Nella giornata del rifugiato dedico questi pensieri ai nostri fratelli e alle nostre sorelle migranti, per dirla con Gianmaria Testa, “a chi è partito e si è perduto al mondo” e il mare lo ha ingoiato o è morto di stenti ovunque ci siano barriere. Insomma, a chi non ha trovato rifugio.
Transenne
Le barriere contro le persone sono brutte. Mai colorate, senza orecchie per ascoltare altrimenti si aprirebbero, senza occhi per guardare in faccia le persone altrimenti si commuoverebbero. Le barriere sono lunghe chilometri, uguali, ripetitive, mai completamente efficaci ma abbastanza utili per rimandare il passaggio. Le barriere sono come quelle persone sciocche però presuntuose, che credono di sapere tutto, che giudicano da un documento e spesso neanche lo chiedono perché loro ti hanno già inquadrato. Le barriere non fanno mai domande, non ascoltano, svolgono il loro compito di respingimento. Obbediscono come i plotoni di esecuzione, talvolta procurando nelle persone lo stesso finale. Siano maledette le barriere, le frontiere, le transenne, i dazi, le dogane, gli steccati, le recinzioni e chiunque separi una persona in fuga dai suoi progetti di vita. (Saverio Tommasi, Troppo neri, Feltrinelli)
Paura
A Che tempo che fa l’attore Antonio Albanese impersonava il ministro della paura. Paura che ci venga sottratto qualcosa, che veniamo sostituiti. In un mondo in cui siamo sempre più connessi, in cui molti muri sono caduti, invece di aspirare a una fratellanza universale, proviamo il bisogno di innalzare barriere, di appartenere a un gruppo ben identificabile. Diviene sempre più difficile essere empatici e solidali con gli altri. Ma cosa c’è da perdere che non abbiamo già perso in termini di umanità, di convivenza, di empatia? Ognuno ritirato e chiuso nel proprio fortino?
Confini
Viviamo in un mondo liquido (Zygmunt Bauman), dove il lavoro umano sembra sempre più sostituibile, dove le differenze di genere, di età, fra pubblico e privato, fra “personalità” e “gente comune”, sembrano attenuarsi e ridefinirsi in una pluralità di forme, dove sembra che le possibilità di realizzazione siano molteplici. Nel bel mezzo di tutta questa fluidità, gli unici confini che sembrano irrigidirsi sono quelli tra gli stati nazione. Quando sono violati dagli eserciti, si chiama guerra. Quando sono violati dalle persone, si chiama invasione di clandestini (“migranti economici”). Quando sono violati dal movimento senza regole di capitali e merci, dall’imperialismo commerciale delle multinazionali, si chiama libero mercato. (Arundhati Roy, Il fallimento della democrazia, Internazionale n. 1512 19-25 maggio)
I diritti vanno conquistati
I diritti se non sono universali sono privilegi i diritti di ciascuno sono diritti di tutti. (Saltamuri).
Accanto al diritto del citizen va riconosciuto lo ius soli, il diritto del denizen, di chi abita o arriva in un territorio non essendone originario, oggi ostacolato in tutte le forme. (Mauro Palma, Garante dei diritti delle persone private della libertà).
Contro i muri, la memoria
In che paese vogliamo vivere? Un bisogno fondamentale dell’essere umano è quello di appaesarsi (E. De Martino). Per poterlo fare bisogna rinunciare a parti di sé, accettare il cambiamento, mescolarsi. Noi per primi lo abbiamo sperimentato andando in giro per il mondo, lo sperimentano ora i nostri figli e nipoti che vanno all’estero a cercare condizioni migliori. La memoria del nostro esser stati rifugiati può agire da antidoto?
Manteniamo vivo il ricordo delle vittime, promuovendo operazioni quali le pietre d’inciampo, la funzione di “candele della memoria” (il ricordo dell’olocausto armeno, delle vittime della dittatura argentina, della shoah, dell’holodomor), i “giardini dei giusti” nelle scuole, le campagne contro la militarizzazione delle scuole e conseguentemente contro l’idea del nemico, il sostegno all’educazione alla pace positiva quale operazione politica, un’educazione a futuri possibili, la costruzione di reti per fare coesione sociale (Tavolo SaltaMuri).
Di chi è il cielo?
Qualcuno che la sa lunga / mi spieghi questo mistero:
il cielo è di tutti gli occhi / di ogni occhio è il cielo intero.
[…] Spiegatemi voi dunque / in prosa od in versetti,
perché il cielo è uno solo / e la terra è tutta a pezzetti.
(Gianni Rodari)
Per Tavolo SaltaMuri Giancarlo Cavinato (Marghera 20 giugno 2023)
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