C’è una nuova app che censisce più di 500 realtà che in Italia operano secondo i principi dell’economia circolare: generare valore dallo scarto, costruire guardando alla durata, prediligere input rinnovabili e materia prima seconda, privilegiare l’utilizzo sul possesso. Si chiama Mercato Circolare e punta a costruire una comunità aperta di operatori fondata sulla trasparenza e la fiducia reciproca
Il mondo dell’economia sostenibile, del riuso, del riciclo e della riduzione dei rifiuti, da pochi giorni può contare su uno strumento digitale facile e intuitivo, il primo in grado di mettere in comunicazione chi produce e cerca prodotti e servizi dell’economia circolare.
Si tratta della nuova app di Mercato Circolare, ideata da una start up innovativa a vocazione sociale, Società Benefit.
La nuova versione della app Mercato Circolare nasce da un lavoro di ricerca interdisciplinare portato avanti da Nadia Lambiase, fondatrice e responsabile della start up, nell’ambito del dottorato “Innovation for the circular economy, promosso dall’Università di Torino;
Ad oggi la app censisce più di 500 realtà che in Italia operano secondo i principi dell’economia circolare: generare valore dallo scarto, costruire per la durata, prediligere input rinnovabili e materia prima seconda, prediligere l’utilizzo al possesso.
Le persone che hanno sviluppato Mercato Circolare operano una costante e attenta ricerca per individuare sempre nuove imprese, prodotti e realtà sostenibili.
E’ un metodo che punta a costruire una comunità di operatori fondata sulla trasparenza e sulla fiducia reciproca, una comunità che non è chiusa ma è aperta a recepire continuamente nuovi stimoli e nuove proposte.
Tutti infatti possono concorrere con delle segnalazioni, sia attraverso la app stessa che attraverso i vari canali social di Mercato Circolare Sarà poi cura della start up verificarne i requisiti e, ove trovi corrispondenza, procedere al censimento e all’inserimento.
Navigare all’interno di MC è di per sé una esperienza immersiva e formativa. Si viene in contatto con iniziative e con aziende altamente creative e tecnologicamente avanzate ma insieme si viene anche in contatto con concetti, idee, principi, modelli con cui poter familiarizzare proprio per orientarsi meglio anche nel dibattito pubblico in cui queste tematiche, si pensi al green new deal, prendono sempre più piede determinando l’agenda politica.
Si arriva quindi a comprendere che l’economia circolare non è un concetto definito e statico (in letteratura esistono più di 114 definizione del termine) , ma un concetto dinamico e in divenire. Che si arricchisce costantemente grazie alle sperimentazioni sul campo e al pensiero teorico.
Tra le metafore che, per l’appunto, descrivono il potenziale di trasformazione dell’economia circolare c’è senz’altro il concetto di rivoluzione, intesa come cambiamento radicale del modo di produrre e consumare: insomma una ennesima vera e propria “rivoluzione industriale” ma dall’esito a tutt’oggi imprevedibile e imprevisto; mentre infatti tutte le “rivoluzioni industriali” del passato avevano marginalizzato l’artigianato a favore della produzione industriale, così che il primo sembrava destinato a scomparire, ora, grazie all’economia circolare, industria e artigianato trovano una loro nuova complementarietà e questa appare come una delle più rilevanti acquisizioni in grado di segnare una profonda discontinuità nell’economia del XXI secolo.
Navigare all’interno della app Mercato Circolare restituisce la complessità dell’ecosistema dell’economia circolare. Complessità che il gruppo di lavoro di Mercato Circolare intende rendere accessibile agli utenti, grazie alla predisposizione della funzione di ricerca impostata con 7 macro filtri, riconducibili a 7 tipologie di modelli.
Il primo fa riferimento agli imput circolari e individua soggetti produttivi che utilizzano materia rinnovabile, riciclabile, riciclata e riciclabile. Si va dall’azienda tessile che produce filo di nylon riciclato, realizzato a a partire da reti da pesca dismesse, scarti di tessuto e moquette usate, alla birra prodotta con il pane di scarto, ai vasi da giardino biodegradabili e molto altro ancora.
La seconda tipologia riguarda l’estensione della vita del prodotto. Qui troviamo elettrodomestici e device elettronici rigenerati, arredamento per bambini modulare , e tutti quei sistemi che permettono una nuova vita a oggetti dismessio rotti, come il mercato dell’usato o i servizi di ricambio e riparazione. Dentro questa categoria rientrano anche le iniziative che allungano la vita degli imballaggi, ovvero imballaggi disegnati e costruiti per essere riempiti nuovamente e riusati.
Con la piattaforma di condivisione la app censisce invece tutte quelle realtà, soprattutto digitali, ma non solo, che permettono agli utenti di mettere in condivisione con altri, propri beni o risorse. Come per esempio la piattaforma che permette di affittare il camper tra privati o la ferramenta di quartiere.
Anche il prodotto come servizio punta alla condivisione di beni che possono essere utilizzati da persone diverse. In questo caso l’azienda non vende un prodotto ma offre il servizio di poter disporre del prodotto stesso, attraverso il noleggio oppure il leasing.
I beni che rientrano in questo modello vanno dalle stoviglie noleggiate per le feste o i grandi eventi, eliminando quindi l’usa e getta, ai mobili, agli immobili fino all’abbigliamento.
Una quinta tipologia è l’upcycling, il processo ideativo e trasformativo finalizzato a creare un nuovo materiale e/o prodotto a partire da uno scarto. Dagli occhiali da sole ricavati dalle vecchie tavole da snowboard, ai nuovi capi d’abbigliamento realizzati con vestiti dismessi, ad oggetti di arredamento e design prodotti con materiale di scarto, fino alla vecchia camera d’aria che diventa un portafoglio.
Ancora, il modello del recupero e riciclo che trasforma i prodotti giunti a fine vita, ovvero i rifiuti, in materia prima seconda. Questo può avvenire sia recuperando componentistica sia recuperando materia, sia infine recuperando energia dalla materia. Un esempio su tutti è quello degli aggregati inerti per l’edilizia: i calcinacci che ridiventano calcestruzzo.
Infine l’ultima tipologia si chiama minimizzazione impatto e sprechi. Tra le vie che riportano a questo indirizzo c’è quella dell’efficientamento energetico così come quella della riduzione degli imballaggi e quindi dei rifiuti attraverso la somministrazione di prodotti alla spina, ma anche, e stiamo in tutt’altro campo, la realizzazione di prototipi attraverso interventi di precisione con le stampanti 3D.
Un mondo della produzione quindi assai vasto e differenziato, ma Mercato Circolare è anche altro. Sulla app si realizzano scambi formativi e conoscitivi, si trovano notizie su eventi e festival incentrati sulle tematiche della app come ad esempio l’ecofestival PLASTICA d’A-MARE che si svolge proprio in questi giorni sul litorale romano dal 19 settembre al 10 ottobre.
In sintesi Mercato Circolare vuole essere un compagno di strada che ti prende per mano e ti fa conoscere nuovi mondi e nuove possibilità perché ognuno possa dare il proprio contributo alla realizzazione di un cambiamento, nel segno della sostenibilità ambientale e dell’ecologia integrale.
Denise dice
Sono interessata all’app per un consumo solidale