Se siete a Genova e volete provare a mangiare un vero manqusci sujok, una sorta di piadina con carne di manzo tritata e spezie mediorientali, dovete andare da “Allora”. Se c’è qualcosa di “esotico” nella piccola impresa realizzata da Samer, rifugiato siriano in Italia, si tratta proprio del nome del suo ristorante, che però ha una spiegazione piuttosto, almeno semplice quanto la speranza di poter essere finalmente in grado di costruire un futuro per sè e la propria famiglia: allora è la prima parola italiana che Samer ha imparato a pronunciare. Grazie alla sua convinzione di poter ricominciare, a un progetto intelligente e concreto e all’attivazione di una rete sociale dinamica ed efficace, la solidarietà e l’accoglienza dimostrano di poter produrre risultati straordinari. È solo allora che perfino il sogno di poter mangiare un’idea diventa realtà
Di coraggio ce ne vuole per aprire un ristorante mentre ancora l’ennesima crescita, seppur assai contenuta, delle curve della pandemia inviterebbe alla prudenza. Ma certo il coraggio non manca a Samer Harb, fuggito dalla Siria con la sua famiglia e titolare di un diritto alla protezione internazionale che, visto il paese da cui proviene, non ha bisogno di particolari dimostrazioni di veridicità.
Il suo ristorante siriano-libanese si chiama “Allora”, come la prima parola di italiano che Samer ha imparato. È nato grazie all’utilizzo dei fondi del progetto “Capitale Rifugiato”, promosso e realizzato da Arci Liguria. Due anni fa venne lanciata una formazione specifica per i titolari di protezione internazionale. La promosse l’Arci Nazionale, in collaborazione con Altra Qualità, e grazie al finanziamento dell’8×1000 e una rete sociale composta da Tavola Valdese, Arci Liguria e Confesercenti Liguria.
L’apertura del primo ristorante siriano-libanese a Genova «è una grande soddisfazione, non c’è che dire», commenta Walter Massa, Presidente di Arci Liguria, «e tutto il merito non può che essere di Samer e della sua famiglia che da subito hanno sviluppato l’idea e con grande caparbietà l’hanno realizzata. Una soddisfazione doppia se pensiamo ai dati tragici comunicati in occasione della Giornata Mondiale del Rifugiato dall’UNHCR sui rifugiati forzati. Ora l’aiuto più grande che possiamo dare è andare a pranzo o cena da loro e gustare i piatti prelibatissimi della loro tradizione». Il ristorante “Allora” si trova in Salita di Santa Maria di Castello 32r.
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