Il numero degli uccisi

Sempre di nuovo occorre meditare il passo dell’Apocalisse (6,9-11) in cui si legge: «E quando (l’agnello) aprì il quinto sigillo, vidi sotto l’altare le anime degli sgozzati a causa della parola di Dio e della testimonianza che avevano reso. E gridarono a gran voce dicendo: “fino a quando, o signore santo e verace, non compi il giudizio e non vendichi il nostro sangue su coloro che abitano sulla terra?” E fu data a ciascuno di loro una veste bianca e fu detto loro che avrebbero indugiato ancora per poco tempo, fino a che non fosse completato il numero dei loro conservi e fratelli, che debbono essere uccisi come loro».

La storia non finirà e il giudizio finale non sarà pronunciato finché non sarà completato il numero dei giusti uccisi. È forse questo che sta avvenendo intorno a noi? E quanto altri giusti dovranno essere uccisi, come ogni giorno li vediamo morire?

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Certo la storia è storia di guerre, morti e uccisioni. Ma il senso dell’apertura del quinto sigillo non è che, nel tempo che stiamo vivendo, noi dobbiamo aspettare inerti che sia completato il numero degli uccisi. Anche se i giornali non fanno che contarli ogni giorno, noi ignoriamo quale sia questo numero, come ignoriamo quando avverrà il giudizio e se mai avverrà. Noi viviamo in un tempo intermedio e, come coloro che sono stati sgozzati, dobbiamo testimoniare di quello che vediamo e di quello in cui crediamo. Non altro è il nostro compito prima che sia completato il numero degli uccisi.

Pubblicato su Quodlibet (qui con l’autorizzazione della casa editrice). Tra gli ultimi libri di Giorgio Agamben: Quaderni. Volume I (2024), Horkos. Il sacramento del linguaggio (2023), Categorie italiane (2021)

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English:

The number of those killed (Giorgio Agamben)

Again and again it is necessary to meditate on the passage from the Apocalypse (6:9-11) in which we read: “And when (the lamb) opened the fifth seal, I saw under the altar the souls of those who had been slain for the word of God and for the testimony which they had borne. And they cried out with a loud voice, saying: ‘How long, O Lord, holy and true, do you not execute judgment and avenge our blood on those who dwell on the earth?’ And a white robe was given to each of them, and it was said to them that they should tarry yet a little while, until the number of their fellow servants and brethren, who must be killed as they were, should be completed.”

History will not end and the final judgment will not be pronounced until the number of the righteous killed is completed. Is this perhaps what is happening around us? And how many more righteous will have to be killed, as we see them dying every day?

History is certainly a history of wars, deaths and killings. But the meaning of the opening of the fifth seal is not that, in the time we are living in, we must wait idly for the number of the killed to be completed. Even if the newspapers do nothing but count them every day, we do not know what this number is, just as we do not know when the judgment will occur and if it will ever happen. We live in an intermediate time and, like those who were slaughtered, we must testify to what we see and what we believe. Our task is nothing else before the number of the killed is completed.

Published on Quodlibet (here with the permission of the publisher). Among the latest books by Giorgio Agamben: Quaderni. Volume I (2024), Horkos. The sacrament of language (2023), Italian categories (2021)