Sandra Blondel e Pascal Hennequin hanno realizzato il film documentario “Irrintzina” immergendosi nel movimento Alternatiba. La dinamica e i metodi della disobbedienza civile di questo movimento fanno emergere una nuova generazione di ribelli climatici
di Lorène Lavocat
“2013-2017”, l’epopea climatica”. Questo potrebbe essere il sottotitolo di Irrintzina, il grido della generazione clima, il film documentario realizzato da Sandra Blondel e Pascal Hennequin, che ripercorre la storia di Alternatiba. Irrintzina, una parola difficile da pronunciare, ostica da compitare, garantisce l’origine basca del movimento. Un tempo era il grido del quale i pastori si servivano per comunicare a distanza in montagna. Oggi, è “il grido d’allarme e di speranza” dei militanti di Bizi!, l’organizzazione ecologista creata a Bayonne.
È nella primavera del 2014 che Sandra Blondel e Pascal Hennequin incontrano per la prima volta questi irriducibili abitanti dei Pirenei, dove i nomi sono ormai diventati delle immagini di icone ecologiche: Txettx, Etcheverry, e Jon Palais. I loro discorsi sulle urgenze climatiche scuotono i realizzatori, così come i loro modi di agire: i villaggi alternativi da proporre, la disobbedienza civile nonviolenta per denunciare. Senza un attimo di esitazione, Sandra Blondel e Pascal Hennequin si lanciano anima e corpo nella loro guerra e seguono i militanti passo passo per due anni, impugnando la macchina da presa. Un atteggiamento soggettivo deciso, incarnato sullo schermo dalla voce di Sandra Blondel che racconta la sua “trasformazione in attivista del clima”
“Raccontare la storia mentre si sta scrivendo”
Il risultato, nelle sale cinematografiche francesi dall’8 novembre, conduce gli spettatori di Bayonne a Parigi sui tandem di Alternatiba, nelle agenzie della BNP, Banca Nazionale Popolare, a fianco dei falciatori, oppure nel Quartiere geniale, nel ginnasio umido dell’ile Saint Denis (Seine-Saint-Denis) che serve da quartier generale del movimento durante la COP 21. Delle immagini di azioni riprese dal vivo, intervallate da interviste a incastro che rappresentano altrettante testimonianze. “Noi volevamo raccontare la storia nel momento stesso in cui si svolgeva, per conservare la memoria di questo movimento ai suoi inizi”, spiega Sandra Blondel. Questo spiega questa sensazione di urgenza, che percorre questo documentario montato a mano, nelle precipitazione dei tagli, nei soprassalti della cinepresa, o nelle parole talvolta incomprensibili. Urgenza di convincere, urgenza di agire, urgenza di riprendere, trecentocinquanta ore di velocità in settanta giorni di riprese, con l’aiuto di una dozzina di videoamatori. Niente ornamenti e nessun infiorettamento, l’essenziale è altrove. “Noi volevamo contrapporci all’oscuramento mediatico, mettere in luce tutti questi gruppi di persone che si mobilitano per difendere il nostro avvenire”, spiega Pascal Hennequin.
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Si scoprono così, negli ultimi minuti del film, le violente repressioni verificatesi durante l’incontro al vertice del petrolio offshore, tenutosi a Pau. Centinaia di militanti, tutti ricoperti di paglia, che avanzavano in gruppi compatti verso gli sbarramenti della polizia davanti al Palazzo dei Congressi. Queste immagini di una nonviolenza radicale, sostenute dalla canzone “Senza armi, senza odio nè violenza di HK, lasceranno esterrefatti i più convinti dei climatoscettici. E stimoleranno l’anima attivista di donne e uomini che esitano ancora ad impegnarsi. Nella linea di Grazie, padrone! o di Domani, Irrintzina spera di riuscire a dare una nuova spinta al movimento Alternatiba. “I film impegnati possono stimolare delle vocazioni, spingere all’azione e ciò è tanto più importante, perché il movimento climatico ne ha bisogno”, nota Pascal Hennequin.
All’uscita dalla sala immersa nell’oscurità, galvanizzati dalla genialità strategica di questi Baschi così audaci e dalle prodezze organizzative di Alternatiba, capace di mettere in piedi in poche ore una manifestazione di fronte alla stretta sorveglianza poliziesca a Parigi durante la COP 21, si perdonano alcune lungaggini ed enfasi poetiche della narratrice. Irrintzina è un documento storico prima di essere una esperienza cinematografica. Ci mostra come dei militanti ben organizzati possono vincere delle battaglie. E questa buona notizia fa proprio del bene al movimento ecologista.
Calendario delle proiezioni
Il documentario è pronto da marzo scorso, e ciò malgrado l’uscita nei cinema è stata continuamente ritardata…. fino all’8 novembre, proprio durante la COP 23. Perché un tale ritardo? Le difficoltà della distribuzione: non è facile per un film autoprodotto trovare delle sale per proiettarlo. Chi lo ha realizzato confida quindi nel passaparola e moltiplica, a partire dalla primavera, le anteprime organizzate durante i festival o gli eventi militanti per farlo conoscere. “Chi gestisce le sale metterà in programmazione più facilmente il film se gli spettatori lo richiederanno”, ritengono. Quindi più di cinquemila persone hanno già visto il film in tutta la Francia.
Durante il mese di ottobre, Irrintzina è già stato visto: a Grenoble, il 13, presso la Casa degli Artisti nel quadro del festival delle scienze; a Peyrehrade, il 15, presso il cinema La Lutz, con Jon Palais; a Clermont-Ferrand, il 16, presso il cinema Le Rio; a Montbrison, il 19, presso il cinema Le Rex; a Pau, il 26, proiezione per gli studenti, presso il cinema Le Meliès; a Bordeaux, il 30, a Utopia. Qui il programma in continuo aggiornamento delle prossime proiezioni.
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