Un’esperienza promossa da due scuole aperte e partecipate nella Giornata della Memoria ha trasformato un quartiere di Roma in uno straordinario luogo di apprendimento comunitario
Non c’è posto per la felicità in un giorno che ricorda la Shoà, ma scalda il cuore e restituisce speranza vedere che la scuola si può aprire al territorio, uscire dallo spazio esiguo delle classi, permettere la costruzione di una memoria collettiva, fatta al contempo da bambini e persone anziane, insegnanti e nuclei familiari, associazioni e rappresentanti delle istituzioni che si adoperano per mettere in pratica i valori costituzionali del ripudio della guerra, della partecipazione, dell’antifascismo, del rispetto per i diritti umani.
La Rete romana delle Scuole Aperte e Partecipate è anche questo: la capacità di valorizzare la solidarietà, la cittadinanza attiva, la voglia di costruire una comunità che si prende cura. Del prossimo, del territorio, della scuola, dei bambini tutti, anche di quelli che non sono i nostri figli, e degli anziani tutti, anche di quelli che non sono i nostri nonni; delle famiglie tutte, anche di quelle che sono appena arrivate in Italia, o di quelle che non abbiamo conosciuto, e che magari sono state spazzate via dalla guerra, dalla stupidità, dalla prepotenza, lasciando solo la testimonianza di una pietra d’inciampo in una via del nostro quartiere.
È quindi con grande senso di gratitudine che propongo la lettura, qui di seguito, di alcune testimonianze di chi ha fatto, con noi, un pezzo di questo “Percorso della memoria attiva”: un modo per continuare a crescere insieme in una grande scuola di comunità che sì, può essere bella!
[Valentina Pescetti, presidente dell’associazione A.N.I.T.A. Garibaldi APS]
La testimonianza delle classi
che hanno partecipato alla passeggiata della memoria
Le trecce di Ester
IVª/D (con la maestra Valentina Cianfoni) scuola primaria Garibaldi
Oggi è la Giornata della Memoria, si ricorda che il 27 Gennaio del 1945 gli Ebrei sono stati liberati dai campi di concentramento. In occasione di questa importantissima giornata, noi compagni della IV D della scuola Garibaldi, siamo andati insieme ad altri compagni delle altre classi a fare una passeggiata per il quartiere per vedere i luoghi della memoria storica.
All’inizio siamo passati davanti a due edifici dove, all’interno ci sono due corone fatte di foglie di alloro. Esse non ricordano Ebrei morti nei campi di concentramento, ma politici che erano stati uccisi dai fascisti. Uno era Sestilio Ninci, amico di un altro politico Giovanni Salvatori. Essi furono fatti prigionieri e poi uccisi alle Fosse Ardeatine. Quando morirono furono fatte due corone uguali per ricordarli; abitavano in Circonvallazione Appia.
Andando avanti siamo arrivati all’Alberone, ci siamo fermati e la guida ci ha raccontato che l’Alberone prima era un posto dove i partigiani si riunivano, dove una volta un partigiano si arrampicò sfoderando una bandiera rossa contro i fascisti.
Poi ci siamo diretti verso via Clelia dove c’è una pietra d’inciampo dedicata a Gastone De Nicolò.
Era ebreo, fu arrestato a diciannove anni nel 1944 e morì nello stesso anno.
In via Appia abbiamo visto un’altra pietra d’inciampo di Francesco Galeotti un antifascista che fu arrestato e poi deportato a Mauthausen.
La guida ci ha detto che i tedeschi volevano eliminare tutta la razza ebrea, i politici contrari al loro pensiero ed anche le persone disabili.
Successivamente ci siamo recati a Villa Lazzaroni dove la guida ci ha letto delle testimonianze di tre bambini ebrei “sbattuti fuori” dalla nostra scuola.
Ester era una bambina ebrea che frequentava la scuola Garibaldi, anche la sua maestra era ebrea. Un giorno la maestra è stata espulsa, al suo posto è stata assegnata una maestra nazifascista. Questa maestra andò a guardare il registro e scoprì che Ester era un’ebrea perciò la prese per le trecce e la legò alla tenda. Un’amica di Ester la difese e furono entrambe espulse. Allora la maestra ebrea diede ad Ester e alla sua amica le lezioni in casa sua.
Ester in seguito* fu deportata nei campi di concentramento, la sua amica più tardi andò a cercare le sue treccine in mezzo ai mucchi di capelli di tutti gli ebrei ma non le trovò.
Un’altra storia racconta di un bambino che si trovava in classe normalmente e studiava con i compagni. Entrò il bidello e disse alla maestra che il bambino doveva andare dal preside. Il bambino allora andò in presidenza e il preside gli disse che doveva prendere tutte le sue cose e non tornare mai più a scuola, il bambino si fece coraggio e gli chiese il perché. Il preside rispose: “Perché tu sei ebreo e quindi di razza inferiore alla razza ariana”.
