L’esperienza del Nuovo Cinema Palazzo, così come le molte altre occupazioni di spazi culturali in Italia, parte dalla necessità di recuperare frammenti di città vissuti da uomini e donne non consumatori ma costruttori di mondi possibili. Nella condizione precaria e costantemente trasformativa dell’occupazione e ancor più al tempo della crisi, l’autocostruzione propone una pratica sociale con un’eredità antica e fortemente collettiva. Dalle borgate alle favelas, nuclei di famiglie neo-urbanizzate, hanno prodotto e producono, il proprio statuto di nuovi cittadini, costruendo direttamente la propria casa e facendolo spesso insieme per sostenersi mutualmente e condividere competenze diverse. Esperienze vitali di radicamento e di conoscenza reciproca, l’autocostruzione e l’autorecupero rappresentano forme di rivendicazione del diritto all’accesso alla casa e alla città.
A partire da questo patrimonio culturale e sociale, nel contesto di una crisi economica sempre più insidiosa oggi queste pratiche rinnovano il proprio significato tornando a facilitare il diritto all’abitare, riducendo costi di costruzione e d’accesso, riportando la possibilità di migliorare le proprie condizioni di vita. Tutto questo vale anche per gli spazi comuni, luoghi multifunzionali d’incontro e di creazione, marginali nelle agende politiche schiacciate da interessi e saperi forti, nascono da pratiche di resistenza e cittadinanza diffusa. Nei processi di riappropriazione urbana, questi spazi sono in divenire costante. Si modulano nel senso collettivo tessuto da processi di partecipazione ampia e si plasmano nelle forma e nelle attività che generano e accolgono.
In quest’anno di vita gli Spazi del Cinema Palazzo sono stati casa per esperienze di creazione, d’incontro e di partecipazione. Sono stati attraversati, appropriati, vissuti da corpi che si sono messi in gioco per sottrarlo alla speculazione e all’azzardo e restituirlo alla città come spazio del possibile. Si sono modificati costantemente per farsi culla di progetti performativi, danza, teatro, cinema, incontri, dibattiti, formazione, gioco. Si sono riscoperti nelle stratificazioni di ciò che sono stati e nell’immaginazione di ciò che potranno essere.
Per questo, il Nuovo Cinema Palazzo realizza quattro giorni di cantiere di autorecupero e autocostruzione aperto a tutti per reinventare i propri spazi in modo collettivo, per ripartire dagli spazi della cultura, per reclamare la centralità della creatività, della fantasia, dell’arte. Per queste ragioni l’atto del costruire è proposto nell’ambito dell’iniziativa Cantiere Palazzo_Costruire il possibile, come strumento d’indagine e d’incontro, di creazione e di riappropriazione. Le soluzioni emergono dallo scambio dei saperi, dall’incontro dei bisogni, dall’intuizione del momento e dal lavoro condiviso. Viene proposta l’autocostruzione come pratica coerente con l’idea di co-produzione di spazi «comuni», capace di scardinare le rigidità dei percorsi di progettazione convenzionale, di sfumare i confini tra esecutore e utente, di valorizzare il riuso e il riciclo di risorse e materiali, di favorire l’incontro, la riappropriazione dei luoghi, il prendersi cura attraverso l’atto del fare.
L’iniziativa nasce in collaborazione con Luca Ruzza e Open Lab Company, Orizzontale_ Urban (Re)act, AK0_Architettura a Km 0, l’associazione Cantieri Comuni. Il Cantiere si organizza in cinque gruppi di lavoro. Il Gruppo Low Cost_Spazi performativi a cura Luca Ruzza e Open Lab Company (Luca Ruzza architetto e scenografo, co-fondatore della Open Lab Company, negli ultimi anni ha realizzato progetti legati al principio del Low cost per la progettazione di spazi per lo spettacolo, sperimenta tecnologie innovative per il trattamento e la fruizione dell’ambiente “immagine”; coniuga l’attività produttiva con una intensa attività di ricerca e insegnamento sull’argomento presso il Dass dell’Università «La Sapienza» di Roma); Gruppo Red Carpet (il tappeto rosso, elemento cardine dell’iconografia cinematografica, è sempre stato un tradizionale simbolo di successo, di esclusività, un oggetto estraneo alla maggioranza; in questo caso è invece una struttura modulare, un elemento componibile con cui colonizzare lo spazio e tessere rapporti tra lo spazio culturale e la strada che lo circonda; con Red Carpet, le attività che animano il Cinema potranno trovare un luogo all’aperto, un ascolto esterno, la possibilità di un contatto tra estranei; per realizzare tutto ciò, un “cantiere aperto” di trasformazione di materiale di scarto e riuso verrà allestito in piazza dei Sanniti). Gruppo Architettura a Km 0 (AK0 è un gruppo di lavoro che svolge attività sperimentale, didattica, ricerca e pratica professionale. Si è formato nel 2009 con l’obiettivo di studiare metodi di progettazione collettiva e sistemi costruttivi con impronta ambientale sostenibile); 6-7 luglio, Gruppo Skuro a cura di Cantieri Comuni (nell’ambito delle iniziative della rete Sluro Spazi Ludici Urbani a Responsabilità Partecipata, l’associazione Cantieri Comuni propone un percorso «Dal nido alla città – dalla città al nido. Dal Cinema Palazzo al quartiere», un percorso in bilico tra il dentro e il fuori per progettare, autocostruire e usare spazi di gioco « ribelle » per grandi e piccoli); infine Gruppoo Documentazione (attraverso i linguaggi della fotografia, del video e della redazione istantanea verrà prodotta una documentazione multimediale dell’esperienza del cantiere che verrà restituiti al termine dei quattro giorni). Per iscrizioni: .
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