e proprio deserto cittadino. Le 100 fotografie che possiamo ammirare oggi, in una situazione assai diversa da quando quegli scatti furono fatti, sono lì a ricordarci la durezza di quanto abbiamo vissuto. L’essere umano dimentica facilmente. Soprattutto ciò che lo ha spaventato e ha messo in discussione le sue certezze, la sicurezza di una vita ‘normale’. La mostra ed il volume sono un modo per non dimenticare, per ricordarci che è possibile non commettere gli errori che ci hanno portato a questo, che non è impossibile prepararsi a far fronte a simili emergenze”.

Secondo R. Barthes, la fotografia ha da sempre il ruolo fondamentale di fissare un momento nel tempo, “rende presente un evento passato”: per molti, il 2020, non sarà considerato un anno piacevole da “fissare nel tempo” o da “riproporre nel presente”, ma è anche vero che la pandemia ha globalmente creato una netta linea di demarcazione con un “prima” e un “dopo” nelle nostre vite e nei nostri territori”, conclude così il curatore Gabriele Fiolo.

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AUTORI E BIOGRAFIE

Gabriele Fiolo, fotoreporter (AIRF) e giornalista pubblicista. Da sempre attento al mondo del disagio, della disabilità e delle situazioni vulnerabili. Cerca di essere un testimone sincero di situazioni e condizioni sociali che mettono al centro l’essere umano in tutte le sue sfaccettature. Ha seguito e segue numerosi progetti per conto di comuni, enti, associazioni, Ong, Onlus, nonché progetti di visibility per l’Unione Europea. E’ autore di diversi progetti che poi propone ad associazioni o enti per la loro realizzazione. Ha esposto in Tanzania, Zanzibar, Kenia, Belgio, Spagna e Italia.

www.gabrielefiolo.it

L’Associazione Fotografica Tempo e Diaframma nasce da un’idea di un gruppo di fotografi che si danno come obiettivo quello di diffondere l’arte della fotografia attraverso corsi, workshop tematici, contest, uscite fotografiche, visite a mostre e tante altre attività. L’associazione è senza scopo di lucro ed è aperta a tutti i fotografi amatoriali e non che abbiano il desiderio di condividere la propria passione. L’Associazione si propone di organizzare attività di sensibilizzazione e formazione rispetto alla fotografia e alla sua cultura.

www.tempoediaframma.it

Il respiro trattenuto è un progetto promosso e sostenuto dal Comune di Bologna e fa parte di Bologna Estate 2021.

Dettagli

Inizio:
22 Giugno 2021 - h. 08:00
Fine:
10 Luglio 2021 - h. 17:00
Categoria Evento: