Attraverso l’uso dell’etichetta infamante no vax – applicata estensivamente a una serie di condizioni assai variabili, non tutte riconducibili al rifiuto vaccinale – appare più facile introdurre l’idea che i non vaccinati possano essere isolati. Bisognerebbe provare a formulare le stesse soluzioni quando coloro che devono essere isolati sono amici e familiari. “Davvero è una buona idea quella di chiedere ai cittadini di spaccare le proprie famiglie e di rompere le proprie relazioni? – scrive Ilaria Sabbatini, storica – Allo stesso modo funziona con i lockdown. Facile dire che va di nuovo chiuso tutto se hai uno stipendio certo, se hai qualcuno che ti bada ai figli mentre lavori in smart working, se hai un computer per ogni componente della famiglia, se hai una casa grande, se non sei una partita IVA che guadagna solo se lavora ma gli anticipi li deve pagare lo stesso…”
Firenze, lezione universitaria all’aperto. Foto di Studenti contro il Green Pass
Tra i sostenitori del vaccino, vi sono coloro che provano a usarlo come strumento per porre un argine alle spinte chiusuriste provenienti da molti media italiani che, di fronte a una crescita dei casi di positività, cominciano ad auspicare l’introduzione di restrizioni generalizzate. Il vaccino a oltranza è quindi proposto come via di fuga al paventato lockdown per tutti e non c’è più alcuna esitazione nel mettere in campo l’argomento del lockdown per i soli non vaccinati.
Queste continue contrapposizioni tra categorie generano uno stato di frizione permanente che si riverbera sulla popolazione amplificando i conflitti e generando sempre nuove tensioni che continuano a strappare, brandello dopo brandello, l’intera trama del tessuto civile. Ciò che sta accadendo al corpo sociale in seguito a tali sollecitazioni è un fatto molto grave di cui però non viene mai tenuto il debito conto.
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Coloro che oggi conducono il dibattito pubblico sulla pandemia sembrano del tutto disinteressati alle conseguenze che il clima di conflitto permanente ha sulla popolazione. E dunque sottovalutano il fatto che è proprio questo il modo in cui si ingenerano le reazioni oppositive e si accresce il sentimento di sfiducia – intendo proprio sfiducia nei vaccini – finendo per alimentare l’insensato circolo vizioso di cui siamo prigionieri.
Tale sentimento di sfiducia, a ben guardare, non è rivolto nei confronti della scienza, di cui i più hanno una percezione quanto mai vaga. Gli esperti che il pubblico vede in televisione non sono “la scienza”. La scienza, piuttosto che dentro gli studi televisivi, si svolge nei laboratori, nei centri di ricerca, nelle biblioteche, nelle corsie, in tutti quei luoghi dove si fa la ricerca e che sono inevitabilmente lontani dagli occhi degli spettatori.
La sfiducia che abbiamo visto crescere in questi anni non è verso la scienza ma verso quelle istituzioni politiche che ipotizzano soluzioni attraverso i singoli provvedimenti avanzati dagli scienziati e presentati ogni volta come certi e onnicomprensivi. Talvolta anche in contraddizione con gli stessi principi generali relativi alla necessità di approcci basati sui vari comportamenti preventivi combinati (vaccino + mascherina + distanziamento fisico, etc.).
In tutto questo non possiamo non mettere in conto che la popolazione reagisca alle continue sollecitazioni in vari modi, dalla sfiducia alle proteste, dagli odi incrociati tra novax e ultravax alla spaccature interne alle stesse famiglie.
Perché la realtà sta fuori dai social e una cosa è ostracizzare attraverso uno schermo gli avversari che non si conoscono e un’altra cosa è gestire i rapporti coi figli, coi genitori, con gli amici, con i colleghi.
Per guadagnare margine di manovra si è applicata estensivamente la categoria di novax a una serie di condizioni estremamente variabili, non tutte riconducibili al rifiuto vaccinale. Attraverso l’uso dell’etichetta infamante appare più facile introdurre l’idea che i non vaccinati possano essere isolati. Bisogna però provare a formulare le stesse soluzioni quando coloro che devono essere isolati sono tuo figlio o tua figlia, tua madre o tuo padre, il tuo o la tua migliore amica, tuo fratello o tua sorella. Davvero è una buona idea quella di chiedere ai cittadini di spaccare le proprie famiglie e di rompere le proprie relazioni?
E allo stesso modo funziona con i lockdown. Facile dire che va di nuovo chiuso tutto se hai uno stipendio certo, se hai qualcuno che ti bada ai figli mentre lavori in smart working, se hai un computer per ogni componente della famiglia, se hai una casa grande, se sei ricco, se non sei una partita IVA che guadagna solo se lavora ma gli anticipi li deve pagare lo stesso.
A questo scontro politico possiamo solo assistere, anche se saremo noi a pagarne il prezzo. Ma finiamola di scaricare tutte le responsabilità sempre e solo addosso ai cittadini. Nelle scarpe degli altri, dicono gli anglofoni: «put yourself in someone else’s shoes». Ma troppo spesso la maggior parte di noi, di quelle scarpe, non prova nemmeno a immaginare la taglia.
Ilaria Sabbatini, storica
Pubblicato su Goccia a goccia. A scavar pietre e nutrire arcobaleni (con il titolo completo Nelle scarpe degli altri, tra chiusuristi e vaccinisti)
Allora? Quale proposta per combattere il virus che comunque c’è, fa ammalare e uccide e quando infetta e non fa ammalare provoca gravi danni a breve e lungo termine sull’organismo? Come proteggersi e proteggere la collettività? Come evitare le contrapposizioni e informare correttamente e senza terrorismi o minimalismi?
E allora perché non mettersi nelle scarpe del personale sanitario che è esausto, non ne può più di due anni di inferno? Perché non mettersi delle scarpe di chi non può curarsi perché le strutture sanitarie sono dedicate al covid, per colpa di pochi (ma ancora troppi) che rifiutano il vaccino senza alcun valido motivo e fanno circolare il virus? Perché non mettersi nei nelle scarpe di chi prende il bus stracarico, alla faccia delle distanze di sicurezza? Chi davvero non si preoccupa degli altri è chi rifiuta il vaccino, chiuso nel suo egocentrismo autoreferenziale, privo di qualsiasi motivazione scientifica. I miei morti urlano, quando leggo queste affermazioni scritte con tanta leggerezza…
Il commento di Alex dimostra quanto l’analisi di Ilaria Sabbatini sia giusta. Purtroppo si continua a denigrare il diverso da sè, ed ogni civile confronto scientifico e democratico è ancora impossibile
Sono completamente d’accordo con Alex. Le persone che sono scettiche sull’utilità dei vaccini dovrebbero considerare anche l’altra parte, ovvero tenere in conto tutte le persone che invece vogliono vaccinarsi e ritornare a una vita serena. Se chi non vuole vaccinarsi ha diritto a essere rispettato nelle sue scelte, chi invece vuole vaccinarsi ha diritto a non essere messo in pericolo dal contagio. Entrambe le posizioni sono sacrosante. Allo stesso modo, chi vorrebbe vaccinarsi ma non può per motivi di salute, o per una condizione di fragilità, ha diritto a essere protetto e quindi le persone scettiche, come tutti gli altri, hanno il dovere di rispettare le regole sanitarie (mascherine, distanziamento, green pass). Le persone scettiche sulla sicurezza dei vaccini devono tener presente che ci sono anche persone che non vogliono correre il rischio di morire a causa del coronavirus. Ultima cosa a proposito delle “spinte chiusuriste”, le persone scettiche sulla sicurezza dei vaccini sappiano che nessuno ha interesse che si torni ad un lockdown, anzi, chi si è vaccinato lo ha fatto proprio per scongiurare il ritorno a quella situazione, per non perdere il lavoro, oltre che per non rischiare di morire. Quindi, le persone scettiche sulla sicurezza dei vaccini dovrebbero guardarsi intorno e aprirsi anche alle posizioni degli altri, che sono rispettabili quanto le loro.
Devo purtroppo dissentire da questa linea. Ho sempre avuto una consistente prudenza e una moderata diffidenza nei confronti della medicina allopatica che troppo spesso dimentica il principio scientifico dell’improbabilità e propone quello della “fede”.
25 anni fa nel delirio dei vaccini quadrivalenti, esavalenti, decavalenti facemmo scelte restrittive per i nostri figli, ma erano davvero altri tempi. Oggi è cambiato molto se non tutto: nel marzo dell’anno scorso pensavo che la soluzione migliore fosse quella di una natura che facesse il suo corso; quel brombolo di Johnson disse la cosa più giusta nel modo mediaticamente più sbagliato. Non si è scelto questo: a quel punto mi dissi disposto ad iniettarmi maionese se fosse servita a farci uscire da questo putiferio che sta distogliendo il mondo intero da quella che ritengo la vera emergenza planetaria: il cambiamento climatico. Gentile Ilaria, non ho cambiato idea: ma il solo pensiero di accompagnarmi a carogne fasciste e ottusi leghisti, o complottisti fantasiosi e visionari graidando alla dittatura mi disgusta. Come spesso capita negli ultimi anni è una scelta verso il meno peggio ma piuttosto della brace resto (mal)volentieri in padella.
Tutte le considerazioni della Storica sono giuste ma per non incorrere nelle ingiustizie che segnala basta vaccinarsi, non ci sono altre altre alternative. Altrimenti si richiuderà di nuovo non per colpa di chi si è vaccinato. Questo egoismo individualista andrebbe fermato.
Condivido appieno tutte le considerazioni da lei fatte e nelle risposte che leggo si conferma esattamente quanto lei Ilaria scrive.
Tanti si ergono a giudici senza sapere. La nostra famiglia si cura da oltre 40anni con l’omeopatia, ma non abbiamo mai dettato la nostra esperienza come unica via. Io dico solo che bisogna avere un minimo di occhio critico per non soccombere, per non farsi togliere la dignità. Questa è la 3 guerra mondiale, innescata dai potenti contro il popolo. Nessuno pubblicizza l’innalzamento delle difese immunitarie, rafforzare il sistema immunitario per contrastare questi virus…nessuno contrasta l’unica voce dei media in un unica direzione. Grazie per dare voce a chi crede ancora nella bellezza in questo difficile periodo storico.
Tanti si ergono a giudici senza sapere.
Verità.
Questa è la terza guerra mondiale.
Stupidaggine.
bisognerebbe ridare voce a chi le guerre mondiali le ha vissute.
bisognerebbe dare voce a chi le guerre le sta vivendo oggi: Aceh, Afghanistan, Algeria, Burundi, Brasile, Colombia, Congo R.D. , Costa d’Avorio, Egitto, Eritrea-Etiopia, Filippine, Yemen, Iraq, Israele-Palestina, Libia, Kashmir, Kurdistan, Nepal, Nigeria, Repubblica Centrafricana, Siria, Somalia, Sudan, Uganda, Ucraina
innescata dai potenti contro il popolo.
Stupidaggine.
e i potenti da chi sono mossi? dai ricchi? e il popolo sta con i ricchi o con i poveri? perchè nel mondo occidentale ci sono ovunque democrazie, quindi governi del popolo perchè vengono eletti dal popolo, e se i governi seguono le logiche dei potenti le regole democratiche permettono al popolo di votare chi li può meglio rappresentare.
occhio critico per non soccombere, per non farsi togliere la dignità
verità applicata a una stupidaggine.
l’occhio critico e la consapevolezza sono sacrosanti, e la dignità non è solo un diritto ma un dovere eppure questo non impedì al popolo di votare berlusconi, renzi, grillo rischiando ora di ritrovarsi presidente della repubblica un miliardario puttaniere.
di che dignità si parla?
ho provato anche io l’omeopatia, la fitoterapia, i fiori di bach e ne apprezzo e condivido il loro approccio naturale;
ma per evitare una possibile ulcera perforante assumo da anni un gastroprotettore allopatico. così come con una frattura scomposta non andrei dallo sciamano del villaggio.
ribadisco infine la mia idea: liberi tutti, anche il virus e contemporaneo potenziamento delle strutture sanitarie; ci sarà un probabile abbassamento drastico dell’età media e dei costosissimi casi pluripatologici e non sconfiggeremo il virus ma, come diceva giulio cesare “Si non potes inimicum tuum vincere, habeas eum amicum”.