Che senso ha lasciare molti bambini, quelli che ad esempio aiutano gli insegnanti facendo gli interpreti quando arrivano altri bambini di origine migrante, parcheggiati nel mondo sospeso dei diritti in attesa di concessione? Intanto l’educazione civica torna nelle scuole… Lettera di una maestra a Selim, suo alunno
Caro Selim, lo sai vero che scrivo libri per voi bambini della scuola elementare? Lo faccio in uno studio editoriale in cui lavorano persone meravigliose: anche se non sono maestre e maestri hanno imparato a entrare nella vostra mente e a fare libri “giusti”, chiari, accoglienti, belli! Sanno immaginare le vostre difficoltà, il vostro pensare, i vostri gusti… insomma sanno di voi molte più cose dei ministri dell’istruzione… e dei ministri in generale!
Da molti mesi sto riflettendo sui libri di Educazione Civica che dall’anno prossimo dovrete usare. Ho molto criticato la legge con cui ci hanno imposto questo percorso, ma poi come mio solito ho accettato la sfida e mi sono fatta venire un sacco di idee per un’Educazione Civica amica dei bambini, delle maestre e dei maestri. Mi sono immersa nella nostra meravigliosa Costituzione, nell’Agenda 2030, nel mondo digitale, nella legalità, nei diritti di bambini, ho fatto danzare i concetti e le parole per intrecciarsi tra loro e arrivare a voi nel modo giusto. Già. A voi. Ma voi chi? A chi arriverà la parola “cittadinanza”? A chi arriveranno le spiegazioni sulle assurde regole che la concedono? A chi arriveranno i discorsi sui diritti e i doveri dei cittadini in gamba? Sul dovere di pagare le tasse e il biglietto del bus? Sul diritto dovere del voto?
Arriveranno a Giacomo, piccolo cittadino italiano figlio di cittadini italiani, che costruirà il suo modello di comunità e di senso di appartenenza allo Stato anche grazie alla danza di idee e parole che ho immaginato per lui. Arriveranno ad Alexia, piccola cittadina italiana che ha il papà peruviano e la mamma italiana, anche lei sistemerà riflessioni, scambi di idee e concetti nel suo percorso di crescita. E poi arriverà a te. A te che perdi intere mattinate di scuola per andare a rinnovare il tuo permesso di rimanere tra noi, ma da straniero, intendiamoci. A te che sei nato in Italia e a cui chiediamo di imparare il rispetto della Costituzione italiana senza però riconoscerti come cittadino a tutti gli effetti. A te che aiuti la maestra quando arriva un bambino nuovo dal tuo Paese, perché tu parli perfettamente sia l’italiano sia la tua lingua, sai la fatica emotiva che comporta per la maestra e il tuo compagno il non capirsi, ti metti a loro disposizione per far stare bene tutti e due, non importa se rimani indietro nei tuoi lavori e vieni chiamato ogni dieci minuti a fare l’interprete anche quando stai giocando. Si direbbe che più cittadino di te non ci sia nessuno, a dieci anni. Eppure leggerai sul tuo libro di Educazione Civica che fino a diciotto la cittadinanza non l’avrai, il Paese in cui vivi ti chiede di essere già da ora un giovane cittadino consapevole, di seguire gli stessi percorsi educativi delle bambine e di bambini della tua classe, ma ti chiede di portare pazienza, di rimanere parcheggiato in quel mondo sospeso dei diritti in attesa di concessione.
Caro Selim, continuerò a farmi venire idee danzanti per parlare a tutti voi della bellezza del vivere insieme, ma lo farò con un macigno nel cuore finché non riuscirò a ottenere il rispetto del “nostro” diritto alla “tua” cittadinanza. Ti prometto che ci metterò tutta me stessa. E non sono sola. Buon 2020 a te e a tutte le bambine i bambini che ci aiutano a crescere.
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Antonella Meiani, maestra a Milano, è autrice del libro Tutti i bambini devono essere felici (Terre di mezzo)
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Inge Haake dice
Bellissimo. Grazie tante.