“Dobbiamo ringraziare i giovanissimi che sono scesi per le strade in questi mesi, e lasciarci trascinare da loro”, scrive Daniele Ferro, insegnante di sostegno in una scuola elementare, autore di un decalogo da condividere e integrare, “per un’educazione ambientale diffusa”
di Daniele Ferro*
Da neo-maestro di sostegno sono rimasto molto colpito, e commosso, dall’accoglienza entusiasta di una mia proposta, per il FridaysForFuture di venerdì 15 marzo, da parte dei bambini di una terza elementare in cui lavoro. Lo stupore si è ingigantito quel giorno stesso a scuola, nell’osservare la caparbietà con cui hanno presentato riflessioni e disegni al sindaco del paese, alla dirigente e ai genitori, e constatando il coraggio di cui i bambini sono capaci: un’alunna, la più esile della classe, ha alzato subito la mano quando – con una proposta improvvisa anche a me stesso – ho chiesto ai bambini se qualcuno avesse voluto leggere alcune righe tratte dal discorso di Greta Thunberg alla Conferenza Onu sul clima di Katowice dello scorso dicembre.
La piccola, grande Nassima ha fatto un passo in avanti, desiderosa di leggere dinanzi agli adulti righe mai incrociate prima, ma di cui conosceva il viso dal quale erano state pronunciate:
«Voi dite di amare i vostri figli sopra ogni cosa, ma state rubando il futuro davanti ai loro occhi. […] Voi non avete ormai più scuse e noi abbiamo poco tempo. Noi siamo qui per farvi sapere che il cambiamento sta arrivando, che vi piaccia o no. Il vero potere appartiene alle persone».
Più degli altri giorni, lo scorso 15 marzo i bambini e le bambine sono stati miei maestri. Mi hanno dimostrato che la conoscenza può avere un impatto immediato sulla nostra vita: consegnare la caparbietà della parola e il coraggio del gesto. Come quello di Iris, che durante una pausa di gioco libero in cortile ha raccolto una cartaccia: «Maestro, la vado a buttare. Ho trovato anche un pezzo di plastica»
https://comune-info.net/2019/01/fermiamoci-greta/
La risposta colma di saggezza che i bambini hanno offerto alla semplice proposta di un insegnante, non mi lascia tranquillo: mi riempie di una severa e gioiosa responsabilità.
Da educatore sento il dovere di non fermarmi qui. Sento il dovere di affiancare i bambini nella presa di coscienza e nella lotta per la salvaguardia del proprio futuro. Sento il dovere di riflettere e agire perché possa sostenere nel mio lavoro i bambini ad esercitare «il vero potere» che appartiene loro.
È quel che esorta a fare Greta Thunberg, la quale – in seguito alla manifestazione internazionale dello scorso 15 marzo – ha risposto in questo modo a chi le domanda quale sia la soluzione alla crisi climatica:
«La nostra sola pretesa è che iniziate ad ascoltare la scienza. E poi che iniziate ad agire. Quindi per favore smettetela di chiedere ai vostri figli le risposte al casino che voi stessi avete combinato».
Dobbiamo ringraziare i giovanissimi che sono scesi per le strade in questi mesi, e lasciarci trascinare da loro, offrendo allo stesso tempo la corda per proseguire il cammino e traghettare la società verso l’unico orizzonte possibile per la sopravvivenza del pianeta e dell’umanità: il rispetto della natura, delle risorse finite della Terra, e in questo modo degli esseri umani stessi.
Per questo motivo desidero rendere pubbliche le mie intenzioni da educatore e maestro elementare, per chiedere a tutti gli adulti che sentono una responsabilità educativa nei confronti delle nuove generazioni di condividere, ed integrare, il seguente appello per un’educazione ambientale diffusa.
