di Rosaria Gasparro
Il secchio di vernice rosa sulla statua di Indro Montanelli mi fa pensare alla sua sposa bambina di dodici anni, comprata insieme ad un cavallo ed un fucile, perché in Africa è un’altra cosa. Bambina con cui andare a letto, un “animalino docile” come la definì in una intervista.
La stampa lo ha definito un atto vandalico, uno sfregio, un oltraggio. Non quello del giornalista, che oggi chiameremmo senza esitazione stupratore pedofilo, che non si è mai pentito di aver comprato una bambina per farne la sua schiava sessuale, né si è pentito di essere stato fascista. L’atto vandalico, lo sfregio, l’oltraggio è quello delle femministe, le Indecorose, che con il loro gesto provocatorio hanno voluto ricordare la sostanza morale di un uomo che ha praticato il suo dominio di colonialista bianco su una bambina eritrea, per ricavarne piacere.
La vernice oggi è stata lavata, non la storia di quella bambina, violata e abbandonata. Si chiamava Destà. Secondo altri Fatima, Milena… Nemmeno la certezza del nome le concede la Storia mentre fa il monumento al suo predatore.
https://comune-info.net/2019/03/8-marzo-2019-in-tante-piazze/
Roberto Renzoni dice
La prossima volta che a qualcuno viene in mente di sporcare Montanelli me lo dica, lo aiuto e potremmo pensare a qualcosa di meglio della vernice che poi si lava. Potremmo pensare a demolirne la statua. Io abito in un luogo in cui le statue fascista vengon restaurate dai sindaci di “sinistra” o conservano ancora per i caduti per la patria le antiche diciture che Montanelli ben conosceva.
alessio luna dice
cosa min…ia dici?
Camillo Coppola dice
https://www.youtube.com/watch?v=xeYPBpDZRmI