Siamo infine tornati a scuola molto pensierosi.
** In realtà si tratta di un’altra Ester, ma evidentemente i bambini che scrivono hanno collegato le due storie.
I nostri pensieri
La Shoah mi fa capire che non potrò mai sentirmi come una bambina in un campo di concentramento e che non potremo mai cambiare la storia, ma possiamo migliorare e creare un mondo più bello. Dobbiamo celebrare più e più volte la Giornata della Memoria, in modo tale che non accada mai più. [Diana]
Noi non possiamo immaginare quanto abbiano sofferto gli Ebrei, non potremo mai sentire dentro di noi tutta quella paura che hanno sentito loro. [Aurora]
Per me la Giornata della Memoria è un po’ triste perché penso alle famiglie che venivano separate e non è bello essere separati dalla famiglia. [Sophie]
Gli Ebrei sono uguali a noi e non esiste il motivo di averli sterminati. [Alice]
Non si dovrebbe più pensare che una persona sia inferiore a un’altra come tanto tempo fa Hitler ha fatto, siamo tutti uguali e speciali. [Elena]
Per me la Giornata della Memoria è una giornata importante perché fa ricordare ai bambini tra cui me, che non dobbiamo dimenticare cose che non dobbiamo rifare perché fecero morire persone innocenti, persone care, persone amichevoli. [Gloria]
La gentilezza deve sempre vincere contro il male. [Chiara D.]
La guerra è una cosa che non vorrei. [Maya]
Gli Ebrei sono come noi, non c’è motivo per distinguere la razza. [Chiara M.]
La Shoah non deve più ritornare. [Francesco D.]
La Giornata della Memoria mi fa capire che moltissime famiglie sono morte per causa della guerra e mi rendo conto di quanto siamo fortunati noi. [Nina]
La razza è una sola, cioè la razza umana. [Dario e Francesco S.]
La Shoah non va ripetuta perché è stata una cosa bruttissima. [Pietro]
Noi bambini siamo fortunati a non vivere la situazione che hanno vissuto i bambini ebrei durante la seconda guerra mondiale perché la pioggia per loro erano le bombe. [Giovanni]
La Giornata della Memoria dovrebbe essere come un arcobaleno dopo la pioggia, perché tutti ci aprissimo e ci volessimo bene l’uno con l’altro e perché fossimo uniti e tutti uguali. [Elisabetta]
Siamo tutti uguali, non capisco perché Hitler abbia fatto tutto ciò, la mia mente non riesce ad elaborare il motivo di tutto questo. Siamo tutti uguali. [Arianna]
Noi bambini siamo molto fortunati ad avere i genitori. [Andrea]
Mentre parlavamo della Shoah mi sentivo molto triste perché è una cosa brutta e senza senso. [Giulia]
Se io fossi esistito in quegli anni avrei aiutato tutti gli Ebrei. [Alessio]
Se noi vivessimo quello che hanno vissuto gli Ebrei non riusciremmo a sopravvivere. [Matteo]
Passeggiata della Memoria
(Vª/C (con la maestra Flavia Ravagnani), scuola primaria Garibaldi
Una giornata memorabile
La testimonianza dell’Anpi
27 gennaio, giornata della Memoria. Ci vediamo al mattino presto davanti alla Scuola Elementare Garibaldi di Via Mondovi, alunni insegnanti genitori. Oltre 120 bambine e bambini in fila ordinata. Raccontiamo le storie con il megafono. Ottimo il servizio d’ordine di Polizia Locale e Polizia di Stato.
Prima tappa, Circonvallazione Appia. Mostriamo le due lapidi presenti in due cortili condominiali. Vi abitavano due amici fraterni, due ferrovieri socialisti: Sestilio Ninci e Giovanni Salvatori.
Proseguiamo a Via Clelia e Via Appia Nuova, pietre d’inciampo di Gastone De Nicolò, giovane diciannovenne socialista ucciso alle Fosse Ardeatine il 24 marzo 1944, e di Francesco Galeotti, tipografo anarchico deportato a Mauthausen il 4 gennaio 1944 e morto di stenti nel campo di sterminio.
Passando per le strade, spieghiamo ai passanti che tutti quei bambini stanno celebrando la Giornata della Memoria.
Ci ritroviamo a Villa Lazzaroni per i saluti finali. Una classe intona in modo stupendo il canto ebraico “Gam Gam”, un’altra “Bella Ciao”.
Nella sosta, abbiamo letto poesie di Gianni Rodari contro la guerra e brani del prezioso volume Memoria nel presente prodotto anni fa dalla Scuola Garibaldi, con le testimonianza degli ex alunni ebrei espulsi nel 1938 all’entrata in vigore delle leggi razziali fasciste.
Nel pomeriggio, replica, sempre numerosa, con le candeline accese, una luce di speranza e di pace.
All’iniziativa ha partecipato l’Assessore alla Cultura del VII Municipio.
Il lunedì successivo, 320 alunni si sono ritrovati al Teatro di Villa Lazzaroni, una bellissima rappresentazione sulla Shoah.
Noi Anpi ringraziamo sinceramente, di cuore, chi ha reso possibile questo ricordo: le associazioni di genitori Anita e la TreZeroTre, le insegnanti, il Municipio. Le bambine e i bambini, lo sappiamo per esperienza, non dimenticheranno mai un giorno come questo.
Continuiamo a produrre memoria. Perché la memoria è parte di noi, è storia viva.
Come ricordava un grande preside della scuola garibaldi, Scancarello, vale l’insegnamento di Agostino d’Ippona: “Il presente è il passato nel presente ed è il presente nel futuro”.
[Fabio Pari segreteria provinciale Anpi Roma]
Occhi attenti e curiosi
La testimonianza dell’Associazione genitori TreZeroTre
L’associazione TreZeroTre ha vissuto anni difficili, quest’anno riprendiamo il cammino della partecipazione grazie al lavoro di un piccolo ma intraprendente gruppo di soci storici e nuovi genitori soci. Le iniziative per la giornata della Memoria sono da sempre nel dna della nostra associazione genitori, per questo abbiamo con le nostre poche forze cercato di dare il massimo e i risultati ci hanno rincuorato! La partecipazione numerosa di bambini e famiglie delle nostre tre scuole alla fiaccolata di venerdì 27 gennaio con l’Anpi e gli occhi attenti e curiosi degli oltre 320 degli studenti delle quarte e quinte elementari che hanno assistito allo spettacolo La città che sussurrò con musica klezmer e le immagini create in diretta con la sabbia al teatro municipale di Villa Lazzaroni ci hanno dato gioia e aperto la mente.
Girare per il quartiere con bimbi, mamme e papà, nonni, maestre e anziani, vedere queste piccole fiaccole nelle mani dei bambini, tutti poi in ginocchio curiosi di vedere e toccare le pietre di inciampo presenti nel nostro quartiere, capire la storia e immaginare chi quelle pietre ricordano, ascoltare parole come “sentinella di libertà”, inciampare nella memoria e nella necessità del ricordo, il presente nel passato e presente del futuro, ci ha dato entusiasmo e visione. Avere accanto a noi la scuola nel promuovere l’iniziativa, le forze dell’ordine nel guidarci nel percorso come un aiuto e le istituzioni come partecipanti ci ha dato forza in una sera fredda e umida nel cuore di Roma.
Sulle note coinvolgenti e intense della musica Klezmer, le illustrazioni su sabbia che prendevano vita in diretta, una storia piccola dolce e coraggiosa di una bimba giusta capace di farsi sentinella di libertà per il prossimo suo ci ha fatto viaggiare con la mente e con il cuore. I bimbi rapiti si sono poi riattivati in un attimo per chiedere e richiedere ai volontari dell’Anpi e agli artisti: “È una storia vera? Perché i nazisti hanno agito così? Che sono le razze? Che parole sono in questa lingua strana?”. Tantissime domande e la promessa di continuare a raccoglierle per dare risposta a tutti.
[Marta Alice Mosiello, Associazione genitori 303]
La città che sussurrò
Testimonianza di una studentessa della Scuola “Ada Negri”
Raccontare la Shoah ai bambini
Testimonianza di Salvatore Di Russo, Accademia musicale Clivis
Come è possibile spiegare la Shoah a un bambino di oggi? Raccontandola. Sì, come facevano con semplicità i nostri nonni, nella penombra, illuminati e riscaldati dal fuoco del camino. Brevi ma intense narrazioni che accompagnate, qua e là, da incantevoli melodie erano capaci di stimolare la nostra immaginazione e suscitare forti e indelebili emozioni.
Al Teatro di Villa Lazzaroni era questa l’atmosfera che si respirava il 27 gennaio. Più di trecentoventi bambini attenti ad ascoltare la storia di Anett e Carl, i protagonisti de La città che sussurrò e intenti partecipare empaticamente alle loro vicende. Sedotti dalle immagini create con la sand art e ammaliati dalle note della musica klezmer hanno sussultato di paura all’arrivo delle guardie delle SS ed esultato davanti la raggiunta salvezza di Carl e la sua mamma.
Le luci si riaccendono, lo spettacolo è finito ma siamo sicuri che nessuno di quei bambini dimenticherà mai questa storia per tutta la loro vita. Ognuno di loro continuerà a raccontarla e la Memoria non avrà mai fine.
Per un’educazione comunitaria
Come e perché nasce un percorso di memoria attiva
Questa iniziativa nasce dal lavoro di rete del nostro ricco territorio, mettendo in relazione diverse realtà che operano nel municipio settimo per un’azione di sensibilizzazione ed educazione comunitaria per bambini, famiglie e abitanti del quartiere, con particolare attenzione agli/lle studenti delle classi quarte e quinte dell’Istituto comprensivo Via Latina 303, ossia di 320 studenti e dell’Istituto comprensivo Via Ceneda, con oltre 120 studenti. Hanno partecipato: Associazione di genitori e amici della scuola pubblica ANITA Garibaldi APS, Associazione di genitori TreZeroTre. ANPI Sezione Appio Leonardi e Spunticcia / Sezione Marturano-Medelina, Accademia musicale Clivis.
Le istituzioni municipali ci hanno sostenuto con il patrocinio e l’organizzazione di una fantastica “scorta” per fermare il traffico e garantire l’incolumità dei bambini e delle bambine. In particolare l’assessorato alla Cultura e l’assessorato alla Scuola, l’ente teatrale Fondamenta ci hanno aiutato e reso possibile l’utilizzo del teatro municipale di Villa Lazzaroni.
La città che sussurrò è uno spettacolo tratto dall’omonimo libro di Jennifer Elvgren e illustrato da Fabio Santomauro (ed. Giuntina, 2015; libro vincitore del premio Andersen 2015).
Per l’Istituto comprensivo Via Latina 303, l’iniziativa si è articolata in due momenti. Il giorno 27 gennaio, gli studenti, in classe, hanno letto il libro in classe ad alta voce con l’insegnante per poi assistere allo spettacolo in maniera più consapevole e approfondito i temi del ricordo e i tristi avvenimenti della seconda guerra mondiale e dell’Olocausto programmato e realizzato dalle autorità e dagli eserciti nazifascisti. Il giorno 30 gennaio si è tenuto lo spettacolo (in due repliche) presso il teatro di Villa Lazzaroni, con uno spazio finale con Fabio Pari della sezione Appio dell’Anpi.
Lo spettacolo teatrale si basa sull’illustrazione di una storia mediante la tecnica della Sand Art, ovvero della creazione di disegni sulla sabbia. La narrazione si avvale delle melodie intense e coinvolgenti della musica Klezmer. I brani proposti in lingua yiddish e sefardita sono stati eseguiti da un organico strumentale composto da una voce femminile accompagnata da una fisarmonica e un clarinetto, strumenti privilegiati all’interno di questo genere musicale. La scelta narrativa ha affidato il racconto in prima persona a una bambina, la quale viene immaginata come colei che porta le vicende a un epilogo felice: questa scelta permette l’immedesimazione dei giovani spettatori con la narratrice e insieme sottolinea il ruolo attivo che tutti possono avere anche nelle vicende drammatiche. L’intreccio tra spettacolo visivo e musicale permette ai giovani spettatori un’immersione nella storia, una proposta didattica interessante per trattare il più tragico avvenimento della storia dell’umanità: la Shoah.
Per l’Istituto comprensivo Via Ceneda, l’iniziativa si è articolata intorno a due iniziative di passeggiate della memoria previste per il 27 gennaio, una in orario scolastico e una in orario extrascolastico, realizzate da un lato grazie all’attento lavoro che le insegnanti svolgono con le classi, di costruzione della consapevolezza della tragedia delle persecuzioni nazifasciste, dall’altro grazie all’impegno che da quasi dieci anni l’associazione ANITA Garibaldi offre in termini di volontariato alla scuola, trovando i fondi e i modi per aiutare a recuperare e digitalizzare l’archivio storico della scuola (con tutti i registri del periodo fascista e della seconda guerra mondiale). Quest’anno, inoltre, ANITA, coordinandosi con le insegnanti, ha inserito nel progetto vincitore del bando “Scuole Aperte”, del Comune di Roma, un “Percorso per la memoria” che prevede, oltre a quelle fatte il 27 gennaio, anche altre iniziative, tra cui una grande festa in strada, il 5 maggio, per esporre tutti i lavori realizzati dai bambini e dalle bambine per costruire una cultura di accoglienza, solidarietà, rispetto delle differenze. La partecipazione di ANPI è per noi preziosissima, e siamo felici di “essere di parte”, al fianco di ANPI: siamo, infatti, dalla parte della Costituzione Italiana, per un Paese che non discrimini nessuno.