1) Mi impegno innanzitutto, come singolo e cittadino, a migliorare le mie pratiche quotidiane di rispetto dell’ambiente, dall’alimentazione alle scelte di consumo e di trasporto, consapevole che per contrastare il cambiamento climatico bisogna cambiare il sistema economico, al quale partecipo da consumatore.
2) Mi impegno inoltre, come cittadino, a battermi nel mio piccolo quotidiano perché, come ha scritto Greta Thunberg, «abbiamo bisogno di un totale nuovo modo di pensare. Il sistema politico […] è tutto basato sulla competizione. […] Tutto ciò che importa è vincere. Avere potere. Questo deve finire. Dobbiamo smetterla di competere gli uni con gli altri. Dobbiamo iniziare a cooperare».
https://comune-info.net/2018/07/manifesto-educazione-diffusa/
3) Mi impegno, come educatore, a promuovere nei giovani la cooperazione al posto della competizione, la solidarietà invece dell’individualismo, perché la tutela dell’ambiente necessita di un’azione di gruppo e del rispetto dell’altro.
4) Mi impegno, nel lavoro a scuola, a sviluppare progetti di educazione ambientale, affinché essa possa costituire, nell’ambito degli obiettivi di apprendimento, la cornice entro la quale intrecciare percorsi interdisciplinari: dall’italiano alla matematica, dall’arte alla tecnologia, dalla scienza alla geografia, dalla storia alla musica, dall’inglese all’antropologia.
L’educazione ambientale può diventare una formidabile canoa di bellezza per navigare tra le materie, creando partecipazione ed inclusione nel gruppo classe e per scoprire l’affascinante diversità del mondo naturale e dei popoli che lo abitano.
Come ci ha insegnato Greta Thunberg, ormai non ha più senso andare a scuola – non ha più senso imparare per diventare grandi – se la prospettiva è che il futuro non esisterà più: l’educazione ambientale come risorsa prioritaria per il cambiamento deve dunque costituire la linea di congiunzione ed attraversamento delle varie discipline.
5) Mi impegno, come cittadino ed insegnante, a non tacere dinanzi a pratiche dannose per l’ambiente, consapevole che una parola gentile può invitare l’altro alla riflessione.
6) Mi impegno a diventare un maestro elementare guardiano della tutela ambientale, poiché la formazione e la sensibilità dei bambini dipendono anche dagli esempi offerti dal contesto in cui vivono. Verificherò che negli spazi scolastici vi sia massima solerzia per la riduzione dell’inquinamento e la promozione di uno stile di vita sano e sostenibile, e se valuterò possibilità di miglioramento sarà mia cura presentare proposte alla dirigenza ed ai colleghi.
7) Mi impegno a chiedere e sollecitare la collaborazione dei colleghi per realizzare progetti di educazione ambientale e pratiche di sostenibilità a scuola, poiché la cooperazione educativa tra i bambini deve essere frutto della cooperazione lavorativa tra gli adulti.
8) Mi impegno ad ascoltare ed osservare i bambini, a sostenerli nella loro capacità di essere maestri degli adulti, perché le parole, gli sguardi e i comportamenti dei bambini indicano sentieri a noi impercettibili, suggeriscono riflessioni ed azioni che altrimenti non avrebbero origine: la creatività dei bambini aiuta noi adulti a fornire loro la corda per crescere, insieme a noi.
L’educazione ambientale ha bisogno della visione differente dei bambini e dei ragazzi, del loro entusiasmo, del loro amore per la vita.
9) Mi impegno affinché dal lavoro a scuola insieme ai bambini nasca un’educazione diffusa alle famiglie e al territorio, attraverso il dialogo con i genitori ed il loro coinvolgimento nelle attività scolastiche, l’organizzazione di eventi pubblici, la collaborazione con le istituzioni e le associazioni locali.
10) Mi impegno a tenermi informato sui temi di attualità ambientale, sulle pratiche di sostenibilità ecologica e sulle iniziative intraprese dal movimento studentesco ispirato da Greta Thunberg, e mi impegno a promuoverne la diffusione.
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