Alle 5 del mattino di mercoledì 20 febbraio, Samir Flores Soberanes si preparava per andare a Radio Amiltzinko, l’emittente comunitaria da lui fondata sei anni prima in un piccolo centro dello stato messicano di Morelos. Sua madre l’ha avvertito che lo stavano chiamando fuori dalla porta di casa. Quando Samir, da tempo anche delegato del Consiglio Nazionale Indigeno, è uscito, i killer arrivati a bordo di due automobili lo hanno assassinato con due colpi alla testa. Da diversi anni, con le comunità locali, Samir si batteva contro un mega-progetto energetico devastante, già quasi completato e costato un miliardo di dollari. Il progetto era stato avviato all’epoca del presidente Calderon e per definirne il completamento il governo di Lopez Obrador ha promosso nei prossimi giorni una demagogica consultazione popolare nello Stato avversata dalle popolazioni indigene danneggiate dal progetto che prevede la partecipazione di imprese spagnole e dell’italiana Bonatti. Domenica 10 febbraio, nella vicina città di Cuautla, lo stesso presidente del Messico aveva partecipato a un’iniziativa pubblica sul referendum definendo la contestazione che veniva fatta a poca distanza, opera di “radicali di sinistra che per me non sono altro che conservatori”. Samir Flores Soberanes, uno dei più noti oppositori alla Grande Opera, era stato, come sempre, uno dei principali animatori di quella protesta “radicale” quanto pacifica
di Ya Basta Padova
E’ stato ucciso davanti alla sua casa, Samir Flores Soberanes, attivista impegnato nella lotta contro il “Proyecto Integral Morelos”, dirigente della comunità di Amilcingo in Morelos e delegato da molti anni del Congresso Nazionale Indígeno.
Samir insieme alle popolazioni indigene e alle comunità locali si opponeva al
Progetto Integrale Morelos PIM che prevede:
due centrali termoelettriche nella comunità di Huexca, Morelos, che saranno gestite dall’impresa spagnola ABENGOA
un gasdotto di 160 km per trasportare circa 9 mila milioni di litri di gas naturale per alimentare le due centrali passando attraverso le falde del vulcano Popocatépetl e attraverso le terre di più di 60 comunità degli stati di Tlaxcala, Puebla e Morelos. Il gasdotto sarà gestito dalle imprese spagnole ELECNOR e ANAGAS e l’impresa italiana BONATTI
una línea elettrica di 20 km
un acquedotto che dovrebbe trasportare 50 milioni di litri d’acqua al giorno per le centrali e che passerebbe tra Ayala e Huexca
l’ampliamento e costruzione di diverse autostrade e la riattivazione della ferrovia che connette Morelos con in passaggio interoceanico verso il Golfo pacifico.
Una posizione chiara che le popolazioni locali hanno subito esplicitato anche al nuovo presidente Andres Manuel Lopez Obrador, il cui governo, alla faccia delle promesse elettorali, ha deciso di riattivare il progetto, in particolare la costruzione della centrale termoelettrica di Huexca.
Il 10 febbraio 2019 AMLO si è recato a Cuautla dove in un comizio pubblico, contestato dalle organizzazioni locali, ha sostenuto il “progresso” rappresentato dal PIM e l’importanza della consulta che si realizzerà sul progetto il prossimo 23 e 24 febbraio nella zona.
Peccato che la consulta, come nel caso del treno Maya e prima ancora del nuovo aereoporto di Città del Messico, non sia rivolta alle popolazioni che saranno colpite dall’impatto del megaprogetto, come dovrebbe essere in particolare per le consultazioni previste anche dal diritto internazionale dei popoli originari, ma genericamente agli abitanti dell’intera regione.
Chiarissimo a questo proposito è il comunicato del Congresso Nazionale Indigeno e del Consiglio Indigeno di Governo che rifiuta questa falsa forma di democrazia che serve per coprire gli interessi economici che spingono il governo della “quarta trasformazione”.
C’è chi usa come parallelo per quello che sta succedendo in Morelos, la storica rottura tra Zapata e Madero 100 anni fa.
Da una parte chi difende gli interessi delle comunità indigene, contadine e locali e dall’altra chi difende i grandi interessi economici.
Le scelte del Governo di Amlo sono gravissime, non solo per l’impatto ambientale ma anche perché creano il clima adatto a lasciare mano libera nel colpire chi si oppone, come denuncia il Frente de Pueblos en Defensa de la Tierra y el Agua (FPDT), che chiede la sospensione della Consulta.
Lo dicono con estrema chiarezza il Congresso Nazionale Indigeno e le EZLN:
“I responsabili di questo crimine sono il mal governo e i suoi padroni che sono le imprese e i gruppi armati legali e illegali, che pretendono così di rubare ciò che ci appartiene, portare da noi la morte e spegnere che ci danno speranza come era quella del compagno Samir“.
LA DENUNCIA DEL CONSIGLIO NAZIONALE INDIGENO E DEGLI ZAPATISTI
Al popolo del Messico ed ai popoli del mondo
Alle reti di appoggio al CIG
Alle reti di resistenza e ribellione
Alla Sexta Nazionale ed Internazionale
Ai mezzi di comunicazione
Denunciamo con dolore e rabbia il vile assassinio del nostro compagno Samir Flores Soberanes, dirigente nella comunità di Amilcingo, Morelos; uno dei principali oppositori al Proyecto Integral Morelos e da molti anni delegato del Congresso Nazionale Indigeno.
Alle 5:40 circa del mattino di oggi 20 febbraio, delle persone armate arrivate a bordo di due veicoli hanno bussato alla sua porta e quando Samir è uscito gli hanno sparato quattro colpi, due dei quali in testa che dopo pochi minuti gli hanno tolto la vita.
Ieri, Samir aveva esposto i motivi dei popoli di Morelos per opporsi al Plan Integral Morelos, in un evento organizzato dal delegato del malgoverno federale Hugo Erick Flores, che si era presentato nel municipio di Jonacatepec per organizzare il forum relativo alla presunta “consultazione” con la quale vogliono imporre la centrale termoelettrica di Huexca, Morelos, e le opere complementari che distruggono il territorio e minacciano la vita di tutta la regione.
Di questo crimine riteniamo responsabile il malgoverno ed i suoi padroni che sono le imprese ed i loro gruppi armati legali ed illegali, che vogliono così derubarci, portarci alla morte e spegnere le luci di speranza, come quella del compagno Samir.
Distintamente
Per la Ricostruzione Integrale dei Nostri Popoli
Congresso Nazionale Indigeno
Consiglio Indigeno di Governo
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