Qualche capro espiatorio a portata di mano si trova sempre. E se proprio non si trova, si può sempre inscenare una qualche versione molto mediatica di caccia all’untore. Accade così, nel mezzo della furia del virus, che non sia un sistema sanitario invidiabile, de-finanziato e privatizzato per decenni, a non funzionare più; non siano i folli decreti che, da una parte, tengono aperte le fabbriche (e incentivano con un bonus la presenza sul lavoro), e dall’altra riducono i trasporti, facendo diventare le une e gli altri luoghi di propagazione del virus; sono i cittadini irresponsabili che si comportano male, uscendo a passeggiare da soli o a fare una corsa al parco a inficiare la tenuta di un sistema di per sé efficiente. Chissà se funzionerà ancora per molto questo tentativo di far interiorizzare la colpevolezza alla gente… Continuiamo pure a comportarci in modo molto responsabile per rallentare la diffusione del virus e salvare ogni vita possibile. Facciamolo con la determinazione di chi aveva e ha nella mente e nel cuore una società migliore, ma iniziamo a scrivere sui balconi che “Non torneremo alla normalità, perché quella normalità era il problema”
Una delle strategie più efficaci messe in campo dai poteri forti durante ogni emergenza consiste nella colpevolizzazione delle persone, per ottenere dalle stesse l’interiorizzazione della narrazione dominante su ciò che accade, al fine di evitare qualsiasi ribellione verso l’ordine costituito.
É una strategia ampiamente messa in campo nell’ultimo decennio con lo shock del debito pubblico, presentato alle persone come la conseguenza di vite dissennate, vissute al di sopra delle proprie possibilità, senza alcuna responsabilità verso le generazioni future.
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Lo scopo era evitare che la frustrazione per il peggioramento delle condizioni di vita di ampie fasce di popolazione si trasformasse in rabbia verso un modello che aveva anteposto gli interessi delle lobby finanziarie e delle banche ai diritti delle persone.
É una strategia che si sta ora dispiegando nella fase più critica dell’epidemia prodotta dal virus Covid19. L’epidemia ha reso il re nudo e ha mostrato a tutti gli inganni della dottrina liberista.
Un sistema sanitario come quello italiano, fino a un decennio fa tra i migliori al mondo, è stato fatto precipitare sull’altare del patto di stabilità: tagli da 37 miliardi complessivi e una drastica riduzione del personale (-46.500 fra medici e infermieri), con il brillante risultato di aver perso più di 70.000 posti letto, che, per quanto riguarda la terapia intensiva di drammatica attualità, significa essere passati dai 922 posti letto ogni 100mila abitanti nel 1980 ai 275 nel 2015.
Tutto questo dentro un sistema sanitario progressivamente privatizzato e, quando anche pubblico, sottoposto ad una torsione aziendalista con l’ossessione del pareggio di bilancio.
É quasi paradigmatico che il re sia visto nudo a partire dalla Lombardia, considerata l’eccellenza sanitaria italiana e ora messa alle corde da un’epidemia che, nella drammaticità di queste settimane, ha dimostrato l’intrinseca fragilità di un modello economico-sociale interamente fondato sulla priorità dei profitti d’impresa e sulla preminenza dell’iniziativa privata.
Può essere messo in discussione questo modello, con il rischio che, a cascata, l’intero castello di carte della dottrina liberista crolli? Dal punto di vista dei poteri forti, è inaccettabile. Ed ecco scattare la fase della colpevolizzazione dei cittadini.
Non è il sistema sanitario, de-finanziato e privatizzato, a non funzionare; non sono i folli decreti che, da una parte, tengono aperte le fabbriche (e addirittura incentivano con un bonus la presenza sul lavoro), e dall’altra riducono i trasporti, facendo diventare le une e gli altri luoghi di propagazione del virus; sono i cittadini irresponsabili che si comportano male, uscendo a passeggiare o a fare una corsa al parco a inficiare la tenuta di un sistema di per sé efficiente.
Questa moderna, ma antichissima, caccia all’untore è particolarmente potente, perché si intreccia con il bisogno individuale di dare nome e cognome all’angoscia di dover combattere con un nemico invisibile: ecco perché indicare un colpevole ( “gli irresponsabili”), costruendogli intorno una campagna mediatica che non risponde ad alcuna realtà evidente, permette di dirottare una rabbia destinata a crescere con il prolungamento delle misure di restrizione, evitando che si trasformi in rivolta politica contro un modello che ci ha costretto a competere fino allo sfinimento senza garantire protezione ad alcuno di noi.
Continuiamo a comportarci responsabilmente e facciamolo con la determinazione di chi ha da sempre nella mente e nel cuore una società migliore.
Ma iniziamo a scrivere su tutti i balconi “Non torneremo alla normalità, perché la normalità era il problema”.
Gianfrancesco Ricci dice
Ottimo articolo, mi piacerebbe che lo leggessero tutti. Spero vivamente di “non tornare alla normalità” che ha generato questo disagio, ma ad una nuova normalità dove l’individuo sia il centro della vita e non l’economia. Si può fare!
Filippo dice
Mate Rawortn
L’economia della ciambella.
Un ottimo modello che condivido.
Consiglio la lettura.
Filippo dice
Kate Rawortn
Non
Mate Rawortn
Mi scuso!
Alessandro dice
Lo trovo di una verità sconvolgente e lo condivido pienamente. Quello che sto da giorni provando a dar capire tramite i social dove si vede il mondo come reagisce che non si può sostenere gli inquisitori facendoci a sua volta inquisitori. Si stanno creando con questo tipo di sostegno dei precedenti pericolosi che in futuro possono trasformare uno stato democratico se pur con le Sue debolezze in uno dispotico e dannoso per il futuro a venire.
Roby dice
Condivido pienamente.
Quest’articolo dovrebbe essere letto il più possibile.
Buon lavoro
Gallotta angelo dice
Condivido tutto e spero anch’io che venga letto da tutti.
Bisi elda dice
Molto interesssante l articolo e il punto vista finalmente lucido di fronte a questa situazione!!
Ksenija dice
Condivido pienamente…spero venga percepito il messaggio…prendere consapevolezza di ciò è un grande passo avanti
Nando Write dice
La rivolta contro la politica!
La rivolta contro le nostre pseudo libertà e/o democrazie.
La rivolta per ridisegnare le regole e l’etica di chi fa politica in questo paese di incapaci e corrotti.
Più nera della mezzanotte non può venire…
Via tutti, maledetti partiti!
Maledetti!
Nadia dice
Pienamente d’accordo.
È Umano l’unico capitale a cui ci si può riferire per avere una vita degna di quel nome nel rispetto di sé stessi e degli altri
Renata Alleva dice
Articolo ben scritto che condivido appieno e ho condiviso nei social perché lo possano leggere più persone possibile inclusi i sempliciotti caduti nella trappola della colpevolizzazione che hanno iniziato a mandare minacce a chi in solitaria si è fatto una corsa, definendolo assassino
Paty dice
Ritengo
L’efficenza inefficiente
E i virologhi arrivati in ritardo !
Sapevano e sono stati silenti
Tutti danno la colpa al governo ritardatario : vero
Ma nessun ha potuto prendere iniziative subito perché il sistema non permette di essere responsabili
Simona dice
Articolo molto interessante, che condivido appieno.
Racconta verità sconcertanti che Tutti dovrebbero conoscere.
Bernardo Spoto dice
Caro Marco, condivido con te quanto scritto. Ho bisogno di sapere dove hai rilevato le cifre elencate in questo articolo. Ti sono grato se puoi rispondermi per @ per io poter a mi volta sostenere la tua tesi
Daniele dice
Grazie del bell’articolo. ALL’ORIGINE di ciò che sta succedendo c’è LA MANO ANTROPICA, è EVIDENTE.
“Legame strettissimo tra pandemie e perdita di biodiversità”. E’ questa L’OCCASIONE PER RIPENSARE CONCRETAMENTE AL NOSTRO STILE DI VITA; AL RISCALDAMENTO ANTROPICO DEL PIANETA; ALLE DISUGUAGLIANZE stratosferiche, e all’inevitabile SVOLTA della rotta fin qui perseguita, necessitiamo di un conseguente, più EQUO e intelligente, MIGLIOR RIPARTO ED IMPIEGO DELLE RISORSE DISPONIBILI. Ce n’è per tutti e per ognuno, senza che si continui con i disastri, ne se ne creino di nuovi.
IL TEMPO E ‘ADESSO.
Luigi dice
Condivido appieno l’articolo di Marco Bersani. È da tempo che i più attenti ai cambiamenti sociopolitici della nostra società vanno ripetendo questi concetti, concetti che puntualmente vengono nascosti, manipolati, stravolti dai fautori del liberismo più sfrenato da coloro che traggono solo vantaggio da una economia così costruita. Dubito fortemente che tutto ciò possa cambiare, non penso basti il COVID19 a debellare quel virus che “abili manipolatori” hanno saputo impiantare per anni nel nostro sistema di vita. Auguroni di cuore a tutti noi!